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Ho passato la notte in bianco, non facendo altro che andare in bagno e vomitare. Ieri sera credo di aver sbagliato ad essere andata via con Ariana, avrei potuto seguire la zia e forse provare a conoscere meglio Cameron e il padre
"Hai una brutta cera"osserva la zia quando entro in cucina. Lei è bella e perfetta come sempre e si sta preparando un sandwich: mi chiedo come faccia a non ingrassare. Mangia tantissimo ma non si vede mai nel suo corpo
"Non ho dormito stanotte. Il cibo ha fatto schifo"confesso sedendomi sul divano
"Ah". La zia si siede a tavolta e comincia a divorare l'enorme panino che si è fatta
"Non ne hai fatto uno anche per me?"domando scocciata
"Sono di fretta. Devo fare gli straordinari oggi e a te conviene studiare. Ho le mie voci che dicono che l'altra volta non hai fatto i compiti di fisica"spiega
"Cosa? Bè allora sentiamo chi è stato: chi è il deficiente!"grido. Odio quando qualcuno fa la spia; è una cosa che proprio non sopporto
"Calmati,Tea. Quella persona ha fatto bene. E al contrario tuo ha avuto il coraggio di dirmi ciò che era successo"replica calmissima
"Sai che ti dico? Ascolta pure Cameron e quel cretino di suo padre e continua a credere a loro, a fidarti di quei due. Con me hai chiuso definitivamente"concludo e con una merendina in mano, corro in camera mia. La zia si è rivelata più stronza del previsto e io che pensavo fosse la solita personcina carina e coccolosa di cui di innamori subito. Ma mi sbagliavo anche per questa volta, la seconda volta

Lo studio è una delle cose più brutte del mondo soprattutto se domani hai una verifica di fisica e non hai neanche mai aperto il libro durante la settimana. Come al solito, mi sono ritrovata all'ultimo momento e so benissimo che la verifica mi andrà malissimo.
Sto leggendo l'ultimo capitolo quando squilla il telefono: numero privato. Rispondo anche se so che sarà uno stupido scherzo telefonico di ragazzi deficienti
"Pronto?"
"Tea, ciao"dice la voce. Chi cavolo è?!
"Posso sapere chi sei?"chiedo, cominciando già ad arrabbiarmi
"Sono...ehm"balbetta "Sono Cameron"
"Cameron, oh si! La spietta che va da mia zia a raccontare ciò che succede a scuola. Allora, spia: ti diverti tanto a fare scherzi telefonici ? Spiegamelo !"grido
"No in realtà ti stavo chiamando perché...bè siccome tua zia non risponde e io ho il tuo numero, se per favore potevi dirle che ha lasciato la sua giacca in macchina mia"spiega, alterato
"Va bene glielo dico. Ma la prossima volta dì subito che sei Cameron"e riattacco, maledicendolo. Riprendo a studiare, alla zia ci penserò dopo.

"Tea? Ci sei?". La voce della zia echeggia in corridoio. Sbuffando mi alzo dal letto e apro il minimo indispensabile la porta
"Io devo uscire, torno tra poco. Se hai fame vai da McDonald oppure preparati un panino. Ma non dovrei tardare"mi dice
"Pensavo dovessi andare al lavoro; comunque okay. A dopo" replico e faccio per chiudere la porta ma lei la blocca con un piede
"Il mio capo mi ha chiamato e ha detto che non c'è bisogno che vada."mi spiega. Annuisco e le sbatto le porta in faccia.
Rientrata in camera la voglia di studiare è passata e l'unica cosa che vorrei fare è una bella passeggiata per la città, nella speranza di conoscere persone nuove e questo immenso posto.
Il telefonino squilla e mi auguro vivamente che non sia di nuovo Cameron
"Tea! Sono Ariana"
"Ehi ciao. Tutto bene?"chiedo, sentendo la mia amica agitata
"Sì è che...bè saresti disposta a venire un attimo: dovresti farmi un grande favore"spiega frettolosamente
"Dimmi tutto"
"Saresti disposta ad aiutarmi con aritmetica? Non ci capisco niente e domani io ho una verifica importante". La sua richiesta mi lascia spiazzata: in matematica sono completamente negata!
"Non me la cavo molto bene con i numeri" replico, incerta
"Ti prego. Non posso prendere un voto basso, i miei genitori sarebbero capaci di uccidermi!"mi supplica
"E va bene. Sono da te tra dieci minuti massimo"concludo e lei mette giù. Aiuto! Ci voleva proprio questa...
Infilo velocemente le Adidas e corro in strada. Purtroppo non ho una macchina e nemmeno un motorino e raggiungere il centro città a piedi mi farà impiegare molto tempo
"Tea!"chiama qualcuno dietro di me. Mi volto e vedo con mio grande stupore il volto del padre di Cameron
"Buongiorno. Desidera qualcosa?"chiedo diretta. Non ho nessuna voglia di parlare con questo qui
"Cameron mi ha detto che voi due vi odiate profondamente" risponde
"Io non lo odio!"mento
"Mi sembrava di aver capito cosi. In ogni caso volevo comunque chiederti scusa: mio figlio è un ragazzo molto strano e delle volte davvero misterioso"mi ammonisce, come se io avessi tentato in qualche modo di conoscerlo
"Ehm...va bene. Prenderò in considerazione le sue parole; ora mi scusi ma sono un po' di fretta"lo saluto e mi volto per andarmene quando sento qualcosa colpirmi alla testa. Svengo, perdendo i sensi.

Ricordami che esisto (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora