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La ragazza dalla chioma che ricordava lo zucchero filato, si stava dondolando dolcemente su un altalena mentre ascoltava le risate affettuose dei bambini espandersi nel parco.

La mente di Theresa cominciò a vagare, fino poi a soffermarsi sui pensieri dedicati a Richard. Alla ragazza Richard piaceva tantissimo; si, era scorbutico e facilmente irascibile ma era anche premuroso – solo con lei – e le faceva battere furiosamente il cuore. Era bellissimo e il suo sorriso era da mozzare il fiato, per non parlare della sua voce roca e profonda, così come la sua breve ma intensa risata.

Tessa sapeva che il suo amore non era ricambiato e quello la faceva stare davvero male. Sapeva anche che Richard aveva paura di rimanere un'altra volta fregato, ma lei non era quel tipo di persona, no, per niente. Theresa sapeva cosa significava soffrire per amore; il suo ultimo ragazzo l'aveva tradita non appena lei aveva messo in chiaro che non avrebbe fatto sesso con lui sino a quando non si sarebbe sentita pronta.

Richard invece era il contrario e forse era stato anche quello a farle capire quanto in realtà lui gli piacesse; Richard le aveva confidato di aver fatto l'amore per la prima volta l'anno scorso e che se lei non si sentiva pronta a farlo, non era costretta a compiere tale atto da cui non si poteva più tornare indietro. Quella cosa l'aveva resa felice poiché si era immaginata loro due insieme e aveva fantasticato su quando avrebbero fatto l'amore per la prima volta e su come si sarebbe sentita in quel momento. Al solo pensiero di quei momenti così intimi creati nella sua mente, tornò ad essere rossa per la vergogna. Non l'era mai successo di fare certi pensieri ma con Richard era diverso; sentiva che era la persona giusta, il ragazzo perfetto per lei. Ma a lui lei non piaceva e quello rendeva le cose difficili...

La ragazza estrasse il suo cellulare dalla tasca ed entrò nella conversazione con Richard, pronta per scrivergli un nuovo messaggio.

Tessa 🌸:
Disturbo?
15:11 ✔️✔️

15:11 ✔️✔️

Tessa 🌸:
Scusa, ti scriverò più tardi.
Ciao Ricky!
15:12 ✔️✔️

Tessa strinse il cellulare a sé e una lacrime solitaria le scivolò lungo una guancia. Prontamente andò ad asciugarla con la manica del maglioncino azzurro poi tornò a dondolarsi sull'altalena, ma altre lacrime incominciarono a scenderle dagli occhi, come un fiume in piena, senza un motivo preciso.

Nella sua mente balenò l'idea che fosse scoppiata a piangere per via di Richard, ma poi si disse che non avrebbe avuto senso frignare solamente perché non le aveva risposto ad un messaggio. Probabilmente non poteva rispondere perché, magari, la partita di basket stava per incominciare. La ragazza si diede mentalmente della stupida e si ripeté a bassa voce che non doveva piangere per una cosa così insignificante. O forse stava piangendo per i suoi sentimenti non ricambiati.

«Ah! Mamma quella tata sta piangendo.» strillò un bambino con voce acuta e quasi femminile. Theresa si sentì presa in causa e alzò lentamente lo sguardo da terra; quando lo fece incrociò gli occhi blu e da cerbiatto di Richard e il suo cuore incominciò a battere velocemente nella gabbia toracica mentre la sua gola divenne secca. Il ragazzo era in piedi a pochi passi più indietro del bambino e di sua madre, con indosso una tuta nera e un paio di scarpe da ginnastica bianche.

Tessa balzò in piedi, come se per tutto il tempo avesse avuto una molla sotto al sedere, asciugandosi gli occhi con la mani del maglioncino poi quasi correndo, raggiunse Richard e gli scaraventò un pugno contro ad un braccio, «C-che c-cosa ci fai qui?» strillò scombussolata lei.

Il ragazzo afferrò per un polso mingherlino la ragazza e la fermò dal tiragli altri pugni addosso mentre quest'ultima si dimenava ed emetteva brevi mugolii, «La partita di basket si gioca qui a Greenwich Village, nella palestra vicino alla scuola elementare Holy Elementary School. Non sapevo ti avrei incontrata, ma quando ti ho vista su quell'altalena a piangere, mi sono fermato e...» lasciò la frase in sospeso.

«E cosa?» strillò lei ansiosa.

Richard esitò per alcuni secondi. «E volevo chiederti se ti andava di vedere la partita... Almeno non devi passare il pomeriggio da sola poi possiamo prenderci qualcosa da bere... Va bene?» Richard le aveva appena chiesto di passare il pomeriggio con lui? Davvero? Non stava sognando, vero?

Theresa perse un battito per la felicità ma poi annuì entusiasta verso il ragazzo che con lentezza le lasciò i polsi ed infine mormorò quasi impacciatamene un «va bene».

«Allora forza, sali in auto.» biascicò lui, indicandogli la sua macchina nera di cui lampeggiarono i fanali anteriori, segno che aveva sbloccato le portiere.

Group Chat [Youth Series ~ Book #6]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora