Parte 10

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<<Chiara?>> dice Emanuel nel buio, cercando l'interruttore della luce.
<<Hey, scusami, non volevo svegliarti.>> mi scuso.
Volevo vederlo dormire.
Che faccino che ha.
Quando mi fa incazzare vorrei prenderlo a schiaffi, ma poi lo so che finirei per baciarlo.
Non comando i miei sentimenti.
La pazza voglia di fare l'amore, di stringerlo a me, come per dire 'tu, mi appartieni' , 'tu sei parte di me, e nessuno mi porterà via da te'.
L'amore è un guaio.
Sono dannata.
Dannata di lui. Pazza di lui.
<<Vieni a dormire, mi manchi così tanto piccola>>
Mi stendo sul letto e appena la mia testa tocca il cuscino, cado nel sonno.
Ma percepisco, che lui mi tocca, mi sfiora i capelli, mi sussurra qualcosa. Qualcosa come 'non andare via'.
Non me ne andrò mai.
Anche a distanza di kilometri senza fine, lo amerò sempre.
Non come l'ultima volta. In estate. Ma più forte, un amore vero.
Lo tengo stretto qui.

~Mattina seguente~
Sento un rumore.
Un tonfo.
Mi sveglio di scatto.
La porta si apre.
Poca luce per individuare chi sia.
Ma poi capisco.
È Mike, ma, perché è qui?
Cosa vuole ancora da me? Chi gli ha detto che sono qui? È stato lui a lasciarmi, da me non otterrà nulla.
Il peggio sarà adesso, che Emanuel è sveglio e già in piedi.
<<Chi cazzo sei?>>
Sempre molto delicato il mio Emanuel.
<<Non do spiegazioni sicuramente a te, faccia di cazzo. Chiara, devi venire con me, Marco e tua madre a New York.>>
Emanuel si piazza davanti a me.
<<Cosa? Io non vado da nessuna parte.>>
Non senza di lui.
Emanuel fa vari passi verso di lui e gli sferra un pugno rompendogli il naso.
Lui cerca di dargli una pedata e lui lo stende.
<<Vattene via prima che chiami la polizia. Chi cazzo ti ha dato il permesso di entrare in camera mia? Vattene, cazzo, vattene!>>urla.
<<Con Chiara.>>
<<Lei non va da nessuna parte, resta qui con me. Cazzo.>> urla ancora più forte.
<<Basta! Mike vai via, per favore. Non ho nessuna voglia di andare a New York. Vai via da qui, ti supplico.>>
Si alza indolenzito e fa per uscire.
Finché non entra mia madre.
Fantastico.
Ma vaff...
<<Mamma? Io non parto. Lo sai, vero?>>
<<Non puoi stare qui.>>
<<Lei, non può stare qui signora, dentro casa mia, quindi per favore esca immediatamente>> interviene Emanuel.
Mia madre è sempre tanto perfettina. Vuole che la segua ovunque vada. Ma sono un'adulta, faccio le mie scelte. Io resto qui, con lui. Se torno a casa, torno con lui. Ma a New York? Scherza vero?
E poi, cosa deve andare a farci a New York? E cosa c'entra Mike con tutto questo?
<<Intanto chi è questo ragazzo?. Mike è venuto qui per aggiustare il rapporto tra di voi. Gli ho chiesto io di venire. Partiamo tutti per New York, ho trovato lavoro. Possiamo spostare l'università, mettere i tuoi voti nella univer...>>
<<Basta, mamma! Sono stanca di doverti seguire ovunque tu vada! Basta! Sono stanca! Chi è questo ragazzo? È la persona che più mi capisce, che amo, che non voglio mai lasciare, è tutta la mia vita questo ragazzo, mamma. E ne' tu ne' Mike, o Marco, e nessuno, mi porterà via da lui. Sono un'adulta. E decido IO per me.>> dico.
Emanuel mi prende per mano e la stringe.
<<Certo signorina. Appena deve fare 19 anni, pensa che il cordo ombelicale con la mamma si sia tagliato. Che tu lo voglia o no, sarò sempre tua madre. E adesso vieni qui, per favore>>
<<No mamma, non vengo da nessuna parte.>>
<<Stai lontana da questo ragazzo.>>
Perché?
Perché per una volta non si fa i cazzi suoi?
Io lontana da lui? Mi vuole morta questa donna? Io non mi accontento.
Io voglio Emanuel mille volte.
E mille volte ancora.
<<Se ne vada, signora. Non mi costringa a chiamare la polizia.>>
<<Tu non avrai mia figlia>>
<<Beh, è già mia, peccato per lei>> dice con faccia orgogliosa, ed io stringo più forte la mano come segno di farlo zittire. È testardo. Ma lo amo.
Quante volte lo dico?
Beh. Beh. Beh.
<<Non finisce qui.>> finisce mia madre, esce e sento il portone sbattere.
<<Chi cazzo si crede di essere?>>
<<È mia madre.>>
<<"sta lontano da lui" bla bla bla.
Tu sei mia, lontano il cazzo.>>
***

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