Capitolo 8

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Bronx,
28 Gennaio.

Caro Max,
Come te la stai passando?
A me non va per niente bene ad essere sincera.
Oggi a scuola ho preso un altro brutto voto e quando mamma l'ha scoperto, mi ha spedito in camera mia senza prima lasciarmi mangiare e mi ha proibito di uscire per tutto il giorno.
Infatti sarà da più di sei ore che sono chiusa in questa stanza!
Non ce la posso fare...
Non per il cibo. Per quello ho avuto fortuna, poiché oggi a scuola non avevo mangiato i cracker, per cui ho recuperato quelli, diciamo. Ma è l'idea di essere rinchiusa che mi fa stare ancora peggio, rispetto al mio umore già personale.
Non so se riesci a capirmi...
Mi sento sola, abbandonata a me stessa!
E la cosa che mi fa più male è che non riesco a rialzarmi da sola stavolta.
Non sono più forte come un tempo.
Mi sto abbandonando anch'io.
Non ho la forza di reagire e di combattermi.
Sto lasciando che la paura abbia la meglio su di me, la sto lasciando vincere. Mi sta sovrastando ed io non conosco più strategie per seminarla, non ho più armi in mio possesso per affrontarla.
Mi sono persa. Mi sono arresa.
Ancora non riesco a comprendere come io riesca a starmene qui a scriverti in questo momento.
Forse dovrei andarmene.
Forse dovrei finirla qui.
Cosicché possa mettere fine a questo vuoto incolmabile.
Tanto nessuno qui sentirà la mia mancanza!
Mamma e papà avranno sicuramente meno problemi.
Tu non dovrai più sopportare le mie continue paranoie ed angosce.
Amici non ne ho! (E questo è un problema in meno...)
Forse l'unica persona che potrebbe sentire la mia mancanza, è quel signore senza tetto che "abita" sotto al ponte in periferia.
Vado a trovarlo ogni giorno e condivido con lui il mio pranzo...
Lui è l'unico che mi capisce, che prova ad aiutarmi, ma soprattutto, è l'unico che mi ascolta veramente!
Ora devo andare...
Ci sentiamo presto.
Forse.
Lo spero.
Anzi.
No. Se va avanti così...
Non credo proprio.

Jenny.

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