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Sono le 10:00 passate e ancora Gabriel non è rientrato a casa e sto incominciando a preoccuparmi, così prendo la giacca e esco di casa.
Un vento forte mi scompiglia capelli, arrivo nel solito capannone abbandonato dove fa i combattimenti e vedo che non c'è nessuno, perché se è finito l'incontro Gabriel non è tornato a casa?!
Un brivido di terrore mi attraversa il corpo, provo a chiamarlo, ma ha la segreteria.
Nel frattempo passa un ragazzo che ha l'aria di essere di questo quartiere così gli chiedo: " scusa ma è da quanto è finito l'incontro?"
"Da un po' , ci hanno beccato bellezza , è arrivata la polizia e ha arrestato i due protagonisti del combattimento" alla risposta del ragazzo mi sento gelare il sangue, hanno arrestato Gabriel, mi sembra di essere in un incubo.
Ringrazio il ragazzo e corro alla ricerca di un taxi o di un pullman che porti alla centrale di polizia.
Ma in questo quartiere non c'è ne un pullman ne un taxi ,non so cosa fare, sono nel panico più totale e inoltre mio telefono mi ha abbandonata.
Decido di andare fino a casa e prendere la mia macchina,così  tra correre e camminare veloce arrivo a casa mia, apro il garage e al vedere la mia macchina resto come bloccata ,tanti ricordi forse troppi mi riaffiorano la mente, ma adesso non c'è tempo per i ricordi , prendo le chiavi appese al muro, salgo in macchina e mi dirigo verso la centrale.
Arrivata alla centrale mi accoglie un uomo sulla cinquantina , che mi guarda dall'alto in basso, tra me e me penso che in questo momento non ho un bell'aspetto.
"In cosa posso aiutarti signorina?" Mi domanda.
"Sto cercando Gabriel , uno dei due ragazzi che hanno appena arrestato per aver fatto l'incontro di pugilato clandestino" dichiaro.
"Si si ho capito chi sono, sono di l'ha ,dentro la cella , ma lei chi è?" Il poliziotto mi guarda con sguardo severo.
"Io sono la fidanzata di uno dei due che ha arrestato e sono venuta a prendere il mio ragazzo" rispondo.
"Mi segua, deve pagare una sanzione e deve firmare alcuni fogli"
Così lo seguo in silenzio, io lo sapevo che prima o poi finiva nei guai, sono arrabbiata, furiosa , odio che faccia quei maledettissimi combattimenti.
Arrivati nel suo ufficio pago la sanzione e firmo alcuni fogli e poi con un altro poliziotto andiamo alla cella dove è rinchiuso Gabriel.
Lo vedo li , Gabriel , seduto su una panca di legno vecchia, con la testa bassa e le mani chiuse a pungno , appena sente il rumore della chiave che apre la cella , alza di colpo la testa, i nostri occhi si incrociano e entrambi abbiamo dentro rabbia , paura e gioia nel vedere l'un l'altro.
Usciamo dalla caserma di polizia , saliamo in macchina e entrambi stiamo in silenzio.
"Quando la smetterai di fare questi maledetti combattimenti? Eh ?" Dico con tono abbastanza alterato.
"Smettila fra, di preoccuparti di qualsiasi cosa , io ho bisogno di questi combattimenti , mi fanno sentire bene , forse ancora non ti è chiaro" risponde urlando e sputando rabbia.
Io lo guardo , sono arrabbiata e forse ferita.
"Si hai ragione , devo smetterla di preoccuparmi , in fin dei conti è una decisione tua di farli o meno, se ti fai male o finisci in galera , è una tua scelta , e quella che  ha sbagliato sono io che ti sono andata dietro fin dall'inizio " sono delusa da lui , da questo suo lato aggressivo.
Arrivo sotto casa sua; spengo il motore e dopo di che scendo di macchina , sbattendo lo sportello e mi avvio cercando di trovare un pullman che mi riporti a casa.
"Francesca" mi sento chiamare da Gabriel , ma lo ignoro e continuo per la mia strada.

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