Il pranzo è pronto, ma come al solito Amos arriva quando vuole, infatti lo sto aspettando da 40 minuti, non mi arrabbio nemmeno, infondo c’era d’ aspettarselo.
Suona il campanello, istintivamente controllo dal balcone e vedo Amos che mi saluta non un cenno delle dita, apro il cancelletto e la porta, lasciandola spalancata mentre aspetto che lui, con tutta calma salga. Sento una presenza dietro di me e allora mi giro con un sorriso a 32 denti, fino a quando mi rendo conto di avere di fronte il solito biondino che, con il suo sorriso sarcastico dice - Non sei troppo grande per tenere la porta aperta in questo modo? - , prima che possa rispondergli, dalle sue spalle svincola Amos che gli si para di fronte - Il malintenzionato, piacere -, il biondo un po’ infastidito gli risponde con un tono poco amichevole - Di malintenzionati questa qui ne invita tanti a casa - detto questo gira i tacchi e se ne va. Amos, si gira, guardandomi sorpreso, con uno scatto lo spingo in casa e chiudo rumorosamente la porta.
Appoggia un sacchetto di una pasticceria sul tavolo per poi sedersi pesantemente, lo guardo in faccia, mi sembra strano, negli occhi ha un ombra .
- Scusa il ritardo, nell'arrivare qui mi sono sentito in dovere di portare qualcosa per il dessert, quindi sono andato in pasticceria ed ho dovuto fare una coda incredibile, ora mi sento ancora come se stessi in fila -
Quella frase mi pugnala alla schiena e quando servo le portate evito di guardarlo negli occhi. Inizio a mangiare fissando il piatto, ma sento il suo sguardo punzecchiarmi. Alzo gli occhi verso di lui, vedo la sua bocca aprirsi, so già cosa sta per chiedermi,
- Il biondino parlava di Davide. Ieri è venuto a trovarmi lui, per parlare diciamo -
- Ma quanto è antipatico, gli avrei spaccato la faccia -
- Infondo non lo conosci, se si è presentato è perché è preoccupato per me -
- Ci stai insieme? E il tuo ex? Non mi va giù se si tratta di uno sconosciuto -
- Ma cosa hai capito? Io odio il biondino, parlavo di Davide -
Scoppiamo a ridere per lo stupido malinteso. Nessuno dei due tocca più cibo, svuoto e sistemo i piatti nel lavandino, facendo accomodare Amos sul divano che, a contatto con la sua persona perde il suo color antracite, sembra prendere tutt’altra tinta. Qualcosa di nuovo, fresco. Mi siedo affianco a lui standogli appositamente lontana, ma nell’incrociare le gambe sento le sue braccia avvolgermi le spalle e spingere la mia schiena sulle sue cosce, da questa visuale non riesco a vedergli il viso, solo il largo mento nascosto da un leggiero prato di barba. Non fiato, per paura di rovinare il quadro che la mia testa a creato. Immagine che viene strappata da una suoneria, la mia. Con fretta mi cancello e rispondo al telefono con un tono stranamente dispiaciuto…
- Pronto , tesoro tutto bene? -
Davide. La sua voce, come la sua immagine devono offuscarmi la mente ogni volta che inizia ad intraprendere un viaggi bellissimi. Gli rispondo a monosillabi. Chiudo in fretta la telefonata, appoggiando il telefono sul divano. La piuma si lascia cadere leggermente a terra. Nervosamente inizio a ridere ma smetto quando la calda mano di Amos mi tocca la testa. Mi raccoglie dal pavimento e mi abbraccia,
- Anche pieni di lacrime i tuoi occhi sono bellissimi -
Lacrime? Sto piangendo come una bimba, e non riesco a smettere, tutto questo mi rende più debole. La distanza da tutti, fingere di amare chi non credo di amare e la sensazione di abbandono a me stessa. Davide non è quello che fa per me, ma quando non mi è stato vicino mi sono sentita morire. È stato così fino al giorno in cui ho conosciuto Amos, però poi il dolore è tornato, quando l’ho rivisto alla festa, lì, vestito della sua arroganza, e mi sono lasciata rapire di nuovo.
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Amos
Romance"È ironico pensare a come il fato, ti mostri le cose peggiori nei momenti che potresti definire migliori."