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Nate si trovava insieme a Vernon fuori da un locale in cui la musica rimbombava a volume altissimo mentre aspettavano le due ragazze che ancora non erano arrivate, nonostante Kimberly gli avesse avvisati che erano partite da casa da più di dieci minuti.

Il biondo prese a giocherellare con le pellicine con fare ansioso, domandandosi se fosse successo qualcosa di brutto alle due ragazze. Scosse la testa e scacciò via quei pensieri.

«Ehi. Tutto okay?» Vernon accarezzò con una mano calda, la guancia fresca dell'amico, cercando di tranquillizzarlo.

Nate annuì, «Vorrei solo sapere se le ragazze stanno bene e dove si sono cacciate.» biascicò in risposta lui mentre guizzava con lo sguardo da una parte all'altra della strada.

«Vedrai che saranno qui a momenti.» replicò il rosso tinto, appoggiando la testa sulla spalla dell'amico. Lui annuì, beandosi del calore che trasmetteva il suo migliore amico.

«Caleb io ti uccido.» quella voce fece sbiancare Nate che boccheggiò in cerca d'aria. Ditemi che è uno scherzo. Perché proprio lui? Pensò Nate, quasi piagnucolando a bassa voce. Quella voce, Nate l'avrebbe riconosciuta ovunque. Era quella voce che non riusciva a scordare, la voce della persona che continuava ad amare. Era la voce di Alexander.

Pochi secondi dopo Nate vide Alexander correre nella sua direzione, ma non stava andavo verso di lui, bensì stava rincorrendo il suo fidanzato che rideva come un folle con una bottiglia di birra in mano e la maglietta completamente sbottonata.

Vernon a quella vista, dovette sopprimere la voglia di prendere a pugni quel biondino dal viso angelico. Aveva promesso a Nate che non gli avrebbe torto un capello, anche se lui avrebbe voluto fargli molto male. Sapeva benissimo che il suo migliore amico aveva sbagliato a lasciarlo senza dargli una spiegazione, ma anche Alexander avrebbe potuto perdonarlo dopo aver scoperto la verità e, invece si era buttato tra le braccia di un altro facendo così soffrire Nate. E chi faceva soffrire Nate, Vernon lo odiava, lo disprezzava.

«Nate andiamo dentro, forza.» Vernon afferrò per un polso l'amico che non smetteva di guardare Alexander ridere col suo fidanzato, e lo trascinò all'interno del locale per potergli fare bere qualcosa.

Nate aveva il cuore ferito, ma nessuna lacrime scese dai suoi occhi, nonostante le sentisse pungere fastidiosamente ai lati. Alexander era felice e lui doveva farsene una ragione, ma era davvero difficile.

Vernon, al suo fianco, chiese al barista due cocktail mentre con forza teneva in piedi il biondo, cingendogli fortemente la vita con un braccio. Aveva paura che da un momento all'altro sarebbe crollato a terra.

Dopo quasi quattro bicchieri di vodka, otto birre e vari shottini, Nate era completamente andato e la sua mente era totalmente offuscata dall'alcool. Nessun Alexander occupava i suoi pensieri in quel momento.

Nel frattempo anche le due ragazze erano arrivate ed entrambe si erano buttate nella mischia per scatenarsi in pista a ritmo di quella musica assordante.

Il biondo era intento a ballare in mezzo alla pista con la camicia bianca madida di sudore mentre teneva il suo sguardo incastrato a quello di Vernon, il quale si stava trattenendo dallo scaraventare lontano dal suo migliore amico tutti quei ragazzi che lo toccavano neanche fosse una prostituta. Nate continuava a ballare, muovendo i fianchi e strusciandosi contro ad altri ragazzi con la bocca semiaperta e il corpo madido di sudore.

Vernon resse ancora pochi minuti poi sbatté con forza il bicchiere sul bancone, facendo sobbalzare dallo spavento la ragazza col seno enorme che ci stava provando con lui infine scese in pista e allontanò tutti quei ragazzi da Nate, incominciando a ballargli di fronte, tenendolo vicino al suo corpo con una braccio avvolto intorno alla sua vita. Gli dava fastidio quando gli altri toccavano il suo migliore amico, soprattutto in quel modo. E odiava come lo guardavano, quasi fosse povero animale indifeso da sbranare.

«Vee che succede?» domandò sensualmente Nate all'orecchio di Vernon per poi mordicchiargli il lobo.

Vernon dovette trattenersi dal tiragli una testata e non perché gli facesse schifo, ma semplicemente perché non gli piaceva vedere Nate comportarsi in quel modo con lui, però non aveva il coraggio di riferirlo all'amico poiché sapeva ci sarebbe rimasto malissimo.

«Usciamo da qui, sei completamente andato.» rispose con voce decisa il rosso, trascinando con sé il biondino che continuava a dimenarsi come un'anguilla.

Quando furono usciti dal locale, Vernon lo dovette trascinare di peso fino alla sua macchina perché continuava a comportarsi come bambino col broncio e strillargli fastidiosamente nelle orecchie.

«Appena siamo in hotel ti ammazzo.» sibilò Vernon con le orecchie perforate dalle grida del suo migliore amico che adesso era appena scoppiato a ridere, singhiozzando anche e battendo i piedi per terra come un bambino capriccioso.

Il rosso roteò gli occhi scocciato poi scaraventò con poca grazia l'amico sui sedili posteriori della sua auto, lanciandogli addosso un sacchetto di plastica e intimandolo a vomitarci dentro in caso si sentisse male. Poi fece partire la macchina, ma non prima di aver inviato un messaggio dal cellulare di Nate a Kimberly.

Nate 👽:
Nate è ubriaco... Lo porto in hotel
01:56 ✔️✔️

Sexy Kim 💋:
Va bene! State attenti!
02:13 ✔️✔️

Nell'esatto momento in cui Vernon partì, Nate incominciò a singhiozzare, sussurrando con voce spezzata il nome di Alexander. Il rosso si rattristò nel vedere l'amico ridotto in quello stato, ma doveva andare avanti. Doveva riuscire a dimenticare quel biondino e lui l'avrebbe aiuto, in qualsiasi modo.


🌌 Angolo Autrice 🌌
I #calec che appaiono dal nulla ci stanno 😏
Si sono fatti un giro a Brooklyn perché sì lol
Non so se avete notato il mio ultimo "stato" ma ho deciso di concentrarmi sul finire di scrivere questa storia e di mettere per adesso in pausa Lucky Number o almeno per qualche giorno.
Spero non vi arrabbierete per questa mia decisione momentanea 😔
Baci, Julis 💙

Group Chat [Youth Series ~ Book #6]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora