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La terza lezione, geografia, è appena finita e io mi sto preparando psicologicamente per andare in giardino con Ariana ed alcuni suoi amici
"Sono simpatici?"le chiedo un po' titubante
"Certamente. Fidati, ti troverai benissimo con loro" mi sorride e, mentre attraversiamo il corridoio, cerco di non farmi vedere agitata.
Ci stiamo avvicinando ad alcune panchine dove sono seduti alcuni ragazzi, la cosa che mi preoccupa è che non c'è nessuna ragazza
"Ehm...non mi avevi detto di avere solo amici maschi" bisbiglio ad Ariana
"E infatti non ho solo questi scemi, ho anche te"mi risponde facendomi l'occhiolino. Scuoto la testa sorridendo e sentendomi lusingata dalla sua risposta
"Ciao ragazzi. Voglio presentarvi una persona: Tea Johnson" annuncia fiera la mia nuova amica e mi spinge davanti
"Piacere" mi presento e i ragazzi mi guardando e ridacchiano tra loro. Giuro che uno sembra quello a cui ho chiesto indicazioni stamattina.
Ariana, vedendomi in difficoltà, mi porta da loro e mi obbliga a sedermi .
Prima di andarsene, bisbiglia agli altri che sono single
"Come se non l'avessi sentita..." borbotto indignata e due ragazzi scoppiano a ridere
"Anche io sono single" fa il ragazzo di stamattina
"Si Cameron...come no !"replica un altro
"Ma siete sarcastici?"chiesto confusa
"Certo, bellezza". Cerco di non imbarazzarmi per la parola che ha usato, così mi sistemo un po' i capelli, che sono sempre più decisa di tagliare
"Da dove vieni? Ho sentito che prima stavi in un collegio" dice un altro ragazzo con i capelli scuri. Rabbrivisco ma rispondo ugualmente
"Si è vero. Ma non è una bella storia quindi è meglio non parlarne" taglio corto ma Cameron sembra deciso a saperne di più.
"Ho saputo che un giorno sei stata picchiata davanti a tutti"se ne salta fuori. Mi si gela il sangue nelle vene e sento le lacrime accumularsi nei miei occhi
"Come osi? Brutto stronzo !"grido e mi alzo in piedi "Fatti i cavoli tuoi!". Scappo via asciugandomi le lacrime con fare nervoso, ignorando gli sguardi indiscreti delle altre persone presenti in giardino. Come si è permesso quello di dire davanti a tutti la mia esperienza orribile, forse una delle peggiori della mia vita ?...Ma soprattutto come fa a saperlo? Sono qui da poco e in questo mese non ho conosciuto nessuno. L'unica a saperlo è zia Charlotte e ho paura che lei conosca Cameron o magari i suoi genitori e gliel'abbia detto.
Nelle prossime due ora di scuola, ho la testa altrove e non riesco a concentrarmi neanche quando la professoressa spiega qualcosa di storia, la mia materia preferita in assoluto.

"Come è andata?"chiede la zia quando salgo in macchina "Ho fatto la scelta giusta?"domando sorridendo e fiduciosa che io le risponda "Certo, zietta". Ma non sarà così perchè ho già pronte la parole che le dirò quando scoprirò che è stata lei a raccontare le mie faccende private
"Un certo Cameron mi ha detto, anzi ha detto a tutti che sono stata picchiata dalla Huber nel collegio in California" comincio calma mentre lei si agita sul sedile
"Senti, Tea. Conosco il padre di Cameron, è un mio grande amico e io con lui mi confido. L'avrà detto a suo figlio, sai com'e: rapporto tra genitori e figli..."
"Non m'importa di questo stupido rapporto, non dovevi dirlo a suo padre!"sbotto
"Attenta...vengono da una brutta situazione !". A questo punto non ci vedo più dalla rabbia e grido
"Perchè io scusa?! Pensi che in California mi trattassero bene?". Scendo dalla macchina e scappo via
"Aspetta Tea!"sento urlare la zia ma me ne frego e continuo a correre.
Sono appena passata davanti a Forever 21 quando sento il mio polso strattonato e la voce della zia che mi obbliga a guardarla
"Dovevi proprio dirlo? Già a scuola è andata male più ti ci metti anche tu"dico singhiozzando
"Non volevo Tea. Scusa". Zia Charlotte mi fissa aspettando una mia possibile risposta. Ma ho la gola secca e non riesco più a parlare
"Per favore Tea, non voglio vederti così"sussurra accarezzandomi dolcemente il viso
"Scusa...", la abbraccio a comincio a piangere. Sono una stupida. Non avrei dovuto trattarla così, mi sento come con Janine quando ci siamo dette che ci consideriamo amiche e io per anni non avevo fatto altro che ignorarla.
"Ora torniamo in macchina. Sto congelando"dice dopo che abbiamo fatto una passeggiata per riflettere un secondo "Quando arriviamo a casa ci mangiamo una buona minestra"sorride. Sono inorridita
"Odio la minestra!"replico e lei scoppia a ridere
"Lo so, lo so". Mi unisco alla risata e così, tra una chiacchiera e l'altra, arriviamo a casa. Ogni volta che guardo questa casa, mi convinco sempre di più del fatto che la zia sia una persona ricca, molto ricca; ma non ho mai il coraggio di chiederle qualcosa al riguardo.
