Cap 8

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Era finalmente arrivato Venerdì e dopo un'altra ennesima settimana di verifiche potevo per la prima volta tirare un sospiro di sollievo, il giorno seguente non avrei dovuto fare nessun compito, nessuna interrogazione e non avrei avuto nessuna ansia, dopo cinque lunghi giorni avrei potuto finalmente dormire più di quattro ore e mezza scarse, cioè avrei cercato di dormire di più ma non ero molto sicura ci sarei riuscita a causa degli incubi che mi tormentavano da mesi e nell'ultimo periodo erano aumentati a causa delle minacce reali di Miss stronza oca Ginevra. Ebbene sì dopo aver saputo del presunto bacio avvenuto tra me e Cristian esattamente una settimana prima non mi aveva più lasciata in pace, mi aveva ripetuto più volte di stare lontana dal suo ex minacciandomi di andare a raccontare imbarazzanti segreti su di me.
-" Non vorrai mica che gli altri vengano a conoscenza del tuo passato alle medie, vero?"
-" Cosa intendi dire?"
-" Oh Bea non vorrai essere richiamata in quel modo?"
-" No"
-" Bene allora stai lontana da Cris"
Queste le sue specifiche parole che mi avevano fatta tremare, ricordando i tempi andati.
Alle medie ero una semplice ragazzina, poco sicura di se stessa che voleva semplicemente essere accettata dagli altri, non avevo il fisico attuale, ero un po' in carne e portavo l'apparecchio ai denti, insomma in poco parole ero quella che tutti chiamerebbero la sfigata, non me ne andava bene una e quindi proprio per tutti questi motivi ero vittima di bullismo e prese in giro pesanti. Nessuno voleva essere mio amico perché non volevano essere paragonati alla ragazzina grassa con zero vita sociale, insomma chi avrebbe mai osato invitarmi ad una sua festa? L'unica persona che mi era sempre stata vicino era Martina una mia amica d'infanzia che mi aveva sostenuta e fiancheggiata per anni, lei era tutto l'opposto rispetto a me, era sicura, con la risposta sempre pronta e si faceva rispettare, lei mi aveva aiutato a difendermi dai vari bulletti della scuola tra cui maglia a paiet, solo che purtroppo alla fine della seconda media Martina fu costretta a trasferirsi in America a causa del lavoro di suo padre ed io rimasi da sola. Sola in quella specie di incubo, sola contro tutte quelle facce nemiche, non volevo andare neppure più  a scuola per colpa dei continui insulti. Tutto cambiò un giorno dove, accidentalmente, andai a sbattere contro un ragazzino biondo, alto con gli occhi azzurri, lo guardai in faccia e dentro di me pensai che i miei occhi non avevano mai visto cosa più bella, però, in cuor mio sapevo già che quel biondino non mi avrebbe mai degnato di uno sguardo, anzi sarebbe stato l'ennesimo a prendermi in giro. Abbassai lo sguardo pronta alle grosse offese che mi aspettavano, però non accade, Marco mi sorrise e mi chiese se stavo bene, io annuì timidamente dopodiché lui mi strizzò l'occhio e se ne andò. Dopo quel giorno io e Marco diventammo ottimi amici e nonostante il suo comportamento mi ero sempre chiesta come un ragazzo popolare come lui potesse essere mio amico, ma con il tempo questa patetica domanda svannì. Marco era dolce e mi riempiva di complimenti, io in cambio per rigraziato gli offrivo sempre, a fine scuola, delle caramelle. Tutto sembrò procedere bene fino a quando un giorno mentre ero in bagno sentii delle voci provenire dal corridoio e riconobbi immediata le voci di Ginevra Valli e Marco.
-" Avevi ragione mi offre tutto ciò che voglio, povera è completamente persa."
-" Ahahah già, patetica, peccato che non sa cosa l'aspetta."
-" Merdatrice alla festa vorrà seppelirsi quando lei mi confesserà ciò che prova e io la umilierò davanti a tutti."
-" Ahahah povera." Solo sentendo quelle parole il mio cuore si spezzò e andò in frantumi, dopo quella volta cominciai a diventare sempre meno sicura di me e non mi fidai più subito delle persone.
   
-" Ei terra chiama Bea" alzai lo sguardo di scatto e trovai Manuel, in tutta la sua bellezza, davanti al mio banco, mi stava passando una mano davanti agli occhi come per richiamare la mia attenzione.
-" Bea va tutto bene?"
-" Mmm"
-" Sei strana stai ancora pensando a lui?"
-" Che?! ma figurati se io penso a Cristian"
Ecco Cristian era lui il vero problema, erano passati quattro giorni da quando ci eravamo parlati per l'ultima volta dopodiché tra di noi era sceso il silenzio, o almeno io avevo fatto in modo che accadesse ma in fondo ero convinta che anche lui ci avesse messo il suo. Gli avevo proposto di essere amici ma avevo fatto esattamente l'opposto, non gli avevo mai rivolto la parola, ogni volta che vedevo cercavo di evitarlo per paura che maglia stronza a paiet mi dicesse qualcosa. Insomma dovevo dire che invece di essere amici ci eravamo allontanati ma in fin dei conti non mi dispiaceva più di tanto, neppure conoscevo quel ragazzo e stando alle voci che giravano per la scuola era anche un ottimo portatore di guai. Aveva scritta la parola pericolo in faccia quindi era meglio così. Durante quei giorni invece era tornato a farsi sentire Luca; infatti dopo quanto successo Lunedì nei giorni successivi mi aveva scritto due messaggi dove mi chiedeva di vederci per chiarire il tutto, mi aveva scritto che gli mancavo e non voleva lasciare le cose così con me, io da canto mio non gli avevo risposto poiché sebbene da una parte avevo una tremenda voglia di chiarire dall'altra avevo paura di cascarci nuovamente, quindi era meglio stare lontano pure da lui.
-" Ma io stavo parlando di Luca"
-" Ah bhe ecco..." cavolo che figuraccia " No non penso neppure a lui."
-" Cosa sta succedendo con Cristian?"
-" Niente assolutamente niente"
-" E allora perché hai detto quello prima?"
-" Bhe perché pensavo ti riferissi ancora all'episodio della festa"
-" Si certo come no, senti mi accompagni alle macchinette?"
-" Ok"
Presi il portafoglio e il telefono e mi diressi con Manuel verso le macchinette.
- " Senti lo so che non ne puoi più con sta storia ma...secondo te Giulia è interessata a me?" Guardai Manuel che se ne stava lì vicino al mio fianco a fissarmi, si era portato una mano sul collo simbolo che era al quanto imbarazzato. Gli sorrisi dolcemente, era così dolce, si vedeva che teneva veramente tanto a Giulia.
-"Manuel io voglio essere onesta con te, Giulia pensa che io ti piaccia." Gli dissi velocemente trattenendo il respiro, non volevo ferirlo ma lui era il mio migliore amico e pensavo che dovesse sapere la verità. Manuel mi guardò perplesso, penso che si aspettasse di tutto tranne quello. In effetti detto ad alta voce sembrava così ridicolo, tra me e Manuel non c'era mai stato niente, lui mi considerava come una sorella e io come il fratello che avrei sempre voluto avere.
-" Ma dici sul serio?" Mi chiese ad alta voce quasi strillando, molto probabilmente non si era accorto del suo tono perché era ancora scioccato per ciò che gli avevo appena detto.
-" Si, dice sempre che mi stai intorno e mi riempi di complimenti e robe così, io le ho detto che è completamente fuori strada ma lei non mi da retta"
-" Ma è pazza?? Lo sanno tutti che tu sei solo la mia migliore amica, se mi piacessi in quel senso non mi comporterei così con te."
-" Lo so Manuel ma lei è convinta di questo e non mi vuole dare ascolto!"
-" Ma perché siete così complicate voi ragazze? Adesso non si può più fare i complimenti ad una ragazza perché altrimenti tutti pensano che tu sia innamorato di lei." Manuel sembrava esasperato e anche abbastanza seccato.
-" Non hai tutti i torti ma cerca di darti una calmata." Sospirò e si passò una mano tra i capelli.
-"Cosa posso fare?" Gli sorrisi dolcemente.
-" Certo che certe volte voi ragazzi siete peggio di noi. Manuel buttati, invitala ad uscire, fai qualcosa e dille soprattutto che io non ti piaccio." 
Manuel mi guardò dubbioso come se gli avessi detto robe assurde, quando in verità quelle erano le uniche cose che contavano. Lui doveva farsi avanti se no poteva anche scordarsi di Giulia, lei era una ragazza sveglia, simpatica ed inoltre pure bella, sì è vero aveva dei modi di fare un po' barbari però nonostante ciò molti ragazzi avrebbero pagato oro per stare con lei.
-" Sai vero che potrei rovinare il nostro gruppo?"
-" Manuel ascolta tu non preoccuparti di noi, piuttosto comincia a farti avanti, invitala ad uscire per un gelato, cose semplici Manuel, piano piano."
Lui mi sorrise e mi abbracciò.
-" Cosa farei senza di te!"
