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Gabriel pov's
Dove ho sbagliato? Detesto vederla così , e se è per colpa mia?
Io e Giovanni siamo in macchina,
nessuno ha aperto bocca da quando siamo venuti via da Giada, abbiamo deciso di andarci a bere qualcosa al solito pub.
"Non capisco cosa gli sia preso" annuncia Giovanni voltandosi verso di me, io continuo a guardare la strada, sto stringendo talmente forte il volante che le nocche mi sono sbiancate.
"Non lo so nemmeno io" rispondo secco.
"Dai su amico, ora ci andiamo a bere qualcosa , così non ci pensi" afferma Giovanni dandomi una pacca sulla spalla.
Certo,come se bere, mi facesse dimenticare la faccia di Francesca di questa sera, era impaurita e sconvolta e se penso che è colpa mia divento matto.

Francesca pov's
Mi sveglio, guardo l'ora e sono le 5:00, ho un forte mal di testa, Giada sta sempre dormendo, io mi vesto ed esco senza fare il minimo rumore, ho bisogno di pensare alla reazione che ho avuto ieri sera, spengo il telefono, per ora non voglio sentire nessuno.

Le strade sono quasi deserte, passa ogni tanto una macchina, cammino lungo il marciapiede da sola insieme hai miei soliti pensieri.
Entro in un bar a fare colazione, prendo una brioche e ordino un caffè , mi siedo a un tavolino quando mi sento chiamare, alzo la testa e vedo Andrea: il fratello maggiore di Lorenzo, erano molto legati loro due, Lorenzo mi diceva sempre che per lui non era solo un fratello ma anche un migliore amico e un padre.
Si avvicina al mio tavolo, io mi alzo e ci abbracciamo, ha lo stesso profumo che aveva Lorenzo, e ci metto tutta la volontà del mondo , per scacciare via le lacrime che minacciano di uscire.
"Sei sola? Posso sedermi al tuo tavolo?" Domanda.
"Certo accomodati, sono sola" rispondo, forzando un sorriso.
"Come va?" Continuo,che domanda stupida.
"Va',tu?"Esita , poi cerca di farmi un sorriso.
"Idem" ricambio il sorriso.
Ci guardiamo, cosa c'è da dire in questi casi.
"Allora, a basket tutto bene?" Domando.
"Ehm, si, adesso siamo alle nazionali, di certo la squadra non è più la stessa senza Lorenzo" annuncia, pronunciando con voce triste l'ultima frase.
"Già, anche chi lo conosceva davvero non è più lo stesso..." lascio in sospeso la frase e abbasso lo sguardo, Andrea continua a guardarmi.
"Senti, ero venuto a prendere le brioche , per portarle a casa dei miei genitori , mi vuoi accompagnare?"Propone.
Non so se ce la farei, rivedere quella casa, piena di ricordi di Lorenzo.
"Faccio tardi a scuola" mi giustifico alzandomi dal tavolino e Andrea mi segue.
"Ma sono solo le 6:00, perfavore, a mia madre farebbe molto piacere rivederti" dice e a quel punto annuisco, pago e infine io e Andrea usciamo dal bar.

Il cancello della villa, dove abita la famiglia di Lorenzo, si apre e la BMW entra, parcheggia nel giardino e al quel punto scendo dalla macchina.
Il venticello fresco della mattina mi avvolge e non so se è per questo o per il fatto che sono a casa di Lorenzo , che ho un brivido in tutto il corpo.
Mi soffermo a guardare il campo da basket.
*FLASHBACK*
"Tanto vinco io" dico facendo la linguaccia a Lorenzo e corredo verso il canestro, palleggiando la palla.
"Sicura?" Risponde sorridendomi e cercando di rubarmi la palla.
Mi blocca mi fa girare, mi bacia rubandomi il pallone, ma continuando a baciarmi.
"Hai barato!" Interrompo il bacio e incrocio le braccia al petto, imbronciata.
"Scusa" dice per poi ridarmi  la palla e prendermi sulle spalle,
va sotto il canestro e tiro la palla centrandolo.
"Ho vinto!" Esclamo ridendo e chinandomi a baciarlo.
*FINE FLASHBACK*
"Francesca" mi chiama Andrea scuotendomi lievemente il braccio.
Quel ricordo piccolo e banale , mi ha fatto venire un buco allo stomaco, dentro sto piangendo , ma fuori non riesco a versare lacrime.
"Francesca" insiste.
Io mi volto verso di lui e accenno un sorriso.
Andrea mi guarda, come se avesse capito che stavo pensando a un ricordo di me e Lorenzo, dopo di che insieme entriamo dentro la villa.
"Sono a casa" annuncia Andrea.
A quel punto una donna sulla cinquantina esce dalla cucina, è vestita elegante: con una gonna
stretta e lunga fino a dopo il ginocchio e una camicetta bianca infilata dentro la gonna, ha i capelli raccolti facendo vedere gli orecchini pendenti con un diamante.
È Anna la madre di Lorenzo, mi guarda e dopo di che mi corre incontro abbracciandomi.
"Francesca, mio dio, quanto tempo" mi saluta, sorridendomi.
"Ciao Anna" ricambio l'abbraccio e a mia volta le sorrido.
"Vieni ho preparato il caffè" mi invita, guardo l'ora e vedo che sono le 6:30.
"Va bene" rispondo, ho sempre un ora di tempo per fare in tempo ad entrare a scuola.
Ci sediamo al tavolo,nel salone,  e incominciano a parlare: del basket, della scuola e del nuovo lavoro di Andrea.
"E tu Francesca, cosa vorresti fare un altr'anno all'università?"
Domanda Anna.
"Vorrei fare la facoltà di medicina" annuncio.
Anna mi sorride e annuisce ascoltandomi.
Ho sempre avuto la passione per la medicina e mi piace il fatto di aiutare il prossimo.
"Posso utilizzare il bagno?" Domando a un certo un punto.
"Certo, il bagno di questo piano è rotto , vai a quello di sopra" mi informa Anna.
Salgo le scale che conducono al piano superiore, vado in fondo al corridoio dove si trova il bagno.
Mi sciacquo la faccia, ripenso alla faccia di Anna, anche se non parlava di Lorenzo, vedevo dolore nei suoi occhi, ed è solo colpa mia la causa di quel dolore.
Esco dal bagno e passo davanti la camera di Lorenzo, la porta è socchiusa così entro al suo interno.
Rivedere la sua camera, con all'interno tutte le sue cose, è come se una lama tagliente,mi trafiggesse lo stomaco.
Mi avvicino alla cassettiera dove c'è il "One Million" ,il suo profumo preferito, adoravo quando se lo metteva e lui lo sapeva; poi ci sono delle foto nostre e mentre giocava a basket ,sopra un piccolo piedistallo ce la palla autografata da Michael Jordan.
Apro il primo cassetto e vedo tutta la sua collezione di cannottiere, di famose squadre di basket, ne afferro una e me la stringo al petto, mi sento le guance bagnate e solo allora mi rendo conto che sto piangendo.
"Se vuoi puoi tenerla" dice Anna entrando in camera.
"Oh , scusa, io... non volevo, ho visto la porta aperta e..." cerco di spiegare, asciugandomi in fretta le lacrime e riposando nel cassetto la cannottiera che ho in mano.
Anna si avvicina a me, riprende la cannottiera e me la porge.
"Tienila,so che anche te soffri molto..." lascia in sospeso la frase e mi accarezza la guancia,
dopo di che mi abbraccia.

Dopo essermi ripresa e vedere che erano le 7:15 , ho salutato Anna;e Andrea si è offerto di accompagnarmi a scuola e io ho accettato.
Una volta arrivati, lo saluto ed entro.
"Fra, dov'eri?" Mi domanda Giada, non appena entro in classe.
"Sono andata a casa di Lorenzo" rispondo, a quel punto Sara ci raggiunge e a entrambe spiego di quella mattina e appena suona la campanella ci sediamo ai nostri posti.

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