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"Buongiorno e benvenuto, di nuovo. Sono contento di rivederti, suppongo che il tuo essere qui, oggi, significa che hai deciso di intraprendere questo percorso" mi dice Steven.

"Sì, ho deciso così infatti. Sai, l'altra volta non ne abbiamo parlato, ma sono successe cose che mi hanno portato a questo punto, a questa decisione. Sono stanco" racconto.

"Bene, mettiti comodo. Da dove vuoi iniziare?" Chiede.

"Da lei, dalla ragione per cui sono qui, Mia" mi metto comodo sul lettino imbottito.

"Raccontami di lei" accavalla le gambe, posa il bloc-notes e si appresta ad ascoltare.

"L'ho conosciuta più o meno tre anni fa, non appena arrivai in città. Ero stato scelto per un programma di reinserimento, ci dettero il compito di ristrutturare la palestra della sua scuola. Non appena la vidi, capii. Mi resi conto che sarebbe stata la rovina e la rinascita, con quel suo viso pulito, gli occhi come le stelle e l'animo candido. La avvicinai, sapendo bene che non poteva sfuggirmi, la portai in un posto isolato e... beh, facemmo sesso. Uno dei miei soliti rapporti veloci, privi di sentimento. O almeno era quello che le volevo far credere, così come a me stesso. Nell'esatto momento in cui divenimmo una sola cosa, il dolore, la rabbia e tutto il resto sparirono. Rimasi così scioccato, confuso, che decisi di distruggerla. Le avrei fatto tutto il peggio di cui ero capace. Dopodiché la tenni d'occhio, anche se lei non lo sapeva. Rimanevo appostato fuori da casa sua, sotto la sua finestra, perché non potevo e non volevo dormire.
Poi ci fu la festa, mi ero drogato pesantemente, ricordando una situazione analoga in cui ero con Lucy, la donna che mi molestava. Quando arrivò, rimasi incantato dalla sua bellezza, nonostante il trucco e gli abiti. La volevo così fortemente, che non esitai a portarla in un ripostiglio e farle delle cose. Ma lei si accorse di come ero ridotto, mi interrogò, fece domande ed io persi la pazienza, più che altro perché in quel momento mi apparve lei, Lucy. Le dissi cose orribili, le detti della puttana e la picchiai, lasciandola sola e ferita. Quando la vidi scappare via, la inseguii, ma lei terrorizzata, mi gridò di starle alla larga, o mi avrebbe denunciato e fatto finire in prigione, dato che era minorenne ed io ero un ex galeotto. Provai a starle alla larga, senza successo."

"Cosa accadde poi, vuoi dirmelo?" La voce pacata, lo sguardo privo di giudizio.

"La cercai, feci in modo di farle cambiare idea e, per un po' le cose andarono bene, più o meno."

"Ma?" Ha capito.

"Lei uscì col suo amico del cuore, Jackson, e quando tornò mi feci trovare sotto casa sua. La portai nel solito spiazzo, feci i miei comodi e poi l'aggredii, verbalmente e fisicamente. Ci andai giù pesante, fortuna volle che i suoi amici passassero per caso e me la levassero dalle mani, altrimenti sarebbe finita male, veramente" racconto sentendo il peso farsi più leggero.

"Okay. Possiamo fare una pausa, se non sei pronto" capisce la situazione.

"Non sarò mai pronto, se ascolto il cuore e lascio che la paura mi afferri. Ma devo, voglio trovare la forza in me per riconquistarla. Sono successe cose, ci sono eventi che richiedono la mia presenza."

"Vuoi dirmi quali?"

"Ha avuto un figlio mio, ma non vuole che mi avvicini. Preferisce crescerlo con un altro, piuttosto che con me, e non lo posso permettere. Eravamo tornati assieme, eravamo felici ci dovevamo sposare, fino a che il mio passato è tornato, uccidendo il mio migliore amico e portandomi via lei, forse per sempre. Devo fare qualcosa, mi sento inutile, vuoto e perso senza di lei. La amo di un amore unico, potente e immortale." Scoppio in singhiozzi, non vergognandomi.

SIAE Darkness & Light 3- An immortal love. 02/10/2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora