Sono passati due giorni dalla chiamata, ed è l'ora di partire.
È tutto pronto, le valigie, le borse; l'unica cosa che mi manca, è solo un altro po di coraggio.Nial arriverà da un momento all'altro.
Mia madre ha accettato al volo che Nial potesse venire con noi, e gliene sono grata. Mi farà bene avere il mio migliore amico accanto.
Forse lui non se ne andrà mai.Suonano alla porta e vado ad aprire.
"Eccomi!" Esclama Nial abbracciandomi.
Ha un cappello della Nike, una valigia e degli occhiali da sole.
E non riesco a trattenere una risata.Lo abbraccio e lo faccio entrare.
"Siete pronti?" Annuncia mia madre davanti a noi.
Annuisco, prendo le mie valigie con le borse, ed entro in auto con loro.Mi metto dietro, tanto per stare un po' accanto a lui.
Do un ultimo sguardo alla casa. La casa dove ho fatto le maggior cazzate. Feste, discoteche, pigiama party, e molto altro.
Ma anche tanti dispiaceri, però quanti ricordi.Per tutto il viaggio verso l'aeroporto, ascolto musica, A Thousand Years di Cristina Perri.
È una canzone che mi rende forte, mi da coraggio, e l'ascolto da anni.
Non mi ha mai stancata, e la porto ovunque. Solo che mi fa ricordare molto, e a volte evito di ascoltarla."Eccoci qua." Dice mia madre ammirando il grande aeroporto che abbiamo di fronte.
Ci saranno più di 200 aerei qui. Tutti con la scritta della destinazione.
Entriamo, facciamo passare le valigie, è molto presto, saluterò la mia cara Italia.
La cosa mi dispiace, è che perderò questa opportunità di andare a studiare a Roma.Vediamo un grande aereo con scritto MIAMI .
"È laggiù!" Esclama Nial.
Diamo i biglietti di andata, posiamo i bagagli, e facciamo per entrare.
L'aereo sta per partire.
E mi scende una lacrima.
Di orgoglio, di delusioni.
Di ricordi.Sento a stento una voce da fuori l'aereo.
"Fermatevi! Fermatevi! Cazzo!"
Non ci posso credere.
Non sto vedendo veramente Emanuel dare pugni allo specchietto dell'aereo che implora di fermarlo.Vado subito dal pilota, e gli chiedo di fermare l'aereo già partito da qualche secondo.
"Si fermi!" Grido.
Si ferma e faccio per uscire."Chiara! Torna qui!" Grida mia madre alzandosi, e noto che Nial ha un grande sorriso stampato in faccia.
È tutto così... così.... strano.
Sto già piangendo, non ho controllo.Scendo ma non lo vedo, così, giro la parte opposta, e vedo l'uomo che amo a parecchi metri da me.
Corro più veloce che posso per afferrare le sue braccia, per sentirmi a casa.
I capelli mi volano dietro, fa caldo, ma ne vale la pena correre così.Le lacrime volano piano piano, come il mio rancore.
Mi butto addosso a lui che mi prende in braccio e finiamo per cadere a terra.
"Non posso crederci." Dice singhiozzando stringendomi forte al suo petto.
Il suo viso è attaccato al mio collo, il suo respiro affannato è su di me.
Mi bacia, uno di quei baci che in un anno mi è mancato come il respiro.Non posso credere che sia venuto qui per fermarmi. Forse è vero, che mi ama costantemente.
Continuo a piangere nella sua spalla, finché mi volto e vedo mia madre venire con Nial verso di me infuriata.
"Ma cosa ti salta per la testa signorina? Abbiamo perso l'aereo!"
Mi stringe la mano fortissimo, e quando mia madre si accorge dei miei occhi rossi e di come mi sta stringendo a se, gli scende una lacrima e le spunta un gran sorriso.
"Vuoi ancora partire?" Mi chiede guardandoci.
"No." Rispondo guardando Emanuel e sorridendo.
Lo amo così tanto, non c'è limite per amarlo.
Lei sbuffa e guarda Nial.
Mi avvicino a lei.
"Ti prego, mamma. Restiamo qui."
Sbuffa nuovamente, e io mi giro a guardare Emanuel.
Si volta a guardare Nial, che annuisce.
"E Vabene, restiamo qui." Dice sorridendo.
Corro di nuovo da Emanuel e lo bacio.
Mi prende in braccio e io metto le mie gambe intorno la sua vita."Ti amo, Chiara." Dice mentre alzo lo sguardo per affrontare quel paio di occhi che si ritrova.
"Ti amo, Emanuel." Rispondo, e affondo il viso nel suo collo.
Ho capito di non poter fare a meno di lui.
Alla fine, non si può fare a meno dell'amore.
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Per caso, noi.
RomanceEro chiusa. Ero usata. Ero stanca. Ero quello che non volevo mai essere, diventare. Ero quello che odiavo. Nessuno sapeva quello che avevo dentro, consapevole che nessuno, poteva comprendermi. Non sapevo esistessero queste emozioni. Volevo starmene...