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La ragazza venne presentata a tutta la squadra di Richard come sua amica e per poco non le schizzò il cuore fuori dal petto quando sentì quella parola. Richard la considerava un'amica e non una conoscente o una che gli procurava fastidio. Si sentì felice, anche se avrebbe voluto essere qualcosa di più per il ragazzo che stava dando pacche sulle spalle a tutti i suoi amici.

Tessa con le guance più rosse di un peperone salutò gli amici del moro. La rosa si strozzò parecchie volte con la saliva, soprattutto quando quei giganti le porgevano una mano e la sovrastavano in grandezza e altezza. Erano dei fottuti giganti. Pensò la ragazza, sentendosi fuori posto in mezzo a tutti quei ragazzi e alla loro altezza.

«Buona fortuna per la partita.» augurò Tessa sorridendo timidamente a tutta la squadra di Richard.

La partita venne vinta dalla squadra di Richard e Tessa non se ne meravigliò più di tanto perché erano davvero bravissimi. Fu il moro a concludere la partita, facendo entrare perfettamente la palla nel canestro a pochi secondi dallo scadere del tempo. L'ultimo canestro sembrò dedicarlo alla ragazza dalla chioma rosa perché le puntò un dito contro e poi le sorrise miracolosamente, facendole venire il batticuore e colorare le guance di un rosso acceso.

Tessa se ne stava in piedi ad applaudire entusiasta mentre sulle sue labbra spuntava un sorriso spontaneo. Era felice della loro vittoria, ma lo era ancora di più del fatto che Richard le avesse dedicato un canestro o almeno così sembrava.

«Siete stati grandiosi!» strillò Theresa saltellando davanti agli amici di Richard, i quali erano intenti a sgolarsi bottigliette d'acqua o ad asciugarsi il sudore dal viso.

Quello alto quasi due metri, che se non ricordava male si chiamava Steve, le diede una pacca sulla schiena che le fece emettere un gemito di dolore e dondolare in avanti, «Grazie piccolina».

Dopo che si furono calmati, asciugati e idratati, i ragazzi si sedettero sui gradini di cemento e incominciarono a chiacchierare tra di loro.

Theresa, invece se ne stava seduta su un paio gradini più indietro rispetto ai ragazzi col cellulare in mano mentre aspettava, pregava che Richard si sedesse vicino a lei per parlarle.

Il ragazzo scrutò la ragazza dai capelli rosa persa nei suoi pensieri, abbozzò un sorriso a quella vista poi con poche falcate le si avvicinò e si sedette al suo fianco.

La ragazza sentì le budella contorcersi e il suo respiro mozzarsi in gola quando sentì la presenza del moro al suo fianco. Lo guardò con la coda degli occhi e per poco non si strozzò con la saliva. Richard coi capelli umidicci, le punte leggermente arricciate e i riccioli afflosciati, il viso arrossato e la fronte imperlata di goccioline di sudore era una visione meravigliosa.

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli castani, spostandoli indietro e per via del sudore rimasero incollati ad altre ciocche, lasciandogli scoperta completamente la fronte. I suoi occhi blu sembrano liquidi e luminosi, illuminati dalla luce brillante del sole e la pelle ancor più lucida e abbronzata. Era una creatura divina.

«Piaciuta la partita?» Richard spezzò quel silenzio imbarazzante che si era creato tra loro due.

Theresa annuì, «Moltissimo. Siete stati fantastici.» commentò elettrizzata lei.

«Sì, siamo fantastici, lo so.» replicò Richard, beccandosi una spallata da parte della ragazza che incominciò a ridacchiare, «Modestia uccidimi».

«Ricky... G-grazie.» biascicò Theresa rossa dalla vergogna, voltando il capo verso la parte opposta del ragazzo. Stare vicino a lui la rendeva nervosa, ma le piaceva comunque la sua compagnia e il calore che emanava.

Richard la fissò con la fronte corrugata, «Per cosa?»

Theresa deglutì a corto di parole, «B-beh... si... e-ecco per avermi inviata a vedere la partita.» gesticolò lei completamente nel panico e col viso paonazzo.

Il moro fece spallucce, «Non mi andava di lasciarti in quel parco a piangere quindi ho pensato che ti avrebbe fatto felice venire a vedere la partita».

«E così è stato, ma ora mi devi anche un frappé o un cappuccino oppure quello che vuoi tu.»

«Io non ti devo niente.»

«Ma hai detto che dopo la partita sarem-»

Lui ridacchiò e Theresa arrossì nuovamente, «Stavo scherzando. Lo so, ti ho promesso che avremmo bevuto insieme qualcosa. Ora saluto i miei amici e poi andiamo, va bene?»

«Va benissimo e, Ricky? Mi piace quando non ti comporti da scorbutico.» Tessa gli diede una seconda spallata. Richard scrollò le spalle poi le rifilò un'occhiataccia perchè sapeva che in parte si stava riferendo al modo in cui si comportava con Kimberly, Jennifer e Nate.

«Io non sono scorbutico, semplicemente quei tre mi stanno sui nervi.»

«Però loro ci tengono a te.» mormorò afflitta Theresa, stringendo in una mano il suo cellulare mentre nella chat gli altri tre continuavano ad inviare messaggi.

«Sì, sì...» Richard si alzò dal gradino, lasciando senza parole la ragazza e richiamò l'attenzione di Steve chiamando il suo nome, «Ho promesso che avrei offerto a Tessa qualcosa da bere quindi ci vediamo domani, okay ragazzi?»

«Okay. Divertitevi.» Steve fece l'occhiolino a Theresa che ridacchiò imbarazzata. Richard invece fece spallucce, raccolse il suo borsone poi mormorò alla ragazza di alzarsi e insieme si diressero verso l'auto di lui.

Group Chat [Youth Series ~ Book #6]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora