°Un nuovo inizio°

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«Lisa , dovresti alzarti sai? Ha suonato la sveglia almeno cinque volte.»

Posso giurarvi che la avevo sentita tutte e cinque le volte. Solo che era uno di quei giorni in cui pure il suono della sveglia era più bello della stessa giornata. Così preferivo starmene sul letto a sentire il frastuono di quell'oggetto che riporta tutto alla realtà che a volte non è poi così bella come i sogni che fai durante la notte . Effettivamente non posso confermarlo dato che mi sveglio e non ricordo assolutamente niente il che è dannatamente straziante , ma è quello che sento dire da tutti perciò ho iniziato a crederci.

Ho ancora gli occhi sbarrati . Inizio a sentire le coperte tirare al bordo del mio letto: mia madre si era appena seduta accanto a me.

«Hai sentito? È il tuo primo giorno di scuola non ti permetterò di fare ritardo!»

«Si mamma ho sentito . Ho sentito le tue grida e tutte e cinque le volte che la vocina del mio telefonino ha iniziato a cantare»

Mi rivolsi a mia madre mettendomi seduta sul letto con una mano sulla fronte spostandomi i capelli dal volto. Improvvisamente quella maledetta sveglia ricominciò a cantare . Sbalzai sul letto. La spensi.

«Cazzo è più stonata di te , mamma»

Intanto mia madre si era appena alzata dal mio letto , già pronta e truccata e sentendo la mia dolce affermazione si fermò sull'uscio della porta «Mi raccomando , non esagerare con la gentilezza . Potresti anche annoiarmi» disse sorridendo , poi ribadì «sarò stonata ma tu stai facendo ritardo il primo giorno di scuola , nel tuo nuovo Liceo» alzò la voce dalla cucina cosi che potessi sentirla.

Decisi di alzarmi così poggiai i miei piedi nudi sul terreno che ogni mattina sembra più gelido della mattina prima. Mi chiedo se davvero sia sempre più freddo o è solo lo specchio di ciò che ho dentro che fa sembrare le cose sempre un po' più brutte di quello che sono.

Ad ogni modo l'affermazione di mia madre , Hanna , motiva la ragione per cui sono così scocciata stamattina . È nuovo per me tutto e sinceramente questo mi spaventa.

Mia madre mi accompagnò con la macchina sino davanti al cancello della mia nuova scuola.

«Andrà tutto bene , vedrai. So che ti spaventa tutto questo ma devi essere forte.» Mi accarezzava i capelli mentre cercava di incoraggiarmi , ma come si dice? Ah sì : da un orecchio mi entrava da un altro mi usciva. Guardando in basso dissi «Mi manca.» le uniche parole che uscirono dalla mia bocca con il poco d'aria che mi era rimasto in corpo ma fu sufficiente per far vibrare le mie corde vocali quasi a dovere.

«Manca anche a me.» Distacco la sua mano dai miei capelli e la poggiò sul volante insieme all'altra guardandolo. Poi alzò lo sguardo , mi guardò e mi sorrise. «Và , e passa una buona mattinata.» sorrisi anchio. «ti voglio bene» aggiunse. Scesi dalla macchina e prima di chiudere la portiera mi chinai leggermente «Ti voglio bene anchio mamma» chiusi lo sportello.

Quella scuola sembrava cosi mastodontica e io così piccola . Ero pronta per tutto ciò? Pronta per nuovi sguardi storti? Non so ma penso di non avere altra scelta.

Iniziai a guardarmi intorno mentre attraversavo quel parco che sembrava non finire più. La solita scuola americana, alla mia destra : infondo al giardino erano appoggiati ad un Volkswagen d'ultima generazione d'un nero opaco , sembravano i soliti capitani della squadra di Basket . Indossano una di quelle grosse giacche sportive di color blu con lo stemma della scuola sul lato sinistro e dei jeans . Accanto a loro c'erano delle ragazze , tutte loro erano vestite con un top viola e bianco (anch'esso con lo stemma della scuola sul lato sinistro) e una gonna piuttosto corta . «cheerleaders» pensai.

Continuai a camminare , passai accanto ad un tavolo dove erano seduti 4 ragazzi che si anticipavano lo studio del primo semestre. Assurdo , del tutto assurdo. Mi domando come facciano a concentrarsi con tutto questo chiasso.
Per il resto il campus era pieno di ragazzi che si facevano notare di meno : molti erano come sconvolti , molti in gruppo si lamentavano dell'inizio della scuola ma più o meno tutti erano accompagnati da qualcuno. Mi sentivo così sola e ancora di più quando notavo lo sguardo di molte ragazze , certo forse non ero vestita nel migliore dei modi ma stavo per affrontare delle lezioni non una qualifica per un aspirante modella . Non volevo farmi notare con un abbigliamento vistoso ma c'era sempre una buona motivazione per guardami storto a quanto pare.

Entrai dentro scuola avvicinandomi al mio armadietto dove ordinai i miei libri .

«Sei nuova?» sentì una voce maschile accanto a me.
«è così evidente?» sembrava rimproverarmi della mia area inadeguata e silenziosa . Mi infastidì.
«Un po'» chiuse l'armadietto e ci si appoggiò con la spalla sinistra fissandomi. Chiusi anche io l'armadietto e mi misi nella sua stessa posizione solo dal lato opposto , fissandolo .
«Allora? Vuoi chiedermi come mi chiamo o resterai qui a fissarmi prima del suono della campanella?» Si tratteneva la risata nel dirlo.
«Cosa ti fa pensare che voglia sapere il tuo nome?» spostai il peso dall'armadietto ai miei due piedi .
«Il tuo buon umore ha bisogno di un amico» mi sorrise , di nuovo.
«E cosa ti fa pensare che sia tu l'amico di cui ho bisogno?» feci una risata ironica , forse stavo esagerando ma sono sempre sulla difensiva . È un mio difetto , ho paura di soffrire e di rimanerci male. Dicono che le sofferenza ti rendono più forte insieme agli ostacoli ma secondo me non è vero . Dipende tutto da come abbozzi il colpo , cè chi non sa prendere al volo il dolore e se è cosi quell'ostacolo ti rende solo più debole. Cè chi prende la palla al balzo e trasforma tutto ciò che negativo in positivo ma credetemi : è molto dura a volte.
Mi rispose con una risata sarcastica e a quella aggiunse «piacere Elia» allungandomi la mano pronto a stingermela.
«Lisa.» risposi con la strinta di mano .
«Tieni questo . Non leggerlo per nessun motivo . Restituiscimelo quando ci rincontreremo»

La campanella suonò , più odiosa della sveglia e più chiassosa dei tacchi di mia madre la mattina sul parchè .
«Ci si vede in giro» e mi voltò le spalle. Misi il bigliettino dentro la tasca piccola del mio zaino .
In prima ora avevo chimica così mi diressi verso il laboratorio in fondo al corridoio sulla destra.
Entrai.

A step away from meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora