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- Rick siamo imbottigliati nel traffico, arriveremo un po' più tardi. Ci dispiace. - era quello il messaggio che fece decidere ai due ragazzi di sedersi sull'unica panchina libera di fronte alla loro macchina, in attesa di un nuovo avviso da parte di Steve, l'amico di Richard.

Il silenzio era piombato nuovamente sui due ragazzi; nessuno osava fiatare. Gli unici suoni che si potevano ascoltare erano i loro respiri regolari, le macchina che sfrecciavano sull'asfalto e il fruscio delle foglie quando il tempo gli graziava con un po' d'aria, seppur calda.

Non una sillaba usciva dalle loro labbra. Quelle di Richard erano serrate in una linea retta mentre aspettava un messaggio da parte del suo amico. Quelle di Tessa invece erano semiaperte, ma non parlava, non muoveva un muscolo mentre con la coda dell'occhio spiava il ragazzo seduto al suo fianco. Era troppo nervosa per spiccare parola, anche se nella sua mente sapeva esattamente cosa dire.

La ragazza allungò le gambe per stiracchiarsi, emettendo un miagolio quando sentì, finalmente, le ossa scricchiolare. Lo shopping sfrenato con le sue amiche le aveva distrutto le gambe e le braccia, a furia di comprare roba e portare per tutto il centro commerciale quelle dannate borse pesanti come macigni.

«Le mie gambe sono quasi la metà delle tue.» bofonchiò Tessa, riuscendo finalmente a parlare, anche se per dire una cosa veramente stupida.

«Te lo già detto: sei corta. Mica è colpa mia.» la rosa si sorprese nel sentirlo rispondere con un tono di voce spiritoso. Pensava l'avrebbe mandata a cagare oppure l'avrebbe fulminata con lo sguardo, ma non che le avrebbe risposto in modo scherzoso.

Tessa gonfiò le guance offesa poi bofonchiò un «ma vai a cagare» che sentì solamente lei, perché Richard la guardò di sottecchi mentre le sue labbra incominciavano ad incresparsi verso l'alto.

«Sei adorabile quando metti il broncio.» ammise Richard, facendo inevitabilmente arrossire Tessa che incominciò a balbettare sopraffatta dalla vergogna. Il moro scoppiò a ridere per la faccia bordeaux di lei e per l'espressione imbarazzata che aveva dipinta sul volto.

«E tu sei sleale. Non puoi dirmi queste cose all'improvviso, io devo preparare il mio cuore ad un colpo del genere.» lo riprese la ragazza con voce leggermente acuta e imbarazzata mentre si portava una mano sopra al cuore che batteva con furia nel suo petto e una su una guancia accaldata e imporporata.

Richard alzò gli occhi al cielo, sorridendo compiaciuto, «Mi scusi signorina Tessa, la prossima volta l'avviserò.» la prese in giro.

«Stronzo.»

Lui rise. «Grazie signorina Tessa» Tessa sbuffò sonoramente mentre abbozzava un piccolo sorriso.

La ragazza senza pensarci due volte, anche perché se l'avrebbe fatto si sarebbe vergognata fino alla fine dei suoi giorni, si alzò dalla panchina pulendosi i pantaloncini che indossava poi senza dare tempo a Richard di capire cosa stesse combinando, si sedette fra le sue gambe, obbligandolo a spostarsi più indietro.

Allungò una gamba magrolina, picchiettando un pugno sul ginocchio di Richard per intimarlo a fare lo stesso poi l'avvicinò a quella di lui per misurala, «Ti odio. Hai le gambe lunghissime. Perché tra tutti nella mia famiglia io sono quella bassa?» borbottò sconfortata.

Il moro ancora scioccato da quello che Tessa aveva fatto, cercava di calmare i battiti del suo cuore e di riconnettere il suo cervello che per alcuni si era disconnesso, troppo preso a memorizzare ogni particolare della ragazza. La sua pelle era liscia e morbida a contatto con la sua e il suo profumo inebriante alle rose gli stava penetrando le narici con la sua dolcezza. Theresa è meravigliosa pensò Richard sospirando brevemente.

Group Chat [Youth Series ~ Book #6]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora