Emozionata mi alzo, Federico spalanca la porta, mostrandomi ad Amos che fa per entrare in casa, ma il braccio del ragazzo biondo lo blocca sullo stipite,
- Non ti ho invitato ad entrare - dice Federico con un tono arrogante.
Che atteggiamento è?
Prendo rapida le mie cose e mi dirigo alla porta, - Te li riporto puliti entro domani sera va bene? - dico pizzicando la maglietta. La mano del biondino mi afferra la testa e sento un bacio affondare nei capelli ancora umidi
- Va bene, piccola - sussurra.
Lo sguardo di Amos è indescrivibile, gli leggo la parola omicidio negli occhi, mentre mi tira verso se. L'espressione di Federico è chiarissima invece, divertito e di sfida, sorride arrogante ad Amos. C'è tensione tra i due e le scosse di elettricità sono visibili.
- Hai le chiavi ? - dico al ragazzo che mi stringe con tanta forza.
- Si - risponde tra i denti, senza togliere lo sguardo assassino dagli occhi di Federico,
Devo uscire da questa situazione molto più che imbarazzante. Lo sguardo dei due ragazzi si posa su di me, sento il vuoto sotto ai piedi. Con tutta la forza che riesco a raccogliere spingo Amos verso la porta del mio appartamento, salutando il mio vicino con un cenno del capo, ma lui non risponde , mentre rientra in casa. Ma che diavolo gli è preso?
Amos mi lancia letteralmente la borsa tra le braccia, lo guardo incredula. Ha le fiamme negli occhi, in silenzio e colpevole frugo nella borsa ed apro la porta. Ma perché mi devo sentire male? Infondo non ho fatto nulla, che cavolo!
Lo invito ad entrare, mentre appoggio furiosamente le mie cose sul tavolo. Furibonda prendo i vestiti fradici e li porto in bagno. Sento la porta chiudersi alle mie spalle, non mi volto per nascondere ad Amos il mio sguardo, non può vedere il mio viso arrabbiato, nessuno può più farlo. Sento le sue mani sfiorarmi il fianco, mi irrigidisco.
Cosa fa? Mi alza la maglia con rabbia, - Se non la togli te la strappo - lo ascolto, mi levo la maglietta di Federico, ed anche i pantaloncini.
Rimango qui, seminuda, con le spalle rivolte ad Amos. La rabbia mi è salita fino alla radice dei capelli. Amos si sta muovendo, sento i passi pesanti dirigersi verso la porta del bagno. La chiude sbattendola, sussulto.
- Non volevo farti spogliare - dice a voce bassissima, dall'altra parte della porta, di conseguenza mi avvicino a questa per sentirlo meglio
- Ma pensare che quei vestiti sono di quell'arrogante mi fanno trasalire -
Ridacchio silenziosamente, tirando un sospiro di sollievo, Amos è un bambino che tiene il broncio, questo suo lato mi leva il peso della tensione di prima. Apro la porta in modo deciso, dietro di questa trovo Amos con un viso dolcissimo. Lo sguardo sorpreso e la bocca spalancata, è adorabile. Lo tiro per la maglia non posso più aspettare, non gli lascerò il tempo di allontanarsi, quindi lo bacio, intensamente,aggressivamente, passionalmente, come se fosse l'unica cosa che mi aiuti a respirare, la rabbia si dissolve in un baleno, le sue braccia mi cingono alla vita, è così bello sentirmi così vicina a lui. Ho gli occhi chiusi , ma mi sembra comunque di vedere la scena. Amos sposta le sue mani dalla mia vita alle natiche, tirandomi su di peso, automaticamente apro gli occhi, con le gambe mi stringo al suo bacino, smetto di baciarlo e ci guardiamo. Nei suoi occhi è scattato qualcosa che sicuramente travolgerà entrambi, gli sorrido maliziosa, mentre il ragazzo a cui tengo il collo con le braccia mi porta in camera.
Mi lancia sul letto, intrppolandomi col suo corpo, una prigionia dolce, diversa da quella che provavo con Davide. Nel togliersi la maglia mi bacia, il petto, il collo ed il mento fino alla bocca, io rapidamente gli slaccio i pantaloni.
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Amos
Romance"È ironico pensare a come il fato, ti mostri le cose peggiori nei momenti che potresti definire migliori."