Chapter 25- Her

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"Cause I feel
Like I'm always
Dreaming."
Edmond's, mio caro Edmond's. Sei un bel pub, lo sai? Bella musica, bella gente, davvero. Quante cose hai fatto succedere, mamma mia! Ho incontrato l'unica persona di cui mi sono innamorata veramente, in un modo un po' strano, si; ma almeno l'ho incontrata. Mi sono ubriacata e mi sono fatta picchiare quì, ma ti ringrazio, senza di te forse non sarebbe successo nulla, quindi grazie.

-Avete 20 minuti, poi partiamo. Quindi sbrigatevi- gridò la professoressa e tutti si precipitarono dentro. Che fretta avevano di partire?

E poi, ahimè, devo raccontarvi una delle cose più brutte che siano mai successe nella mia vita. Tanto nulla può andare bene nella mia vita.
Stavamo semplicemente entrando in quel fottuto pub, era pomeriggio ma era pieno di gente, quindi non cercai di trovarlo, sapevo che non c'era. Dopo poco ordinai una coca, ed io e le altre andammo a sederci su un tavolino infondo.

E chi c'era? Lui.

Era di schiena, ma capii subito chi era. Quando decisi di andare a salutarlo ed abbracciarlo, stringerlo forte o cos'altro, dietro di lui si materializzò una figura. Una donna. Era letteralmente appiccicata a lui, e lui le teneva una mano sul fianco.
Dapprima non capii bene cosa stava succedendo, ero troppo sotto shock per parlare o fare qualsiasi gesto. Poi mi stropicciai gli occhi. Sì, ero sicura che fosse lui al cento per cento.
Era lì, con la sua solita camicetta e i suoi soliti jeans neri, ma non con me.
Lui era con un altra.
Lui era con una che non ero io. Mi aveva detto "non innamorarti di nuovo", ma forse doveva dirselo a se stesso, no? Ah, scusa, sicuramente era solo una scopamica.
Non riuscivo a fare nulla, per un momento credetti di svenire. Sarei voluta andare la e prenderlo a schiaffi, a riempirlo di botte e costringerlo ad amarmi. Sì, costringerlo. Perchè lui era ormai entrato nella mia vita e non poteva uscire così, dopo un giorno, come niente fosse. No, non poteva, ma voleva. Era con un'altra, io ero stata la solita stupida di turno, e lui lo aveva capito che ero un'ingenua, ecco perchè mi aveva detto tutte quelle cose.

Bradley Simpson, ora mi rivolgo a te: dimmi, te le eri preparate tutte quelle frasi? Avevi un piano con me? Ero una delle tante stupide,l'ho capito, non ho parole, davvero. Sei un emerito coglione, e non ti meriti neanche una singola ragazza in tutta la faccia della terra. Ti meriti di stare da solo, perché ti sei comportato di merda, non solo con me, ma anche con tantissime altre disgraziate. Quante centinaia di ragazze avrai preso per il culo? Anche questa con cui sei adesso? Di sicuro gli avrai raccontato la tua storiella (che non so neanche se è vera) e poi te la porterai portata a letto, senza contegno, e ti sentirai anche sentito fiero, scommetto.

Non ho parole, mi fai schifo.

Mi ero letteralmente preparata un discorso per lui, ma decisi di stare zitta ed andarmene, era così impegnato a prendere per il culo un'altra ragazza che non si era accorto di me, forse mi aveva già dimenticato. Intanto le altre avevano visto tutto, neanche loro sapevano che dire. Io posai con calma il bicchiere sul tavolo e me ne andai lentamente, al bagno. Non avevo neanche la forza di arrabbiarmi.

Avevo detto a mia madre che avrei fatto l'errore di incontrarlo altre 100 volte, e invece credo proprio di no. Mi ero fatta fregare dalle sue parole dolci, dai suoi modi di fare, e dal suo sorriso. E con un semplice gesto aveva rovinato tutto quello che avevamo costruito. Avevo creduto ad ogni singola parola, mi ero fidata. Io lo amavo, era stata l'unica persona che avevo amato durante tutta la mia vita.

Ma lui era con lei.

Dovevo accettarlo, fare finta di nulla al ritorno a Milano, e continuare la mia vita di merda. Assumermi le mie responsabilità, ripetere l'anno scolastico e cercare di recuperare il rapporto che avevo con i genitori. Bene.

Entrai in bagno e mi chiusi a chiave. E piansi per l'ennesima volta. E con il pianto tornò anche la voglia di prendere una lametta e tagliarsi, come era successo in precedenza. Ma no, lui aveva scelto di ferirmi lentamente, e farmi soffrire dentro. Mi passai una mano sui capelli, e continuai a piangere. Cercai di scacciare tutti i pensieri negativi, e rimasi a singhiozzare.

Qualcuno bussò.

-Jo, dobbiamo partire- disse Clarissa. Non aveva neanche chiesto chi c'era dentro al bagno, sapeva che i singhiozzi erano i miei.

-Non ci pensare, lascia perdere. Non ti merita- mi sussurrò mentre uscivo, io non risposi. Perfetto, la mia vita era passata dalla vita che tutti vorrebbero ad una vita di merda per colpa sua. Ormai pensavo che mi amasse.
Mi asciugai le lacrime, ma quando uscii tutti notarono i miei occhi rossi. Non guardai neanche il punto in cui erano i due ragazzini innamorati, mi facevano così schifo che non meritavano attenzioni.

Poi salii sull'aereo, pronta ad accettare la solita vita, senza di lui. Come se non fosse successo niente

7 days // Bradley Simpson (The Vamps) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora