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- SKATCH... SKATCH! -

Urla Clio. Ci troviamo di fronte ad un complesso di villette a schiera, color pesca, circondati da giardini pieni di fiori colorati. Non posso credere che quel tamarro di Skatch possa vivere in un posto del genere, ridacchio tra me e me, immaginando lui tatuato e grosso che raccoglie una margheritina dal praticello verde. Clio mi fulmina con gli occhi, prima di tirar fuori dalla sua borsa un mazzo di chiavi attacchate ad un portachiavi a forma di maiale pelosissimo, apre il cancelletto della villetta di fianco a quella di Skatch, appoggia le borse sul vialetto e scavalca agilmente il muretto che separa le due case. Chiudendomi il cancelletto alle spalle, seguo i movimenti di Clio, in modo veramente goffo, facendo irruzione nella proprietà di qualcuno.

Il rumore del citofono sta iniziando ad assordarmi, certo che sa essere insistente la bionda agitata accanto a me. Quando le sposto la mano dal citofono, con sorpresa il viso opaco di Skatch emerge dalla pesante porta grigia. Clio entra senza fare molti complimenti, mentre io rimango sulla soglia dell'entrata, aspettando l'invito del padrone di casa.

- Entra - dice stancamente il nostro amico. Ha il volto di chi non ha dormito. Lo guardo solo in volto, perché se abbasso lo sguardo ho paura di arrossire, infatti indossa solo dei boxer larghi blu scuro in raso.

- Mettiti qualcosa - gli ordina Clio, che nel frattempo si è accomodata sul divano color crema in soggiorno.

Quando Skatch, riemerge dal seminterrato, o come l'ha chiamata lui, " la dimora". Indossa una tuta a forma di panda. A momenti non sputo il tè freddo, che Clio mi ha (gentilmente? ) offerto, incredibile come non sembri ridicolo nemmeno quando indossa una cosa del genere, ora non posso far altro che fissarlo .

Sapevo che erano molto intimi ed ora credo di capirne anche il perchè , sono vicini di casa dai tempi dell'asilo, così mi hanno spiegato. Non riuscivo a comprendere il legante della loro amicizia, è chiaro anche solo guardandoli che l'uno sia l'opposto dell'altra, ma vederli separati è molto più strano che vederli assieme, sono come quegli uccellini, gli inseparabili, che vivono sempre insieme uniti da un legame indistruttibile. All'inizio pensavo che tra di loro, c'era un amore segreto, che sarebbe sbocciato a breve, speravo fosse così, ammetto. Almeno mi sarei levata il dubbio perenne che riguarda i sentimenti di Clio nei confronti di Amos. Quello...

- Schifoso traditore! - 

Skatch, si drizza sull'attenti, al suono della mia imprecazione. 

- Quando è tornata, Ivan? Quando è tornata?

Ivan? Il Nome di Skatch è Ivan... 

- Chi ? - risponde, il chiaramente confuso.

Clio prende un lunghissimo respiro, per cercare di mantenere la poca calma che le è rimasta in corpo. Quando il suo petto torna nella posizione normale, con una voce tremante quasi non sua spiega la situazione a Skatch.

- Siamo state al "Peonia", ho visto Ambra... l'abbiamo vista! - dice indicandomi con la testa.

Vedo il viso di Skatch cambiare, letteralmente colore. Quella reazione non mi tranquillizza affatto, tutt'altro. Inizio a tremare peggio delle prime foglie gialle d'autunno. Le mani mi sudano e le asciugo sulla gonna blu.

- è Arrivata il 21, è stato Amos a portarla a casa dall'Aereoporto. L'ho sostituito io a lavoro -

Dallo sguardo allarmato dei due, capisco che quest'Ambra non porta buone notizie, soprattutto per me. Il 21. Inizio seriamente ad innervosirmi.

- Cos'è questa ragazza per Amos? - Chiedo con un tono così basso che a momenti credo di non aver detto nulla.

Non ottengo risposta, ma capisco dalla loro espressione che mi hanno sentito chiaramente

AmosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora