17.

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È passata una settimana esatta dal giorno in cui ho discusso con Amos, lui non mi ha scritto e nemmeno io l’ho fatto, ho semplicemente vissuto la mia vita come se nulla fosse successo, l’unico che sa della discussione, è Bruno, che è rimasto zitto ad ascoltare i miei sfoghi sapendo che nulla avrebbe potuto tirarmi su il morale. Dalla reazione che ho notato negli altri penso che Amos non abbia detto nulla e gli sono grata, perché non vorrei mai che Skatch o Sonia si sentissero in colpa per noi.

Oggi è una calda giornata di ottobre, stasera nel nostro paese si festeggia la fine dell’estate. Prima di litigare con Amos gli ho promesso di andarci insieme, era così eccitato all’idea di portarmi, ricordo che mi aveva confessato che questa era la sua festa preferita, rimpiango l‘esaltazione che aveva negli occhi mentre parlava di musica, luci e balli. Chissà cosa farò oggi, vorrei andarci, perché tutti nella compagnia ne parlano con eccitazione, ma essendo in questa situazione di standby con Amos non so bene come comportarmi. 

Faccio una doccia di quelle lente, canticchiando qualcosa, giusto per tenere occupata la mente. Mentre mi insapono i capelli sento il cellulare suonare, apro la vetrata della doccia per rispondere, chiudendo il getto tiepido dell’acqua, allungo la mano sul mobile del lavandino per rispondere ma lo sciampo mi entra negli occhi, bruciandomeli, facendomi poi scivolare completamente fuori dal box. Troppo presa dal dolore della caduta mi dimentico completamente della chiamata. 

Il cielo si tinge di meraviglia tramontando di fronte ai miei occhi, ormai rassegnata all’idea di rimanere a casa indosso il pigiama, ma prima di prendere il tablet e mettermi a letto, controllo il telefono, ricordandomi che qualcuno mi aveva chiamato. Guardando lo schermo noto una chiamata persa ed un messaggio da parte di Amos, leggo subito il messaggio e mi viene da sorridere.

AL BAR ALLE OTTO, HAI PROMESSO! 

Per fortuna sono solo le sette, quindi ho un’ora per prepararmi, so che sono arrabbiata con Amos, ma non posso fare a meno di sorridere all’idea di vederlo.

Con le zeppe marroni ai piedi corro al bar, il cattivo umore l’ho lasciato a casa, e quando lo vedo fuori dal locale con lo sguardo impaziente gli salto al collo, mi afferra al volo ridendo a squarcia gola, quanto mi è mancato, quanto ho voluto stare in queste braccia e sentir questa meravigliosa risata. Sto per baciarlo ma mi fermo quando dietro le sue spalle vedo Skatch e Sonia lontani come se i sentimenti che provano reciprocamente non esistessero. Prendo per mano Amos ed insieme ci dirigiamo alla piazza, che non è vuota e silenziosa come al solito, il circolo splende di luci colorate, la gente  dipinge la strada con magnifici colori accesi e vivaci, tutti ballano e ridono, è così bello qui, capisco bene perché Amos ama quest’occasione festiva, come Dj c’è Mirco che ci saluta agitando il braccio, non so perché ma ricambio il saluto nello stesso modo, per poi buttarmi nella folla danzante. Mi blocco nel vedere una scena che mi fa perdere il senso dello spazio. Guardare Federico ballare con una ragazza un po’ m’infastidisce, vederlo sorridere mi fa pensare che sia scontroso solo con me. Tiene la ragazza con i capelli rossi come il sangue per la vita, mentre viso è pericolosamente vicino a quello di lei. Probabilmente nel suo libro parla di questa ragazza dai jeans stretti e la maglia nera a righe semitrasparenti, per un secondo ho avuto la presunzione nel pensare che quelle “ labbra rosse, bisognose di un amore semplice” fossero le mie, ma ora, vedendo la loro complicità sono sicura che sia lei la proprietaria di quelle labbra. Distolgo i miei occhi un po’ gelosi da quella scenetta così carina e perfetta cercando il viso di Amos. Quando lo scorgo in mezzo alla gente lo trovo immerso in una conversazione con un ragazzo altro, bello e tatuato, quando il mio fidanzato dopo alcuni minuti mi nota mi tira verso di se.

AmosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora