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Nate se ne stava rannicchiato sul suo letto mentre continuava a scrollare sul profilo del sue ex fidanzato. Sospirò tristemente quando notò che Alexander – era così che si chiamava, aveva cancellato ogni foto con lui per sostituirle con quelle col suo attuale ragazzo.

«Quanto ti odio Caleb!» esclamò Nate irritato mentre una lacrima gli solcava una guancia. Era tutta colpa sua. Lo aveva lasciato senza un valido motivo. Si era convinto che Alexander l'avesse tradito invece si era sbagliato e anche di grosso. Quel ragazzo con cui aveva visto il suo ex fidanzato non era stato un suo amante bensì era suo cugino, un cugino che non vedeva da molto tempo e, quello lo aveva scoperto solamente dopo averlo lasciato con parole orribili. E ora Alexander pensava che era stato lui ad averlo tradito e che era quello il vero motivo per cui lo aveva lasciato, quando invece non era vero. Era ancora innamorato di lui, anche se stava cercando di dimenticarlo, inutilmente, dato che passava moltissimo tempo sul profilo del suo ex e quindi non riusciva ad andare avanti. Forse in parte non voleva andare avanti; rivoleva Alexander ma non lo avrebbe più avuto indietro. Ormai lo aveva perso e lui era innamorato di un'altra persona che lo rendeva felice.

All'improvviso il campanello incominciò a suonare impetuoso, facendo spaventare Nate che col cuore in gola scese le scale e gridò un «Sto arrivando», ma quello solamente dopo aver preso la mazza da baseball che il padre teneva vicino al mobile in salotto.

Con passi lenti e incerti si avvicinò alla porta di ingresso poi dopo aver preso un profondo respiro, la spalancò, alzando in aria la mazza, pronto per scaraventarla contro chi lo stava disturbando.

«Woah, woah calma amico, sono io Vernon. Non uccidermi, ti prego.» esclamò il ragazzo dai capelli rosso fuoco – ovviamente tinti davanti a lui, alzando le mani in aria in segno di resa mentre fissava stralunato l'amico con la mazza stretta tra le dita.

«Vee, cazzo, mi hai fatto spaventare! Perché cazzo sei stato due ore attaccato al campanello? Pensavo fossero ancora quei cazzo di ragazzini che continuano a fare scherzi per il quartiere.» replicò Nate, esalando un sospiro di sollievo e appoggiando la mazza vicino alla porta d'ingresso.

Lui e Vernon erano amici da quando erano molto piccoli. Sia alle elementari che alle medie erano stati messi nella stessa classe e sempre come vicini di banco mentre al liceo avevano deciso di frequentare corsi diversi, anche se alcuni li avevano avuti in comune; in più le loro mamme erano molto amiche quindi loro erano costantemente insieme, anche durante le varie festività. All'età di dodici anni Nate si aprì col suo migliore amico e gli rivelò di essere gay e che le ragazze non lo attraevano per nulla. All'inizio pensò che Vernon lo avrebbe deriso e poi preso a botte, ma tutto quello che fece invece fu abbracciarlo e sussurrargli che era fiero di lui. Da quel momento Vernon decise di proteggerlo da quelle teste di cazzo omofobe che frequentavano il loro stesso liceo e che si divertivano a prenderlo in giro.

Si volevano un bene dell'anima e, non molto tempo fa si erano giurati – per l'ennesima volta – che mai si sarebbero divisi, che niente gli avrebbe separati e che ci sarebbero stati uno per l'altro per sempre e così era stato. Nemmeno quando Nate, da ubriaco, aveva infilato la lingua in bocca a Vernon e aveva provato a farsi scopare da lui, strusciandosi contro il suo corpo neanche fosse un felino, la loro amicizia era finita. Anzi ci avevano riso su e Vernon si era divertito per più di un mese a prendere in giro l'amico per via di quell'accaduto.

«Ti piace proprio avere il cazzo in bocca, eh?»

Nate gli lanciò un'occhiataccia poi gli rifilò un pugno su un braccio, «Che sei venuto a fare?» chiese, facendo scoccare la lingua contro al palato e passandosi una mano tra i capelli biondo e disordinati.

«Io e te usciamo. Non puoi continuare a rimuginare su quel coglione di Alec, su forza cambiati che ti porto fuori.» il rosso scosse l'amico dalle spalle per farlo tornare in sé mentre quest'ultimo emetteva lamenti e continuava a ripetere che non aveva voglia di uscire.

Vernon roteò gli occhi seccato, «Invece sì. Tu devi trovare qualcuno, farti scopare fino a domani mattina, così finalmente ti dimenticherai del coglione. E poi anche io ho bisogno di scopare con qualche bella biondona».

Nate emise un sospiro tra lo scocciato e lo schifato, sapeva che Vernon non l'avrebbe lasciato in pace fin quando non avrebbe accettato la sua proposta quindi con dispiacere annuì, «Va bene, ma se mi annoio torno a casa.» disse puntando un dito contro all'amico che trasformò le sue labbra fini in un sorriso sghembo.

«Non ti annoierai, te lo dico io.»

«Vee, ma vai a cagare.»


🌌 Angolo autrice 🌌

Cupcakes ho scritto questo capitolo con non poca fatica - la testa ieri mi scoppiava tantissimo, oggi invece sto un po' meglio 😊
Spero vi posso piacere e che non ci siano errori 😅
Baci, Julis 💙

Group Chat [Youth Series ~ Book #6]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora