CAPITOLO 1

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Mi sveglio per colpa di un raggio di sole che passa attraverso la finestra e arriva direttamente sui miei occhi chiari. "Ancora un altro po'" pensai, "Non ho voglia di alzarmi", non so con quale forza di volontà girai la testa verso destra e vidi l' ora sul mio orologio 6:15, "Non è tardi, posso aspettare che suoni la sveglia" mi girai dalla parte opposta della finestra e mi riaddormentai.

"Welcome to the new age, to the new age

Welcome to the new age, to the new age
Whoa, oh, oh, oh, oh, whoa, oh, oh, oh, I'm radioactive, radioactive
Whoa, oh, oh, oh, oh, whoa, oh, oh, oh, I'm radioactive, radioactive"

La sveglia era ormai da tempo che suonava ma solo dopo la millesima volta la ripetizione di Radioactive mi alzai. Vidi l'orario dal telefono: 6:45.

-Cazzo!- esclamai prima di alzarmi alla velocità di un fulmine e farmi la doccia.

Mi vestì con quello che avevo preparato la sera prima e corsi in cucina per prendere un caffè insieme alla colazione.

-Buongiorno tesoro- disse mia madre.

-Buon lavoro mamma!- le diedi un veloce bacio sulla guancia e mi avviai verso l' autobus.

Vidi il mio autobus passarmi davanti, iniziai a raggiungerlo cercando di far fermare il conducente ma niente, non mi vide, smisi di affrettarmi ed inizia la mia lunga camminata verso scuola.
~


"Che Cazzo è..." alzai lo sguardo e vidi il mio solito soffitto bianco, chi ne poteva più di questo carcere che dovevo chiamare casa. La sveglia continuava a suonare per ricordarmi che le feste erano finite e che era il momento di alzarsi se non volevo arrivare tardi già il mio primo giorno di scuola, una nuova scuola, in un paese che una volta adoravo ma che ormai non c'entrava più niente con me se non solo per il dolore che mi provocava anche sentirne parlare figuriamoci essere costretti a viverci.
Dopo essermi fatto la doccia mi infilai le prima cose che vidi dentro l' armadio, passai in cucina dove mio padre mi aveva lasciato un biglietto sul frigo: "Non toccare le polpette!". "E chi vuole le tue polpette, ciccione di merda" pensai mentre aprivo il frigo e tiravo fuori il latte. Guardai il telefono, era già tardi, "Figuriamoci se riesco ad arrivare in orario una volta tanto nella mia vita". Mi diressi verso il garage e tirai fuori la mia amatissima motocicletta, la misi in moto e andai nell' Inferno che mi sarebbe aspettato per i prossimi 9 mesi.
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Angolo autrice: è la prima volta che scrivo su Wattpad e spero che questa storia possa diventare interessante e se avete consigli o commenti da fare sulla storia o su magari eventuali errori di grammatica mi farebbe piacere che me le diceste. Al prossimo capitolo💕.






































































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