-" Non ce la faresti" gli risposi sorridendogli sulla spalla, lui sempre stretto a me scoppiò a ridere e io mi unì ma le nostre risate furono interrotte dall'arrivo di Mattia e Tommaso seguiti da Cristian, appena realizzai che stavano venendo nella nostra direzione mi cominciò a salire l'ansia.
Ok Bea stai tranquilla, va tutto bene.
-" Ei ragazzi" Mattia e Tommaso ci salutarono e diedero il cinque a Manuel che ricambiò il saluto. Ebbene sì dovevo ammettere che dopo la serata di Domenica Mattia e Tommaso avevano legato tanto con i miei amici tanto che durante quella settimana erano usciti un due volte ma io non mi ero mai unita a loro a causa delle verifiche e sì anche per stare lontana da Cristian.
Alzai lo sguardo in direzione di Mister perfezione stronzo Marconi e notai che anche lui mi stava osservando ma appena lo notai girai lo sguardo in direzione di Manuel che stava ridendo.
-" Sentite vi va se domani sera andiamo tutti insieme al bar vittoria?"
-" Come mai lì Tom?"
-" Ci lavora un nostro amico e ci ha detto che li è sempre pieno di gente e di ragazze, insomma non manca il divertimento."
-" Ok per me va bene, Bea?"
Ma stiamo scherzando, uscire con loro sarebbe stato un passo verso l'auto distruzione.
Passo grazie.
-" Io ecco...dovrei studiare già oggi non riesco perché ho un impegno con la mia famiglia quindi..."
-" Sei seria?" La voce di Cristian mi fece tremare
-" Sì" gli risposi secca ma come si permetteva, per caso lui sapeva quante verifiche avevo la settimana dopo? No, quindi doveva solo tacere.
-" Dai Beatrice è patetica come scusa"
-" Guarda che è la verità"
-" Cosa?" Giulia e Ludo accompagnate da Simone fecero la loro entrata.
-" Beatrice dice che deve studiare troppo e per questo motivo non può uscire domani sera" disse con aria innocente Cristian sorridendomi.
-" Mamma mia Bea ma non ti ho insegnato proprio niente!" Sbuffò Giulia seccata" insomma amica mia, hai diciotto anni, divertiti."
-" Ma Giulia" le dissi sperando che lei capisse il messaggio d'aiuto che le stavo mandando con gli occhi, ma era inutile ormai lei era già partita per la tangenziale.
-" Non osare contrabattere, domani sera usciamo, fine della discussione."
Alzai gli occhi al cielo, era inutile ormai la mia fine era stata segnata, senza forze cercai di rispondere alle affermazioni di Giulia ma la campanella suonò e tutti noi tornammo in classe. Proprio mentre stavo per entrare in aula, la voce di Cristian mi bloccò.
-"Ei"
-" Ciao" gli risposi senza neanche guardarlo negli occhi.
-" Sei strana, va tutto bene?"
-" Perché tutti me lo chiedono? Si sto bene sono solo stanca, ero piena di verifiche questa settimana."
-" Capisco senti possiamo parlare?"
Respirai prontamente e mi girai a guardarlo, se voleva provarci con me come quella sera alla Mezza Luna si sbagliava di grosso, io non ci sarei cascata.
-" Ok, cosa vuoi dirmi?" Cristian si passò una mano tra i capelli e poi finalmente trovò il coraggio di guardarmi negli occhi.
-"Bea senti io ci ho pensato su quello che mi hai detto Lunedì, sul fatto di essere amici e..."
Dovevo fermarlo, era pericoloso non potevo lasciarlo fare, dovevo impormi.
-" Cristian senti..."
-" No Bea lasciami finire di parlare, io so di aver fatto il cretino Lunedì e mi dispiace e concordo con te sul fatto che dovremo provare ad essere amici. Dimentichiamo tutto quello che è successo e ricominciamo, va bene?"
Quando sentii tali parole raggelai,  da un lato ero felice di ciò che mi aveva appena detto, perché diciamoci la verità sarebbe stato impossibile resistergli, dall'altro era un po' delusa perché ciò significava che non ero abbastanza per lui.
-" Bea ci sei?"
-" E? Si..em...ok va benissimo."
-" Sul serio?" No ma si ce si ma no, insomma non lo sapevo neppure io.
Quindi decisi di mostrarmi sicura e forte.
-" Si certo era quello che volevo"  Cristian mi guardò sorpreso come se non si aspettasse minimamente quella risposta, ma cosa pensava che mi sarei gettata ai suoi piedi? Si sbagliava di grosso io non mi chiamavi Ginevra Valli per fortuna.
-" Ah.. perfetto, bene allora ci si vede domani."
-" Si certo a domani" detto questo mi precipitai in classe dato che la lezione era già cominciata da cinque minuti.

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