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Charlotte's pov
La mia preoccupazione nasceva ogni momento di più. Ero in ansia per mia nipote, Tea: in lotta contro la vita e la morte.
Dopo che sono accorsa sul luogo e l'ho trovata distesa sulla barella che sgrondava sangue, ho pensato che fosse morta. Ho cominciato a piangere e dei passanti si sono a consolarmi e a dirmi che l'ambulanza sarebbe stata lì a momenti
"Chi è stato?!"ho chiesto ripetutamente.So che Tea non vive benissimo con me quindi i sensi di colpa di un tentato suicidio hanno cominciato a divorarmi ma quando un uomo mi ha detto di aver visto un signore sbatterle addosso un bastone di ferro, ho capito che qualcuno aveva tentato di ucciderla. Gli chiesi di ricordare come era fatto l'aggressore, in modo da capire chi poteva essere stato tanto cattivo da voler uccidere mia nipote; l'unica persona carache ho. L'unico ricordo di mia sorella.
L'uomo si è deciso a raccontarmi tutto per filo e per segno
"Un signore alto e abbastanza muscoloso, stava parlando con lei. Sembrava imbarazzata e quasi impaurita da quell'uomo, tanto insistente e sospetto. All'inizio pensai che fosse stato suo padre che andava a scusarsi con la figlia ma dopo aver visto sua nipote indietreggiare e lui assumere un'espressione come demoniaca sul volto ho capito che era un malintenzionato. Uno spregiudicato che voleva farle del male; mi sono avvicinato e ho tentato di fermarlo ma lui mi ha scaraventato per terra e con furia è corso vero la ragazza di spalle e le ha colpito violentemente. È caduta a terra, perdendo i sensi e l'uomo ha tentato di fuggire quando io l'ho bloccato con l'aiuto di altre persone che nel frattempo erano accorse. Una donna si è avvicinata e ha chiamato subito i soccorsi che sono arrivati nel giro di due minuti massimo. Alcune persone cercarono di coprire la testa sanguinante di sua nipote con degli stracci, di bagnarla con dell'acqua ma la situazione peggiorava sempre di più. L'uomo nel frattempo continuava a dire frasi senza senso che ora non ricordo
Arrivata l'ambulanza e i carabinieri che l'hanno subito portato via, ho raccontato tutto e i medici hanno trasportato sua nipote nella barella e portata all'interno dell'ambulanza per verificare la gravità della ferita. Era grave sì, ma curabile.
E dopo è arrivata lei; sono stato attimi di panico e ho rischiato davvero di fare un infarto alla vista di sua nipote. Ora per fortuna è tutto a posto"finì di spiegare. Era stato Michael, il padre di Cameron nonché mio ex fidanzato e grande amico. Di lui mi fidavo ma so che ora solo sentire il suo nome mi viene voglia di ucciderlo con le mie stesse mani.
Insomma, come può una persona essere così crudele da voler uccidere una ragazza così giovane con un passato difficile? Bisogna essere davvero degli assassini!
In un misto tra rabbia, delusione, rancore e preoccupazione, mi avvicino ad un'infermiera chiedendole come sta mia nipote
"Tutto bene. La dimettiamo domani;  non può entrare, sta dormendo e ora le visite sono finite" mi spiega e va via. In questo ospedale sono davvero troppo frettolosi, superficiali e antipatici. Pretendono che noi rispettiamo le regole e manteniamo la calma ma come posso quando c'è mia nipote in quella merda di stanza che è in bilico tra la vita e la morte?
Spazientita, mi siedo sulla sedia di fronte alla stanza di Tea e comincio a pensare a come abbia vissuto in questo giorni la poveretta. Inizialmente con me stava bene nonostante avesse delle crisi di pianto delle volte quando parlavamo, poi il nostro rapporto si è pian piano spento quando ha cominciato a rendersi conto che io ero troppo iperprotettiva.  Mi avvicino alla finestra e osservo la mia bella nipote che dorme; non è un sonno tranquillo, tutt'altro. Si agita e gira la testa ogni dieci minuti, deve darle molto fastidio.
"Tea, cosa ti ha fatto quel maledetto"sussurro appoggiando una mano sul vetro e sospirando sommessamente
"Va tutto bene, signora?"chiede un dottore avvicinandosi. Mi volto a guardarlo e accenno un sorriso
"Si, grazie". Lui annuisce e io torno a sedermi sulla sedia
"Charlotte"dice una voce, riscuotendomi dai pensieri
"Cameron,  ancora qui? Sono le tre di notte. È tardi"chiedo stupita.
"Non riesco a dormire e il pensiero della cattiveria di mio padre mi tormenta. Così ho pensato di venire a fare un giro"borbotta. Si vergogna di dirlo, di ammettere che odia non avete più un punto di riferimento "Pensavo si fosse svegliata ma...sono proprio uno stupido. È meglio che torno a casa"
"Ti accompagno io"propongo
"No"dice secco "Tu stai qui con tua nipote". Lo saluto e con un cenno del capo si allontana.
Persino quel ragazzo, che nella vita ne ha combinate tante, mi fa pena. Perché come me è destinato a vivere da solo, senza l'accompagnamento di una figura adulta al suo fianco, che gli dia consigli e lo protegga affinchè viva una vita serena.

Spazio autrice:
Vi ho portato finalmente il punto di vista di Charlotte.
Allora, che ne pensate? Scrivetelo nei commenti e votate il capitolo se vi piace❤...Comunque volevo ringraziare di cuore tutte le persone che mi seguono e mi hanno fatto arrivare a questo piccolo traguardo.
Grazie di ❤









Ricordami che esisto (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora