"I've got your photograph,
So baby I need
More than that,
I need to know your lips,
Nothing ever mattered to me
More than this."
Continuammo a ridere, per una volta eravamo spensierate. Quanto è bello essere felici?-Ragazze non vi rendete conto!- risi ancora -mi ha chiesto scusa e mi ha detto che vuole provare ad avere un qualcosa con me e...- sorrisi -ci siamo baciati-.
-Io lo sapevo! Io lo sapevo!- urlò Jenny.
-E voi invece? Cosa stavate combinando?- chiesi
-Uhm.. nulla- disse Jenny vaga.
-Dai su, quando ti ho chiamato si sentiva un gran frastuono. State pensando a quello che penso io?- risi ancora
-Dai si.. hai capito- concluse Anna un po' imbarazzata -Del resto, mancano solo due giorni no?-
Cazzo. Due fottuti giorni. Dovevo dirlo a Bradley, dovevamo trovare un modo, un modo che forse non esisteva. Non volevo perderlo, assolutamente. Non volevo e non dovevo, perché ormai tenevo troppo a lui.
Guardai l'orologio. Mezzanotte e mezzo.-Dobbiamo muoverci! Le prof ci uccideranno- gridai.
-Oh cazzo, non me ne ero accorta!- disse Anna, poi aumentò il passo.
In poco tempo arrivammo all'hotel, e li scoppiò il putiferio.
La prof di italiano era ferma alla porta, a braccia conserte e con uno sguardo arrabbiatissimo; non avevamo rispettato il coprifuoco e sicuramente ce l'avrebbe fatta pagare molto cara.-Si può sapere dove siete state? Vi sembra questo il modo di attenersi alle regole?- gridò.
-Professoressa, non ci siamo accorte del tempo, ci dispiace- dissi in tono cauto, non volevo farla arrabbiare ancora di più.
-No! Non è la prima volta. Ieri sera siete rientrate alle undici e mezzo, ma ho lasciato stare, ed ora tornate a mezzanotte? No, non va proprio bene! Dove siete state?- era diventata rossa per la rabbia.-Professoressa, siamo solamente state alla gelateria, abbiamo preso un gelato e siamo andate al parco. Abbiamo iniziato a chiacchierare e non ci siamo accorte che era tardi- rispose Jenny, giustificandosi in modo vano.
-Oh, a me le balle non me le raccontate! Sapete, ho quaranta anni più di voi, non vi crediate furbe. La signorina Bianchi mi ha detto che vi ha visto più di una volta nei paraggi con dei ragazzi- disse ancora più arrabbiata.
Dio, quanto odiavo Amanda Bianchi. Era la secchiona più secchiona di tutta la scuola, nonchè la più pettegola e guastafeste.
-Assolutamente no- dissi in tono pacato -e se la nostra cara Amanda ci ha visto parlare con qualcuno, sicuramente sarà stato qualche ragazzo del posto-
-Prof, ci dispiace, non accadrà mai più- concluse Anna, cercando ti chiudere la discussione.
La professoressa sembrò calmarsi, e cosi concluse con un "Domani niente uscite notturne, buonanotte". Avevamo evitato il peggio.
Avrei voluto ribattere, ma decisi di stare zitta perchè avrei ingrandito la situazione più di quanto lo era già.
Tornammo lentamente nella nostra stanza, dove c'era Clarissa ad aspettarci, stava piangendo. Ed ora che era successo?-Clary, cosa è successo?- chiesi preoccupata.
-Nulla...- rispose mentre si infilava nel letto.
-Non fare questi giochetti, dimmi cosa hai fatto. Riguarda Connor?- dissi mentre ero intenta a mettermi il pigiama.
-Hai capito subito, perspicace, Jo- disse piano.
-Che ha fatto?- chiesi.
-Cosa potrebbe aver fatto? Non gli sta bene che abitiamo a migliaia di chilometri di distanza, ecco- rispose.
-Ma...- non feci in tempo a rispondere che mi fermò.
-Basta, ne riparliamo domani, okay?- concluse, e si girò dal lato del muro.
Guardai confusa le altre.
-Dopo poco se ne è andata, non sappiamo cosa sia successo- disse Anna, poi ci infilammo nel letto.
Per una volta andai a letto contenta, e senza troppi pensieri, tranne la situazione di Clarissa. Anche se ci avevano vietato di uscire la sera dovevo andarci, così decisi di escogitare un semplicissimo ed elementare piano: uscire dall'albergo la sera tardi dopo il controllo delle professoresse, e di sicuro anche le altre mi avrebbero seguito. Per quanto riguardava Clarissa, non sapevo cosa fare. Mi dispiaceva vederla così.
E poi Bradley. Non riuscivo a dimenticare le sue labbra, il suo modo di fare, la sua voce. Non riuscivo proprio a dimenticarlo, dovevo rivederlo, e nessuna di noi aveva tutto il tempo del mondo.
Ormai era entrato nella mia testa, e sarebbe stato difficile farlo uscire.
Era notte fonda e non riuscivo a dormire, le altre erano tutte addormentate ed io ero lì, a pensare a tutto quello che era successo quella sera. E poi Amanda, dio quanto la odiavo, e decisi che avrei risolto la faccenda faccia a faccia.
Per la questione della distanza, decisi di parlarne con lui, tutto dipendeva da lui.
Ma potevo seriamente fidarmi di lui dopo tutto quello che mi aveva fatto? Questa domanda continuava a rimbombarmi nella testa.
Poi, prima di addormentarmi, il telefono squillò.
Sorrisi, ero sicura fosse lui. Chi poteva essere di altro?
Era una notifica da instagram.
@bradleywillsimpson vorrebbe inviarti un messaggio: Ehi, avevo cancellato il tuo numero, quindi ho deciso di scriverti quì. Ah, e comunque non riesco a non pensarti.
STAI LEGGENDO
7 days // Bradley Simpson (The Vamps)
Fanfiction"Forse era tutto scritto nel destino, e forse il destino aveva in serbo un po' felicità anche per me." pensai con il batticuore quella sera. Ero in una semplicissima gita scolastica. E lo avevo incontrato. Avevo a malapena 7 giorni per conoscerlo. A...