<<Chiara?>> dice Emanuel nel buio, cercando l'interruttore della luce.
<<Hey, scusami, non volevo svegliarti.>> mi scuso.
Volevo vederlo dormire.
Che faccino che ha.
Quando mi fa incazzare vorrei prenderlo a schiaffi, ma poi lo so che finirei per baciarlo.
Non comando i miei sentimenti.
La pazza voglia di fare l'amore, di stringerlo a me, come per dire 'tu, mi appartieni' , 'tu sei parte di me, e nessuno mi porterà via da te'.
L'amore è un guaio.
Sono dannata.
Dannata di lui. Pazza di lui.
<<Vieni a dormire, mi manchi così tanto piccola>>
Mi stendo sul letto e appena la mia testa tocca il cuscino, cado nel sonno.
Ma percepisco, che lui mi tocca, mi sfiora i capelli, mi sussurra qualcosa. Qualcosa come 'non andare via'.
Non me ne andrò mai.
Anche a distanza di kilometri senza fine, lo amerò sempre.
Non come l'ultima volta. In estate. Ma più forte, un amore vero.
Lo tengo stretto qui.~Mattina seguente~
Sento un rumore.
Un tonfo.
Mi sveglio di scatto.
La porta si apre.
Poca luce per individuare chi sia.
Ma poi capisco.
È Mike, ma, perché è qui?
Cosa vuole ancora da me? Chi gli ha detto che sono qui? È stato lui a lasciarmi, da me non otterrà nulla.
Il peggio sarà adesso, che Emanuel è sveglio e già in piedi.
<<Chi cazzo sei?>>
Sempre molto delicato il mio Emanuel.
<<Non do spiegazioni sicuramente a te, faccia di cazzo. Chiara, devi venire con me, Marco e tua madre a New York.>>
Emanuel si piazza davanti a me.
<<Cosa? Io non vado da nessuna parte.>>
Non senza di lui.
Emanuel fa vari passi verso di lui e gli sferra un pugno rompendogli il naso.
Lui cerca di dargli una pedata e lui lo stende.
<<Vattene via prima che chiami la polizia. Chi cazzo ti ha dato il permesso di entrare in camera mia? Vattene, cazzo, vattene!>>urla.
<<Con Chiara.>>
<<Lei non va da nessuna parte, resta qui con me. Cazzo.>> urla ancora più forte.
<<Basta! Mike vai via, per favore. Non ho nessuna voglia di andare a New York. Vai via da qui, ti supplico.>>
Si alza indolenzito e fa per uscire.
Finché non entra mia madre.
Fantastico.
Ma vaff...
<<Mamma? Io non parto. Lo sai, vero?>>
<<Non puoi stare qui.>>
<<Lei, non può stare qui signora, dentro casa mia, quindi per favore esca immediatamente>> interviene Emanuel.
Mia madre è sempre tanto perfettina. Vuole che la segua ovunque vada. Ma sono un'adulta, faccio le mie scelte. Io resto qui, con lui. Se torno a casa, torno con lui. Ma a New York? Scherza vero?
E poi, cosa deve andare a farci a New York? E cosa c'entra Mike con tutto questo?
<<Intanto chi è questo ragazzo?. Mike è venuto qui per aggiustare il rapporto tra di voi. Gli ho chiesto io di venire. Partiamo tutti per New York, ho trovato lavoro. Possiamo spostare l'università, mettere i tuoi voti nella univer...>>
<<Basta, mamma! Sono stanca di doverti seguire ovunque tu vada! Basta! Sono stanca! Chi è questo ragazzo? È la persona che più mi capisce, che amo, che non voglio mai lasciare, è tutta la mia vita questo ragazzo, mamma. E ne' tu ne' Mike, o Marco, e nessuno, mi porterà via da lui. Sono un'adulta. E decido IO per me.>> dico.
Emanuel mi prende per mano e la stringe.
<<Certo signorina. Appena deve fare 19 anni, pensa che il cordo ombelicale con la mamma si sia tagliato. Che tu lo voglia o no, sarò sempre tua madre. E adesso vieni qui, per favore>>
<<No mamma, non vengo da nessuna parte.>>
<<Stai lontana da questo ragazzo.>>
Perché?
Perché per una volta non si fa i cazzi suoi?
Io lontana da lui? Mi vuole morta questa donna? Io non mi accontento.
Io voglio Emanuel mille volte.
E mille volte ancora.
<<Se ne vada, signora. Non mi costringa a chiamare la polizia.>>
<<Tu non avrai mia figlia>>
<<Beh, è già mia, peccato per lei>> dice con faccia orgogliosa, ed io stringo più forte la mano come segno di farlo zittire. È testardo. Ma lo amo.
Quante volte lo dico?
Beh. Beh. Beh.
<<Non finisce qui.>> finisce mia madre, esce e sento il portone sbattere.
<<Chi cazzo si crede di essere?>>
<<È mia madre.>>
<<"sta lontano da lui" bla bla bla.
Tu sei mia, lontano il cazzo.>>
***
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Per caso, noi.
RomanceEro chiusa. Ero usata. Ero stanca. Ero quello che non volevo mai essere, diventare. Ero quello che odiavo. Nessuno sapeva quello che avevo dentro, consapevole che nessuno, poteva comprendermi. Non sapevo esistessero queste emozioni. Volevo starmene...