Chapter 24- I love him, mum

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"It's just
Any reason
I get to be
Closer to you."
All'inizio rimasi incerta, ma poi digitai il suo numero. Non avevo ripensamenti, e prima o poi l'avrei affrontata; dopo pochi squilli rispose.

"Jo, mio dio! Ma dove eri?" una pausa "ti è successo qualcosa, che ti hanno fatto?"

"Mamma... non ti hanno raccontato tutto" risposi.

"Cosa dovrei sapere?"

"Mamma..." ripetei "abbiamo deciso noi di uscire"

"Ma perchè? Le professoresse pensano che siate scappate per colpa di alcuni ragazzi. Ti hanno fatto del male?"

"Si, è vero, eravamo con loro. Ma non mi hanno fatto del male" mi limitai a dire.

"Ma come? Cosa ti passa per la testa? Chi sono questi ragazzi?"

"Se te lo dico o no non cambia nulla. Non mi crederesti"

"Perché non dovrei crederti?"

"Perché, mamma, ho incontrato i The Vamps"

"No, ne ho abbastanza, dimmi la verità" ora stava singhiozzando.

"Vedi? È questa la verità"

"Ma... Jo.... se è vero, loro hanno 5 o 6 anni più di voi!"

"Non mi importa. Lo rifarei centinaia di volte quello che ho appena fatto, e non mi importa se mi bocceranno"

"Oh mio dio... ma cosa stai dicendo... cioè, dovrei essere felice per te"

"Devi esserlo, mamma. Ho trovato qualcuno che veramente tiene a me"

"Sei pazza... senti Jo, domani ne riparleremo faccia a faccia"

"No, mamma. Non ho vergogna di dirtelo ora. Se vuoi posso raccontarti tutto. Mi sono innamorata , mamma."

"Va bene, ti capisco, ma falla breve... se tuo padre venisse a sapere di questa conversazione si arrabbierebbe"

"Li abbiamo conosciuti in un locale, siamo stati un po' insieme e poi mi sono... ci siamo innamorati; non so nemmeno spiegarti come sia successo"

"Ma chi dei quattro? E con chi eri?"

"Eravamo io, Anna, Clarissa e Jenny"

"Ho capito... ma chi dei quattro?"

"Bradley"

"Ah... Jo, mi dispiace che vi siate conosciuti proprio in queste circostanze, ma è una cosa abbastanza impossibile"

"E chi te lo dice? Mi ha promesso che troverà un modo per incontrarci di nuovo. E io lo rifarei duecento volte, lo capisci? Non me ne frega un cazzo ne della scuola ne di quello che pensano gli altri" un singhiozzo "Mamma, sono innamorata..."

"Jo... non so cosa dirti. Ma perché siete fuggite di notte? Non capisco" era completamente confusa.

"Perché visto che la sera precedente siamo arrivate con un ora di ritardo ci hanno proibito di uscire di nuovo, ed io dovevo rivederlo..."

"E cosa avete fatto?"

"Nulla"

"Devi dirmelo"

"Siamo stati insieme, punto. Ma poi, cazzo ho 17 anni! Non puoi trattarmi come una tredicenne. Le cose che faccio con il mio ragazzo non ti devono interessare"

"Joanna, ho molti anni in più di te, ho capito"

"Buon per te"

"Ah, e quindi è anche il tuo ragazzo"

"Si, cioè no. Non lo so"

"Ecco, vedi? Lo conosci bene?"

"Si"

"Ma in realtà lo conosci da solo 7 giorni, vero?"

"Non importa, è comunque il mio idolo"

"E... dimmi, ti tratta bene?"

"Certo..." ero un po' incerta "Mi ha fatto stare bene quasi per tutto il tempo, e questo basta"

"Non so cosa dirti, davvero" concluse mamma "resta il fatto che abitate lontanissimi e ha 6 anni più di te"

"Non mi importa"

"Va bene. Fai come vuoi, non dovevi comportarti così con le prof"

"Non mi importa"

"E non comportarti così neanche con me! Sembri una ragazzina viziata. Hai comunque infranto le regole e ti aspetta una punizione. E io che cercavo di chiarire e parlarti con tranquillità...."

"Non mi importa" ripetei.

"A domani" disse, ora arrabbiata.

"A domani" risposi "mi dispiace" aggiunsi, ma lei non rispose.

Uscii dal bagno e mi infilai sotto le coperte, con le lacrime agli occhi. Stava andando tutto una merda, ed era per colpa mia. Ma essere innamorati è una colpa? Il mio unico desiderio era averlo accanto.
Chiusi gli occhi.

Mi svegliai di soprassalto, con il cuore in gola. Avevo dormito sì e no quattro ore, e mi faceva male tutto, come se non bastasse avevo avuto anche un incubo. Avevo sognato io e lui, in camera sua, abbracciati; sembrava quasi vero. Ma poi compariva una grande anima nera che ci mangiava e ci risucchiava in un vortice, lontani. Cerco di afferrare la sua mano, ma c'era come una lastra nera che ci divideva, per poi spezzarsi e farci scomparire in un grande vortice nero. E poi le urla, le mie, le sue e degli altri. E poi buio, solo buio.

-Buongiorno, Jo- disse Clarissa.

Mi stropicciai gli occhi. -Dove andiamo oggi?-

-Non lo so, facciamo un giro libero tutti insieme- rispose Jenny.

-Okay- dissi io. Sembrava tutto tornato alla normalità, ma si vedeva il dolore negli occhi di ognuna.

Dopo esserci preparate scendemmo. Gli occhi di tutto l'istituto erano puntati verso di noi, ma non mi importava. Erano solamente un gruppo di coglioni, lo avevo sempre pensato.
Durante tutta la mattinata io e le altre camminammo in disparte, ed io speravo in un'unica cosa: vederlo. Ma non c'era. Avrei potuto chiamarlo, ma decisi di lasciarlo stare, forse stava dormendo.

Avevo un pensiero fisso.

L'ultima tappa prima di partire fu un pub per fare merenda. Ed indovinate quale?

7 days // Bradley Simpson (The Vamps) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora