'Io...'
'Scusami, non dovevo..'
'Tranquillo' rispondo, quasi completamente in lacrime.
Lo amo? Lo amo ancora?Febbraio.
I mesi passano.
Litighiamo sempre, ma proprio sempre.
Questa distanza, la distruggerei.
Litighiamo ma facciamo sempre pace.
Litighiamo ma ci ritroviamo sempre.
Il modo c'è, c'è eccome.
Lui mi vuole.
E anch'io, e lo sa.
Siamo stati per un periodo senza sentirci. Mi ha fatto male dentro.
E poi? Poi ci siamo ricercati.
Io non posso stare senza di lui.
E lui? Lui senza di me neanche.
Siamo così facilmente legati da quel famoso filo invisibile, che divide il mio paese dal suo.
<<Chiara? Mi senti?>> dice mio fratello dalla cucina, riscuotendomi dai pensieri. Da lui.
<<si, che c'è>> grido.
<<vieni qui>>
Lo raggiungo e apre le braccia.
<<vieni, abbracciami>>
Mi stupisce sempre di più.
È la mia vita questo ragazzo.
Vado da lui e lo stringo forte forte e lui ricambia la stretta. Ci stacchiamo e mi guarda fisso.
<<Perchè piangi?>> chiede.
Per un attimo che credevo di stare bene, adesso sono in lacrime.
<<Niente Marco, era da tanto che... non ti davo un abbraccio.>>
<< Va tutto bene?>>
No.
<<si tutto bene, tu?>>
<<tutto bene.. sei sicura?>>
No.
<<si>>
<<bene, io adesso vado..>>
<<dove vai?>>
Non risponde ma capisco subito.
<<da martina?>>
<<si..>>
<<cosa c'è tra voi due?>>
<<ci frequentiamo, niente di più. Sai, non è come il fratello, è...>>
<<sì. Marco. Si.. devo andare anch'io adesso. Scusami..>>
Esco e chiudo la porta.
Questa volta, non la sbatto.
19 chiamate perse da Emanuel.
Richiamo.
'Mi hai chiamata?'
'Si, non vedi?'
'Ho visto'
'Bene.'
'Dimmi'
'Mi manchi.'
'Anche tu'
'Verrò, verró da te, non ti lascio più, giuro.'
'Non voglio promesse.'
'Voglio te, io'
'Ti..... volevo chiedere.. verresti qui... da me? Ora?'
Cosa ho appena detto?????!
'Magari, mancano 6 mesi...'
'Già... 6 mesi'
6 mesi? Così tanto?
<<Chiaraaa!!>> strilla mia madre.
Non voglio riattaccare, ma è il minimo, scoppierei a piangere al telefono.
'Scusami devo andare. Ci sentiamo..'
'Ciao...'
Riattacco.
<<dimmi mamma>>
<<venite qui>>
Si rivolge a me e Marco che ci sediamo in salotto.
<<vostro padre...>>
Quando sono nata, non avevo un padre. È partito. So solo questo. Non so dove, perché, quando. So solo che non ho un padre. Marco lo ha conosciuto.
<<che cazzo vuole quell'essere?>> strilla Marco.
<<Marco calmati. Vostro padre mi ha contattata. Sta tornando dalla Germania, sta venendo qui, arriva stasera. Chiara... è molto felice di vederti, scusa se...>> mette la mano intorno la mia, la levo subito.
<<io non ho un padre>> dico.
Mi alzo, afferro il cellulare e vado in camera.
Marco mi segue.
Mi butto sul letto a pancia in giù e Marco si siede accanto a me.
<<Chiara, non fare così, per favore>>
<<vattene>>
<<no, non me ne vado. So che sei arrabbiata perché hai vissuto senza padre. Ma c'è altro, ti conosco. Cosa ti prende??>>
Scoppio in lacrime per l'ennesima volta e mi butto tra le sue braccia.
<<odio la distanza>>
<<verrà>> è rivolto a SUO padre, io penso ad Emanuel.
BBBBBB.
Squilla il cellulare.
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Per caso, noi.
RomanceEro chiusa. Ero usata. Ero stanca. Ero quello che non volevo mai essere, diventare. Ero quello che odiavo. Nessuno sapeva quello che avevo dentro, consapevole che nessuno, poteva comprendermi. Non sapevo esistessero queste emozioni. Volevo starmene...