°...giusto° Pt.4

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Rimasi immobile.
Vidi gli occhi di Elia cambiare nel colore della rabbia: verdi.
Era impressionante: quegli occhi così verdi accesi abbinati a quei capelli mossi neri . Lasciavano senza fiato.
Si avvicinò a Scott , strinse i pugni e si fermò solo quando fu ad un centimetro da lui. Avevo paura che si menassero e non era il momento.
Non sapevo che fare così presi la mano ad Elia , d'impulso , cercando di calmarlo.
Le sue mani si allentarono e sciolsero il pugno di ferro che avevano creato .
"Benedeth non vuole niente da Lisa." Affermò e poi si allontanò piano. Scott scoppio in una rumorosa risata che urtò a tutti noi.
"Stai sbagliando" gli dissi "Stai sbagliando." Ripetei "Che ti succede?" Domandai. Mi guardò senza rispondermi e sorride leggermente ma poi tornò serio.
"Se non volete ascoltarmi.." si fermò e sembrava sorridere ma poi aggiunse "Morirete." E tornò serio.
Detta quest'ultima parola scomparve nel nulla e appena svanì io caddi a terra: le mie energie erano sotto i piedi , o forse ancora più giù. Riuscivo a malapena a respirare , mi misi una mano sulla bocca perché iniziò a bruciarmi e dopo a sanguinare.
Elia e Tomás si buttarono a terra per vedere cosa avessi sulle labbra.
"Va a chiamare qualcuno" Urlò Tomás ad Elia.
"E che cazzo gli racconto?" Rispose con lo stesso tono di voce.
"VA A CHIAMARE QUALCUNO" continuò Tomás ed Elia ubbidì





Tomás:
Era da tanto che non la avevo così vicina al viso ma ogni volta che succedeva non era mai per qualcosa di positivo.
Ormai era una settimana e passa che ci ignoravamo, o meglio, che la ignoravo e la mia pazienza era arrivata alle stelle.
Odiavo vederla così , vederla sanguinare e stare male. Odiavo vedere i suoi occhi pieni di paura volevo rassicurarla ma c'era qualcosa che mi bloccava: non riuscivo ad abbracciarla e a provare affetto per lei nonostante avessi voglia di farlo: ogni passo che faceva il mio cuore verso lei erano due passi in dietro della mia mente.
In quella situazioni però, non ebbi il tempo di discutere con la ragione perciò la presi in braccio e la posai sul letto così che potesse stare più comoda: era svenuta so che non poteva sentirmi.
Mi sentii in colpa e iniziai quasi a piangere. Avevo paura per lei.
"Lisa ... so che in queste settimane sono stato uno stronzo . So che ti ho ignorata senza neanche darti spiegazioni. So che ho sempre parlato male di te alla gente. So di essere stato un bastardo quando mi sono inventato che quella sera avevamo fatto sesso ma cercavo solo di allontanarti da me perché...." non riuscivo a continuare perché inizia a piangere "perché io provo qualcosa per te e ogni volta che Elia si avvicina , ogni volta che ti abbraccia o che mi minaccia di starti lontano ... ogni volta che succede vorrei solo farlo scomparire dalla faccia della terra." Sospirai "E non aspettarti che io ti dica frasi come "sei la mia felicità" perché non è così . Tu non sei la mia felicità ma sei la persona che la rende più bella di quello che già è. Non voglio stare senza quelle bellezza. Sono un egoista del cazzo? Beh può essere" la accarezzai e mi avvicinai alle sue labbra "ma senza te non voglio stare" avevo voglia di baciarla ma in quell'istante entrò Elia . Mi sembrò quasi che fosse stato tutto il tempo fuori la porta ad ascoltare e fosse entrato nel momento sbagliato apposta.
Quando mi girai vidi il suo sguardo fulminarmi ma non m'importava: la volevo ad ogni costo , la volevo al costo di mettere a repentaglio la mia vita ed il problema era che ... anche lui la voleva. La voleva a costo della vita.



Lisa:
Avevo sentito tutto e non posso nascondere che ero furiosa con lui ma anche ... felice. Sentire quelle parole mi avevano resa felice senza un motivo preciso: mi avevano ridato la forza di andare avanti e di tenere duro . Mi avevano ridato la ragione per continuare a sopportare tutto questo.
Ma ero furiosa , furiosa perché mi aveva nascosto di avere una ragazza e perché aveva messo in giro la voce che quella avevamo fatto sesso così dando sfogo alle malizie altrui.
Aprii gli occhi e vidi Elia e Tomás guardarsi come fanno due leoni con in mezzo l'ultima gazzella alla fine della caccia.
"Che è successo?" Domandai.
"Stai bene?" Mi chiese Elia dal fondo della stanza.
"Definisci 'stare bene'" giocai per risollevare l'aria cupa che si era formata nella stanza , accennò un debole sorriso.
"Poteva andare peggio" tornai seria e cercai di alzarmi dal letto: barcollavo.
Mi aiutarono Elia e Tomás a scendere le scale e a tornare alla macchina ma non fu un impresa facile.
"Ti senti bene?" Mi domando Courtney quando ci incrociamo sulla pista da ballo
"Si, ha solo bevuto un po' troppo" rispose Elia.
"La portiamo a casa" finí Tomás.

Arrivammo alla macchina qualche minuto dopo dato che, fra spinte e domande, non fu facile vincolarci.
"Allora? Come ti senti?" Mi domandò Elia
"Meglio di prima." Risposi.
Stettimo in silenzio ad ascoltare la radio fino casa di Tomás: era chiaro che Elia volesse rimanere solo con me ma stavolta avevo bisogno di chiarire con Tom perciò volevo rimanere da lui a parlare per un po'.
"Scendi" gli ordinò. Aveva un tono così tanto freddo che anni quasi paura di dirgli che sarei voluta rimanere con lui.
Feci mio l'ordine che aveva dato a Tomás e aprii lo sportello per scendere.
"Dove vai? Parlavo con Tom" mi disse sorridendo.
"Lo so." Scesi e chiusi lo sportello .
Abbassò i finestrini .
"Che stai facendo?" Mi domandò Tomás: era infastidito ma almeno, dopo la confessione, sapevo perché lo era.
"Sto andando a casa di Tom perché ho..." mi fermai a guardarlo e gli sorrisi, non mossi lo sguardo da lui e continuai "delle cose da chiarire" lui sorrise e si morse le labbra.
Tom si avvicinò all'auto
"Qualche problema per caso?" Stava per allontanarsi quando:" Ah e.. non preme troppo la rabbia sull'accelleratore potresti romperlo e non so se puoi permetterti una nuova macchina" e si allontanò.
Ero imbarazzata da quella situazione ma rimasi seria.
"Va piano" raccomandai.
"Andrò piano" mi sorrise e partì.
Ero stata scortese all'inizio come se volessi infastidirlo e forse era così. Un po' per vedere se era vero che cercava di allontanarmi da Tomás è un po' per capire se davvero lo minacciasse riuscendo a controllare anche me di conseguenza.
Riusciva a controllarci , entrambi e noi nemmeno c'è ne accorgevamo.
"Come riesce a farlo?" Domandai.
"È facile avere tutto sotto controllo per lui. Gioca sulla paura, sui nostri punti deboli" disse.
"E qual è il tuo?" Chiesi ma non ricevetti alcuna risposta.

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