Chapter 12- Half past nine

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"Can't take my eyes off,
Can't take my hands off you
For the first time."
12 gennaio 2020.
Mi risvegliai per l'ennesima volta nel letto dell'hotel, senza sapere chi mi avesse riportato qua o cosa fosse successo dopo. Della gita non me ne era mai fregato nulla, e dopo tutto quello che era successo ero così confusa che non riuscivo a fare niente; in qualsiasi momento pensavo a lui.
A come mi aveva stravolto la vita.
A come si era comportato.
A tutto, insomma.
Era stato un imbecille, lo avrei ripetuto fino alla fine. Ma cosa potevo fare? Sentivo di provare un sentimento forte nei suoi confronti.
Ma forse c'era un barlume di speranza, la scorsa sera mi aveva protetto nonostante lo avessi "respinto" la sera in cui mi ero rifugiata in casa sua.
E si, per me le piccole cose contavano tantissimo, le notavo sempre.
Quando mi alzai, c'era solo Clarissa. All'inizio non sentii niente, ma quando mi misi davanti allo specchio vidi l'enorme livido che avevo allo zigomo sinistro, e come se non bastasse, tastandolo faceva un male cane. Non ebbi più il coraggio di toccarlo, sapevo che avrebbe fatto troppo male.
Clarissa mi si presentò davanti.

-È tutto finito..- disse.

-Oddio! Cos'hai in faccia?- gridai, aveva un livido molto più grande e scuro del mio.

-Tranquilla, è tutto finito. Quando sei svenuta ti abbiamo riportato a casa. Volevamo portarti all'ospedale ma sarebbe stato un casino troppo grande, sapevamo che ti saresti risvegliata e ti saresti ripresa quasi subito, ed ora siamo qui, fuori da tutto questo casino, non ne sei contenta?- disse in tono pacato.

-Oh, ovvio...- sussurrai - Chi mi ha riportato qua?-

Dovevo saperlo, e per la prima volta la risposta fu quella che mi aspettavo.

-Bradley, ti ha preso in braccio e ti ha portato fin quì- disse contenta.

-E lui come sta?- ero preoccupatissima.

-Non so, sembrava bene. Forse faresti meglio a ringraziarlo- disse poi.
Presi il telefono.

-Ah, non in chat, di persona- disse con un sorrisetto.

Sorrisi anche io. Del resto era finito tutto sul serio.
-E Connor?- chiesi.

-Oh, sta benone- rispose.

-Scema, intendevo come va tra voi due!- risi.

-Ah... benissimo, sono contentissima ora-  disse euforica.

-Ma... quindi sia tu che le altre siete ufficialmente impegnate?- dovevo sapere, ovviamente.

-Si...- sospirò, poi fece una pausa e fissò il vuoto- Mi dispiace- aggiunse constatando la mia situazione, ed uscì dal bagno.

-Provaci, e se va male non fa nulla- mi disse, poi si mise una sciarpa al collo e uscì. -Ci vediamo di sotto-

Ovvio che ci avrei provato. Ormai ero determinata.
Controllai il telefono, nessun messaggio.
"Ti scriverà, aspetta" mi dissi tra me e me, così mi lavai e mi vestii, poi coprii il grande livido.
Prima di uscire dalla stanza, però, notai un particolare che mi era sfuggito.
Un foglietto sopra la scrivania. Il cuore mi battè fortissimo, ero sicura che era lui.
Ed era così.
"Nove e mezzo al parchetto vicino casa mia, non ti preoccupare, le altre sanno dove si trova. Bradley xx". Notai anche che sul retro c'era un'altra grande scritta, "Dare urgentemente a Joanna".
Mi uscì un grande sorriso. Un enorme sorriso. Avevo fatto la scelta giusta, per una volta, forse.
Scesi le scale di corsa e dissi tutto alle ragazze. Loro erano felicissime, e così anche io, per una volta.
Era ovvio che voleva dirmi qualcosa. E qualcosa di bello, lo speravo con tutto il cuore.
Del livido non me me fregava nulla, se ne erano accorti tutti ma nessuno si era azzardato a dire nulla., lo sapevano come ero fatta, così continuammo la giornata con una strana quiete.
Il pomeriggio sembrò interminabile, e non riuscivo a smettere di pensare a tutte le cose che potevano succedere, belle o brutte.
Non mi aspettavo chissà cosa, ma almeno qualcosa di positivo lo volevo.
La sera mi vestii bene, curai ogni singolo particolare.
Alle 9 partimmo, e ci dirigemmo verso il famoso parchetto.
Dopo avermi accompagnato, gli altri andarono a casa di Bradley, che poi scoprii che era la casa di tutti e quattro. Le mie amiche non avevano la minima voglia di lasciarmi da sola in quel posto pensando a cosa fosse successo il giorno precedente, ma io le rassicurai e le convinsi ad andare.

Erano le nove e mezzo, ma non c'era.
Dieci, e non c'era.

Il mondo mi era letteralmente crollato addosso, non scherzo.  Perfetto, evidentemente ci ero caduta di nuovo. Non avevo parole, avevo deciso di presentarmi e non era venuto.
Bella presa per il culo.
Mi alzai lentamente, ero stufa. Avevo voglia di sparire, davvero.
Con passi lenti mi avviai verso qualche altro posto, bastava che non fosse quel maledetto parco.

7 days // Bradley Simpson (The Vamps) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora