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È finita.

La mia storia d'amore è finita, mi ha lasciato con una telefonata, una stupidissima telefonata, ed io cos'ho fatto? Sono stata a sentire l'uomo che amo lasciarmi, dicendo che la distanza lo uccide.

Si, un' ora di macchina lo distrugge. Infondo lo sapevo, sapevo che lui non era abbastanza forte per sostenere la nostra relazione, ma allora perché sto così male? Perché piango mentre gli scrivo qualsiasi cosa, pur di vedere "sta scrivendo..." su whatsapp? Anche se poi l'unica risposta che ricevo sono le due freccette del visualizzato. Lo so che non mi ha lasciata per la distanza, ma vorrei sapere la vera motivazione, me lo merito, infondo cos'ho fatto di male per meritarmi di essere abbandonata? 

Basta non ne voglio più sapere.

Si come no, continuo a connettermi su Facebook per vedere come sta,  la mia mano condivide no-stop link incredibilmente tristi, riferiti alla mia separazione. Lui che fa? Se ne sbatte, pubblica foto di quanto è felice ora che non mi ha più nel suo cuore. 

Ma cosa succede all'amore? Perché nasce così all'improvviso e muore nello stesso modo? I sentimenti dove vanno? E chi smette di amare cosa prova? Si sveglia la mattina e scopre di non essere più innamorato? 

Ora capisco quando si dice che l'amore è una malattia, infondo si comporta nella stessa maniera, io sono malata in stato terminale. Solo che ora non ho nemmeno le medicine.

Infatti mi sono appena trasferita in un nuovo paese. In una nuova casa che ricorda lui, per andare avanti, per migliorare la mia vita, ma questo cambiamento è diventata la scusa perfetta per essere lasciata, ed ora sono qui inconsolabile , lontana da quei pochi amici che avevo.

Una festa. 

È quello che mi serve, chiamo tutti e faccio una festa, tanto per far capire a quello stronzo che anche io mi so divertire. Ma non mi so divertire. Infondo sono stata fidanzata per tutta l'adolescenza ed ora che ho 18 anni non so nemmeno da dove iniziare. I miei vecchi amici, sono gli stessi suoi amici e qui, in questo nuovo paese non conosco nessuno. Però sono determinata a farlo.

Vestito nero, gilet in jeans malandato, zeppe nere alte, due fili di eye-liner e uno spruzzo di Calvin Klein, sono pronta. Do un'occhiata allo specchio, mi guardo attentamente, come non facevo da troppo tempo, sono uno schifo non posso uscire così, è da quando sono stata lasciata che non mi prendo cura di me stessa , ed i peli in tre settimane diventano foreste. Il piano per andare a cercarmi degli amici per oggi è fallito.

Mi strucco e lavo di fretta, nemmeno il tempo di mettere il pigiama che mi perdo nel mondo dei sogni.

La sveglia suona, controllo l'ora alzandomi d'istinto, le sette, indosso un vestito verde tinta unita e mi trucco svogliatamente, un'altra giornata di lavoro sta per iniziare.

Da quando abito in questo paese sperduto nel mondo, lavoro in un negozio di abbigliamento e per arrotondare do consigli di moda, ma per come sono conciata comprendo perchè la mia clientela sia calata.

Anche oggi nessuna consulenza, però il lavoro mi aiuta a non pensare a quanto schifo faccia la mia vita. 

Sono alla fermata ,i minuti passano lentamente, ed io sono qui ad aspettare, continuo ad attendere ma quello stupido bus non passa. 

- Hey, guarda che c'è sciopero -

Alzo lo sguardo ma non vedo nessuno, tranne una macchina accostata giusto di fronte a me, cerco di scrutare nei finestrini scuri dell'auto, quando da questa esce un ragazzo piuttosto alto. 

- Ho detto, che c'è sciopero -

Mi dice parando il suo viso proprio di fronte al mio.

Non rispondo, ma lui mi prende per il polso, apre la portiera del passeggero spingendomi leggermente verso il sedile, poi sedendosi accanto a me, mi chiede dove abito.

AmosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora