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-Gabriel pov's
Francesca mi sta guardando in attesa di una mia risposta, ma chi sono veramente? Non lo so nemmeno io, come posso risponderle.
"Sono una persona che la vita gli ha sempre voltato le spalle" rispondo sicuro di me, con i pugni chiusi.
"Tu chi sei invece?" Domando.
Lei sospira e guarda il mare.
"Sono una persona che non vuole pensare al proprio passato e che cerca di andare avanti , nonostante tutto" dice , pronunciando le ultime parole guardandomi negli occhi.
"Forse è meglio che andiamo" continua, alzandosi.
Anch'io mi alzo , Francesca ha una faccia triste mentre si dirige verso la mia macchina, io la seguo e
dopo essermi rivestito,metto in moto.

Per tutto il viaggio non abbiamo aperto bocca, lei continuava a guardare fuori dal finestrino e io a guardare la strada.
Una volta a casa sua, lei apre la portiera e poi si volta verso di me:
"Grazie di avermi portata al mare"
Io le sorrido.
"Francesca, mi accompagni all'incontro di mercoledì? " le domando insistente.
Lei sospira.
"E va bene, solo perché non ho nulla da fare" dice sorridendomi, io ricambio il sorriso e dopo aver chiuso la portiera dell'auto ed essere entrata in casa , metto in moto .
Mi squilla il telefono guardo chi è e vedo che è Giovanni.
"Ei amico , vieni al pub?" Mi domanda.
"Va bene, al solito giusto?!"
"Si"
"Tra 10 minuti sarò lì" annuncio.
"A tra poco".
Arrivo al parcheggio e vedo la macchina di Giovanni parcheggiata , entro e mi metto al tavolo insieme a lui.
"Due birre" ordina a una cameriera e lei annuisce.
"Allora che mi racconti?" Mi domanda.
"Oggi ho portato Francesca al mare " annuncio.
"Ma allora ti piace?"
"Beh si, o almeno penso, è carina e voglio conoscerla meglio" dico.
"Sono felice per te, anche con Giada non c'è male, anche lei è molto carina e mi piace" annuncia.

Dopo essere stati lì per un po' torno a casa,sono in macchina , sto sentendo un vuoto , perché con Francesca mi sento completo , anche se ha quel carattere molto freddo e distante , dentro è dolce.

Entro in quel buco di casa che mi ritrovo, vedo l'ora e sono le 11:00; mi butto sul divano e accendo la TV.
È brutto stare da solo , ma ormai ci sono abituato.
Non ho un passato facile, i miei genitori sono morti quando ero piccolo e sono sempre passato da case famiglia e riformatori, in molti mi hanno anche picchiato, ed è li che mi hanno insegnato a combattere, ecco perché mi piacciono fare i combattimenti clandestini,
picchiare altre persone è una rivincita per tutto il male che mi hanno fatto e per tutto quello che la vita mi ha fatto subire.
Ripensare al mio passato non mi piace, non sono mai stato amato
ed è per questo che non voglio amare, anche perché non lo saprei ricambiare.
Mi alzo dal divano , prendo una sigaretta e me l'accendo , poi mi affaccio alla finestra aperta, vedo la città buia con qualche luce che proviene dalle case.
Nonostante in questo momento ci sono una miriade di anime in questa città, ne ho bisogno solo di una: quella di Francesca.

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