Giovanni's pov
Dopo che Pietro mi ha raccontato cosa gli fosse successo, ho fatto di tutto pur di farlo sorridere e, fortunatamente, sono riuscito nel mio intento. Infatti, è già più allegro rispetto a prima...O meglio, questo è quello che fa vedere all'esterno. Ma io so che sta soffrendo tantissimo, che se potesse, urlerebbe fino a bruciarsi la gola, che piangerebbe fino ad avere gli occhi gonfi, rossi e dolenti. Lo leggo dai suoi occhi, ormai spenti, tristi e delusi.Tra poco ci sarebbe stato il Natale, infatti oggi è il 21 dicembre. Domani dobbiamo tornare ognuno a casa propria. Questa vacanza non è stata proprio delle migliori...Ma adesso è meglio non pensarci.
Sono sdraiato sul letto a guardare il soffitto. La pioggia non cessa. Sbuffo. Andrea ha detto che sarebbe andato a parlare con Erica...Ho tentato di fermarlo dicendogli che fuori c'è il diluvio, ma lui, testardamente, è andato lo stesso. In parte sono felice che abbia preso la decisione di dirle che non prova nulla per lei, ma ha deciso comunque di rimanerci in contatto, e questo mi dà terribilmente fastidio. Non che lui non possa avere amici o amiche, solo che ho una brutta sensazione a riguardo.
Scaccio subito via questo pensiero, sono solamente paranoico.
Sbuffo per l'ennesima volta, mi sto annoiando. La pioggia ha trasmesso apatia a tutti. Però a me rilassa il suo scroscio.E poi, la pioggia, mi ricorda me e Andrea, quando eravamo piccoli.
Era un giorno caldo, avevo 5 anni. Io e miei amici eravamo andati a giocare in un parchetto, vicino ad un bosco, non so il perchè, ma volevamo andare lì a tutti i costi. Ovviamente eravamo accompagnati dai nostri genitori. Stavamo giocando a palla, tutto procedeva normalmente. All'improvviso uno dei miei amici calciò il pallone troppo violentemente e questo finì dritto nel bosco. Avevamo tutti paura ad andare a riprendercelo, essendo piccoli. Volevamo, quindi, chiedere aiuto ai nostri genitori, ma erano andati tutti in un bar là vicino e, fidandosi di noi, ci avevano lasciati da soli. Rimanevano fermi, a guardare il bosco, vicini. Nessuno faceva un passo o diceva qualcosa, quindi, decisi di prendere l'iniziativa e di dirigermi verso il bosco. Mi guardavano scioccati, ma rimanevano immobili, senza fermarmi. Solo uno mi afferrò il polso e mi urlò di restare lì con loro, poichè era rischioso.
-Giova non andare! Potrebbe finire male!- urlava.
-Ce la posso fare, devo solo recuperare un pallone. Stai tranquillo Andrea!- continuavo a rassicurarlo, ma solo dopo vari tentennamenti lasciò la presa.
Ero entrato nel bosco con un po' di incertezza, ma andavo comunque avanti.
Non so quanto tempo fosse passato, so solo che il sole stava quasi per tramontare e dei nuvoloni girgi nascondevano quei pochi raggi. Giravo e giravo per il bosco, ma del pallone nessuna traccia.
Un lampo illuminò il cielo. Alzai la testa.
Una, due e tre gocce mi colpirono il naso.
Era una pioggia lieve, quasi impercettibile. Amareggiato per non essere riuscito a trovare la palla, cercai di tornare indietro, ma non ricordavo la strada che avevo fatto. Iniziai a spaventarmi veramente mentre continuavo a correre, senza una direzione. Le lacrime di terrore si mischiarono alle gocce della pioggia, la quale era aumentata ed era più forte. Mi fermai per riprendere fiato e mi appoggiai con la mano ad un albero. Avevo il respiro affannato ed ero stanco per la corsa. Pensavo che sarei rimasto lì per sempre, infondo ero solo un bambino. Iniziai a singhiozzare, avevo tremendamente paura ed ero da solo. Forse dovevo ascoltare il consiglio di Andrea.
-Giovaaa!- una voce che urlava il mio nome fece alzare di scatto la mia testa. Quella voce. Iniziai a correre in quella direzione, ma ogni volta mi sembrava più lontana. Stavo quasi per rassegnarmi, quando qualcuno mi abbracciò da dietro. Mi girai di scatto e incrocia gli occhi terrorizzati di Andrea. Lui, anche all'epoca, era un ragazzino freddo, coraggioso, senza emozioni. Vederlo piangere mi aveva lasciato molto sorpreso, ma alla fine sorrisi e lo abbracciai forte, mentre lui ricambiava il mio abbraccio. Teneva e tiene veramente a me, come io tengo a lui.
-Giovanni! Oddio per fortuna stai bene!- urlò mia madre, sia arrabbiata che impaurita.
Ritornammo tutti a casa ed io finì in punizione. E mi ero preso anche una bella febbre! Nonostante tutto, Andrea si prese cura di me in quei giorni ed io gliene sono ancora molto grato. Era riuscito a rallegrare le mie giornate, e lo fa tutt'ora.Una porta mi risveglia dai pensieri del passato.
-Ehi Giova- mi saluta Andrea.
-Ehi, com'è andata?- domando curioso mettendomi seduto sul letto.
-Insomma...Era dispiaciuta, ma alla fine ha capito. Siamo rimasti amici e ci siamo scambiati i numeri- si siede anche lui sul suo letto.
Annuisco.Lo vedo sorridere e lo guardo confuso.
-A che pensi?- gli chiedo.
-A noi- continua a sorridere.
Lo guardo ancor più confuso. Cosa intende?
Mi guarda per un attimo e, vedendo la mia faccia, decide di spiegarmi.
-Cioè, a noi, al bosco, alla palla...Questa pioggia mi sembra così simile a quella di quei tempi...- sussurra.
-Già, anche io ho pensato la stessa cosa- sorrido guardandolo. Mi guarda anche lui e ricambia il sorriso. Sì, ne sono follemente innamorato.Angolo autrici
HI GUYS!
Ci tengo a dire che la storia del bosco è stata inventata da me, non credo abbiano passato qualcosa del genere x)
Volevo spoilerarvi giusto qualcosina, tipo che a Natale (del libro ovviamente) ci sarà una piccola sorpresina...eh eh...chissà chissà...
Beeene. Io debbo andar via, ma tornerò, gente.
Okok, ciaoo x)-LaReginadelleTenebre
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Non so se sai che ti amo || Inoobchannel {IN REVISIONE}
FanfictionSTORIA COMPLETATA E IN REVISIONE (una leeeeenta revisione) ⚠️Ho preso la decisione di riscrivere da zero tutti i capitoli, poiché li trovo completamente banali. Ciò non comporterà in alcun modo il cambiamento della trama. Andrea Grassi e Giovanni Le...