Dopo che ci siamo messe i pigiami e abbiamo cenato, io e la zia ci sediamo sul divano per trascorrere la serata davanti alla grande televisione appesa al muro
"Allora, apparte quel piccolo casino, come è andata la giornata?"mi domanda la zia
"Bene. Ho conosciuto una ragazza, Ariana. È davvero simpatica. Te invece, con il capo?"ridacchio pensando alla conversazione di stamattina
"Bene dai. Non c'era, per fortuna". Suona il campanello e la zia si precipita ad aprire, mi stupisce che se ne sia fregata che è in pigiama. In genere lei è sempre perfetta.
"Tea guarda chi c'è!"esclama la zia sorridendomi. Mentre lo vedo entrare, la mia prima reazione è di correre via.
Mi rifugio in camera, pensando ad un piano per scappare da questa casa
"Tea?"chiama la zia da fuori. Rispondo con un 'sì' un po' morto e lei entra "Vieni subito a salutare"mi ordina severa
"Non voglio vedere Cameron"sbuffo come una bambina capricciosa
"Bè, ti presento a suo padre. Ti aspetto di là"dice prima di uscire dalla camera. Che rabbia! Non voglio avere niente a che fare nè con Cameron nè con la sua famiglia.
Controvoglia, mi alzo dal mio comodo letto a baldacchino ed esco in corridoio. Faccio un respiro profondo prima di entrare in salotto
"Ah,  eccola qui"dice la zia indicandomi e Cameron e il padre si girano a guardarmi
"È lei tua nipote?"domanda stupito l'uomo
"Si sono io. Piacere"mi presento sforzandomi di sorridere e lui mi stringe forte la mano
"Che bella ragazza che sei" si complimenta e sento Cameron ridacchiare
"Allora ragazzi, che ne dite se ci mangiamo un bel dolcetto?"domanda a tutti la zia. Mentre gli altri due annuiscono volentieri, io sto zitta a dico che vado un secondo in bagno. In realtà è una scusa per andarmene da quella stupida conversazione in cui ero accidentalmente capitata.
Mi chiudo ugualmente in bagno e mi guardo allo specchio. Fisso l'immagine di me stessa riflessa davanti a me: questa sono io. Sono Tea Johnson e non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno perchè in tutti questi anni passati in California ho sviluppato delle armi di difesa e ora credo che devo metterle in pratica. Però ora basta signora Huber a cui pensare, basta rivangare sul passato. La mia vita adesso è questa, qui a New York; mi sento rinata ora che sto in questa casa, in questa metropoli, con zia Charlotte.
Siccome ci sobo dei vestiti sopra la lavatrice, mi tolgo le stracce che ho addosso e metto quelli, che sono decisamente più decenti. Torno velocemente in salotto per non dovermi subire ulteriori prediche della zia e mi accomodo a tavola.
Mentre mangiamo il dolce, noto con sorpresa che il signore non la smette di fissarmi e la cosa mi infastidisce e mi mette a disagio allo stesso tempo
"Era buonissimo, Charlotte"fa lui e la guarda ammaliato. Accidenti, che donnaiuolo quest'uomo! Ridacchio per la mia osservazione e Cameron mi guarda
"Qualche problema?"chiedo scocciata
"Nessuno"
"Bene."
Purtropppo fuori ha cominciato a diluviare e il padre e Cameron si trattengono qua a guardare un film. Apprezzo la cordialità della zia però forse non è ideale per questi due, fossi io li avrei già cacciati
"Una piccola cosa...perchè sono venuti ?"bisbiglio a zia Charlotte mentre prepara del tè caldo
"Non essere scortese. Sono brave persone e se ti può interessare ti dico anche che ho organizzato io la serata. Inizialmente dovevamo andare al cinema ma..."comincia
"Okay ho capito. Io torno di là".
"Tea quanti anni hai?"mi chiede il padre di Cameron
"Sedici. Cameron"mi rivolgo al ragazzo che stamattina mi ha deriso "Sei curioso, te?"gli faccio un sorrisetto maligno e lui comincia ad agitarsi
"No,perchè?"
"Perchè vedo che stamattina non ti sei fatto tanti scrupoli a raccontare le cose mie ai tuoi amici"replico tornando seria e lui impallidisce. Il padre è calmo e sembra pure assumere un'espressione irritata nei miei confronti
"Bè, vedo che tutti e due avete bisogno di un lavaggio del cervello", mi alzo in piedi e con passo svelto mi dirigo in camera. Se la sono cercati tutti e due: Cameron stamattina con la sua uscita e il padre stasera, con il suo modo di fare. Con me hanno chiuso tutti e due. Non voglio neanche più sentirli nominare.
Guardo il letto e decido che per stasera ho chiuso in tutto e per tutto: mi stendo sul letto e mi copro con la coperta. Buonanotte, Tea.

Ricordami che esisto (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora