Parte 6

4 0 0
                                    

Arrivata nella casa di mio padre, vedo che è un bel palazzo. E lui sta al primo piano.
Entriamo e mi fa sedere nel comodo divano. Ne deve avere di soldi.
<<Ecco tesoro, lei è Chiara, mia figlia>> dice rivolgendosi alla bellissima donna bionda,sulla trentina accanto a lui, che mi rivolge un gran sorriso e mi porge la mano, fa per sedersi.
<<Io sono Lizzy, la futura moglie di Richard>>.
Sapevo il nome di mio padre a malapena. Pensavo fosse Riccardo, so così poco e niente di lui. Ha 49 anni, troppi per stare con una come lei, credo.
<<Piacere mio>> dico.
Entra una ragazza che deve essere sua figlia, mi alzo e mi porge la mano.
<<Piacere, io sono Beatrice, la figlia di Lizzy, potremmo essere amiche se ti va.>>
Non ho molti amici, quelli che ho sono tutti al mio paese. Nial è l'unico con cui mi sento spesso, gli altri non mi calcolano, sono abituata ormai.
<<Certo>> riesco a dire.
Mi fa cenno di seguirla e mi conduce in una grande camera di color bianco e rosa. Quasi interamente.
Ci sediamo sul letto e comincia a parlare, e nel mentre la mia testa è altrove. Devo uscire da qui.
<<Quindi, Chiara, quanti anni hai?>> chiede. Ha una vocina fastidiosa. È bionda come la madre, e invece io sono mora e siamo completamente diverse.
<<Devo farne 19>> dico.
<<Wow, io quasi 17>>
Sembra più piccola al dire la verità.
Il cellulare non squilla e mi preoccupo un po'. Non so perché.
<<Ti va di fare qualcosa?>> chiede.
A quella domanda mi vengono in mente una marea di pensieri. Dove andrò a vivere? Resterò qua ancora un po'. Le mie valigie sono di sotto, dove mi sistemerò ?
<<C'è qualcosa che non va?>> chiede preoccupata.
<<Beh, diciamo di sì. Non so dove sistemarmi. Vorrei stare qui ancora un po'. Mi piace questo posto>> rispondo.
<<Ahahah, ma puoi restare qui, a mia madre e a tuo padre farebbe molto piacere che tu restassi.>>
<<Non voglio creare disturbo, davvero>>. Ed è così. Ne loro ne io ci conosciamo, e mi sento un po' a disagio qui.
<<Non disturbi credimi. Hai voglia di uscire per la città?>>
<<Al dire il vero si. Un mio amico mi sta aspettando>> dico nervosa, una scusa al volo.
<<Oh fantastico. Vai io ti aspetto qui>>
Le sorriso ed esco dalla stanza e raggiungo la porta per uscire.
<<esci?>> dice mio padre alle mie spalle.
<<Si, torno presto>> mento. Sicuramente, ci metterò più del previsto.
Annuisce con un sorriso e mi avvio.
Finché, finalmente, trovo quella via.
Nessuna chiamata, nessun messaggio.
Dall'ultima volta che ci siamo sentiti sono passate circa 2 ore e mezza. E questa cosa mi dà confusione in testa.
***
'DDDRIIN'
Suono il campanello.
Oddio, l'ho appena fatto.
Una donna di mezza età fa per aprire, e ovviamente risponde in italiano.
<<Lei chi è?>> chiede.
<<Salve... sono... lei è la madre di Emanuel?>>
<<Si, lei è?>>
Un'altra buona scusa.
<<Una sua amica. Sono venuta qui dalla Sicilia, per vederlo.>>
<<Oh, prego>> fa per farmi entrare ed entro.
<<Lui è nella sua camera>>
La guardo confusa.
<<Dritto seconda porta a destra>> continua.
Cammino più in fretta del dovuto. E dopo pochi secondi mi ritrovo davanti la porta del ragazzo che amo, che non vedo da quasi un anno.
Busso?
O apro?
Troppi problemi.
Decido di bussare.
****
Ma.....
****
Continuo?♥️

Per caso, noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora