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"Ara sbrigati che facciamo tardi" la chiamo dal piano di sotto, dove la sto aspettando per portarla all'asilo.

"Eccomi" saltella felice, mentre io mi sento a pezzi, dato che non ho chiuso occhio.

Mi sono girato e rigirato tutta la notte, col pensiero fisso di Hector e le informazioni che ci ha dato Mia, sullo sconosciuto che stazionava alla sua auto.

"Amore, non fare così, ti prego. Arrovellarsi in questo modo non fa bene a nessuno, in special modo alla bambina. Percepisce la tensione e non voglio che faccia domande alle quali non sappiamo che cosa rispondere" mi suggerisce Mia.

"Lo so, ma non posso farne a meno. Non ci voleva questa svolta, però pensavo che, forse, potrei passare in commissariato e chiedere che cosa stanno facendo per arginare il rischio" butto lì.

"Fallo, se ti fa stare più tranquillo. Anche se non so quanto possano esserci utili, se Hector e gli altri sono ancora latitanti. Comunque sia è meglio battere ogni pista, se vuoi ti accompagno" si presta subito.

"No, resta a casa, sono più tranquillo se ti so al sicuro. Ci sono gli operai e non sei sola" la stringo forte.

"Va bene, come vuoi tu" si arrende.

"Sono pronta" strilla Ara, raggiungendoci.

"Forza, lumachina, andiamo" la prendo per mano, salutiamo la madre e andiamo via, dritti a scuola.

"Fai la brava, mi raccomando" le dico, una volta arrivati al portone.

"Sì, papy. A dopo" corre via, infilando in classe di gran carriera. A passo svelto, mi dirigo nell'ufficio della preside, per scambiare due parole con lei.

"Buongiorno, cosa posso fare per lei signor Cooper?" Mi accoglie, anche se non ho un appuntamento.

"Ho bisogno di scambiare due parole con lei, urgentemente." Capisce che si tratta di una cosa seria, mi fa accomodare nel suo ufficio.

Intreccia le mani e si dispone ad ascoltare.

"Non ci girerò intorno, dato che lei è informata delle nostre dinamiche familiari. L'altro giorno siamo venuti a conoscenza di un fatto che desta molta preoccupazione, sia in me che in Mia. L'uomo responsabile della morte del nostro più caro amico, e della nostra separazione, è evaso. Per questo motivo, mi voglio assicurare che non consegniate Ara a nessun altro che non siamo io, la mia compagna o Jackson White. Chiunque al difuori di questa cerchia è da considerarsi strettamente pericoloso. Ci siamo capiti?"

"Signor Cooper, la nostra è una scuola seria, con personale altamente qualificato. Nessuno, e sottolineo nessuno, consegnerebbe sua figlia in mani estranee. Può stare certo di questo e, prima che lo chieda, i bambini, anche negli spazi esterni, sono costantemente sorvegliati." Sembra quasi risentita, ma a me non importa dato che c'è in gioco la sicurezza di Chayara.

"Bene, non dubitavo. Siamo concordi, allora. La saluto, la lascio al suo lavoro e la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e alla sua disponibilità" mi alzo, le stringo la mano ed esco.

Mi dirigo al commissariato, sperando di trovare il detective che segue il caso.

La fortuna è dalla mia parte, almeno in questa occasione. Mi annuncio ed aspetto, come dettomi dal sergente al bancone, in attesa di essere chiamato nel suo ufficio.

Ci mette quasi un'ora, ma alla fine mi può incontrare.

"Signor Cooper, vorrei dirle che è un piacere, ma date le circostanze" e come dargli torto?

"Sì, in effetti. Possiamo parlare? Io e Mia siamo molto in ansia, soprattutto per l'incolumità di nostra figlia e del signor Cassle."

Fa un cenno e spariamo dentro il suo ufficio.

SIAE Darkness & Light 3- An immortal love. 02/10/2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora