Chapter 14- Unconditionally

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"So when
The stars
Go out
You can
Rest your
Love on me."
Non dico che sia stato il bacio più bello o passionale della mia vita. Certo, ero stata fidanzata alcune volte, ma mai e poi mai mi sarei aspettata di baciare proprio lui. In realtà, non mi sarei mai aspettata niente di tutto quello.
Non sapevo nemmeno cosa mi stava dicendo la testa, ero stata io a buttarmi e forse stavo sbagliando. Ma forse il destino aveva in serbo un po' di felicità anche per me, non è così?
Dopo poco mi staccai per riprendere fiato e mi sorrise, continuammo a stare in silenzio. E poi mi trascinò ancora verso di se.
Non potevo che essere felice, ma anche dannatamente scossa da tutto.
Quando tutto finì, io mi ritrovai sopra di lui, e continuò a sorridere, forse era un po' imbarazzato.
Feci per spostarmi, ma lui mi fermò. Evidentemente voleva che restassi ancora un po'. Erano le 11 e mezzo ma non avevo intenzione di tornare in albergo, di certo neanche le altre erano tornate, visto che non mi era arrivata nessuna chiamata; ed io volevo godermi ancora un po' un qualcosa che non mi sarebbe mai capitato un'altra volta nella vita.
-Aspetta, non ho finito- mi sussurrò all'orecchio -vuoi sapere perchè ti ho fatto ubriacare?-

Il mio sguardo si incupì in mezzo secondo, poi annuii.

-Ci credi ancora in quella scintilla che scatta appena vedi una persona per la prima volta?- rise -si, siamo nel 2020, me ne rendo conto- si fece serio -ma te lo sto dicendo seriamente-
Il cuore mi battè all'impazzata, ma non sapevo cosa dire. Era tutta un'altra messa in scena o dovevo fidarmi? Era quello il grande dilemma.

-Si, ci credo- risposi un'altra volta istintivamente.

-Bene, io ti ho vista, quella sera. Non ho potuto fermarmi. Dovevo averti. Ma non averti in quel senso, non mi interessava quello-

Dovevo averti.

-E così il mio primo pensiero fu di farti ubriacare, almeno per divertirmi un po', avevo capito subito dal tuo accento che non eri di queste parti- si mise a fissare il vuoto -non potevo permettermi di lasciarti sfuggire-

Era uscito fuori il suo carattere di merda, e il pensiero che fosse tutta una presa per il culo mi balenò nella mente per alcuni minuti.

-Non ho intenzione di arrabbiarmi di nuovo con te- conclusi -il passato è passato- senza accorgermene, avevo fatto una scelta, ovvero perdonarlo e sperare con tutto il cuore che le sue parole fossero sincere.

-Ma poi mi sono pentito, te lo giuro. Ho cercato in tutti i modi di riparare, ma mi vergognavo troppo, ero come bloccato. Avevo paura che mi odiassi, e così è stato, giusto?- sospirò, senza aspettare una mia risposta -beh, io voglio provare a riparare tutto- un altro sospiro -forse sono un po' affrettato, mi crederai uno stupido, ma io sento di provare qualcosa per te. Dal primo momento- concluse.

Un attimo di silenzio. Io ero estasiata dalle sue parole, ma allo stesso tempo confusa.
Avrei voluto baciarlo e stringerlo a me di nuovo, ma anche io dovevo fare la mia parte, non era stato solo lui a fare danni.

-Mi dispiace, sono stata un'imbecille a creare quel casino- sussurrai.

-Quello non importa-

Annuii e poi strinsi la giacca verso di me.

-Ti prego, Joanna, proviamoci- mi strinse le mani - e se non va non fa nulla, ma ti prego, proviamoci. Non so nemmeno io precisamente cosa sia, ma non voglio perderti- concluse.

-Neanche io- accennai con un sorriso.

E poi un altro bacio, ed altri ancora. Tutto era perfetto, avrei voluto che il mondo si fermasse almeno per un po', per lasciarci soli e tenerci stretti.

-Lasciamoci alle spalle il passato, ti scongiuro, non voglio perderti, non voglio perderti- ribadì, e poi mi abbracciò. Io gli dissi di tranquillizzarsi, ma sembrava come se si potesse sgretolare in mille pezzi da un momento all'altro.

Ma poi mi venne in mente tutto quello che non doveva venirmi. Era il tredici gennaio, il terz'ultimo giorno di gita. Stava andando tutto troppo bene, era vero, ma poi tutto sarebbe andato male. Decisi di non dirgli niente, forse sapeva già che ero in gita e non vivevo a Londra, e le sue parole erano destinate a durare poco.

Perchè non ero rimasta a Stoke-on-trent?
Guardai l'orologio. Mezzanotte.

-Brad... io devo andare- dissi. Lui fece una smorfia, ma capì.

-Domani sera- disse.

Io annuii, con la consapevolezza che quella non sarebbe stata l'ultima sera. Ma il silenzio che ci aveva avvolto per un po' fu interrotto da Anna e Jenny. Appena arrivate non dissero niente, avevano già capito. Salutai Bradley e me ne andai con loro, e quando arrivammo all'altezza dell'uscita del parco Jenny ruppe il silenzio.

-Wow, che serata! E tu che ci racconti, piccola Jo rubacuori?-
Ridemmo insieme, finalmente.

7 days // Bradley Simpson (The Vamps) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora