Cap 12

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Ci sono momenti nella vita in cui pensi sia tutto finito, in cui convinci te stesso che niente si aggiusterà. Per me uno di quei momenti era stato il 16 febbraio del 2012 quando venni a scoprire che tutto ciò in cui avevo sempre sperato, non si sarebbe mai realizzato.
Io e Ginevra non ci eravamo mai sopportate, non so per quale motivo ma le ero stata antipatica fin dalla prima volta che mi aveva visto, e come a quel tempo, ancora oggi non so spiegarmi il perché; forse semplicemente ci sono certi rapporti che non sono stati destinati a nascere per un volere di una forza maggiore, oppure perché le persone in questione sono completamente opposte tra di loro. Io e Ginevra eravamo uno di quei casi. Lei era sempre stata una di quelle ragazze che di certo non passavano innoservata: era alta, magra, capelli lunghi castani, insomma sembrava essere sempre uscita da una rivista di moda, io invece, ero completamente l'opposto. All'epoca portavo l'apparecchio ai denti, ero un po in carne e di certo nessuno notava la mia presenza. Ero la ragazza invisibile e a me in fondo stava bene così, non volevo essere presa in giro ne tanto meno essere notata, mi accontentavo della mia semplice vita, poche amiche sincere, bei voti a scuola e una famiglia che mi amava, non chiedevo di più, anche se in realtà lo desideravo. Insomma a vederla così non ero un pericolo, nessuno si sarebbe mai avvicinato a me, nessuno che non si chiamasse Ginevra Valli.
Stavo tranquillamente camminando per il corridoio da sola, dato che la mia unica vera amica in quella scuola si era trasferita, stavo ripetendo dentro di me le ultime pagine di storia dato che da lì a pochi minuti sarei stata interrogata, quando andai a sbattere, o meglio mi venne addosso la vipera dai capelli castani.
-" Oh ma guarda la sfigata adesso non ci vede più, tesoro oltre all'aparecchio qui ti ci vogliono pure gli occhiali sai?" Ginevra mi squadrava dall'alto in basso e mentre mi insultava si girava verso il suo gruppo facendo facce disgustate, ovviamente tutto ciò faceva ridere molto i suoi amici tra cui pure Marco, il quale mi stava guardando come se davanti a se avesse la cosa più ripugnante del mondo. Abbassai lo sguardo sconsolata, lui era l'unica cosa che desideravo, delle prese in giro poco me ne importava ma di lui sì e anche molto.
Ginevra vedendo la mia espressione capì subito il motivo del mio improvviso ratristamento e colse la palla al balzo, mi si avvicinò all'orecchio e mi disse che una cessa come me non sarebbe mai potuta stare con un ragazzo come lui, poi si girò verso i suoi amici ridendo.
-" Poverina ho appena illuso i suoi sogni" poi si avvicinò a Marco e gli diede un leggero bacio a stampo " tranquilla tesoro questo è soltanto l'inizio" detto questo se ne andò mano nella mano con il suo amato ragazzo, lasciandomi lì con il cuore spezzato al centro del corridoio, esattamente come aveva fatto due ore prima.
-" Beatrice è suonata la campanella, vieni" mi disse Giulia scuotendomi, ma io non mi mossi restai là con gli occhi vuoti a pensare ripetutamente a quella scena di minaccia avvenuta anni prima.
-" Ei Bea ci sei?" Mi chiese Giulia preoccupata. Mi girai lentamente e fissai la mia amica, mi stava guardando come se le facessi pena e si vedeva che voleva aiutarmi in qualche modo.
-" Si... tranquilla" le risposi soltanto
-" Sicura? Non sei triste per quello che hai visto prima?"
-" Io? Ma figurati" Giulia mi guardò con faccia dubbia, mi conosceva fin troppo bene e sapeva benissimo quando mentivo,  ma sinceramente in quel momento se le avessi detto la verità lei sarebbe stata là, mezz'ora a psiconalizarmi, ed io di certo non ne avevo molta voglia.
-" Ok allora andiamo" mi rispose lei facendo finta di niente.
-" No preferisco rimanete qua a ripassare italiano" Giulia mi guardò stupita, non era da me non uscire fuori dalla classe durante il riposo, ma quel giorno non ne avevo proprio voglia. Non volevo vedere nessuno, in particolare Ginevra con Mister stronzo Marconi.
-" Sicura?" Mi chiese lei
-" Si" Giulia si limitò ad annuire e a lasciare l'aula accompagnata da Manuel, lasciandomi finalmente sola.
Appoggiai la testa sul banco e chiusi gli occhi cercando di immaginare un mondo perfetto, un mondo dove tutto andava secondo i miei piani, un mondo che non comprendeva maglia a paiet. Cercai di immaginarmi tutto questo, ma non ci riuscii anzi appena chiedevo gli occhi mi vedevo Cristian abbracciato a quella vipera, Marco che mi guardava con disgusto e una piccola me umiliata in mezzo a quel stretto corridoio. Fu breve il tempo che durai prima di scoppiare a piangere, non ce la potevo fare, non quella volta ero stufa di Ginevra e in particolare ero stufa del suo divertimento nel rovinarmi la vita. Le lacrime cominciarono ad aumentare e più piangevo più vedevo quella piccola me derisa dai suoi coetanei, sentivo il dolore che provava, sentivo il modo in cui si sentiva sconfitta.
Ad un certo punto non ce la feci più mi alzai e mi diressi in bagno, avevo bisogno di un po' d'acqua ma ovviamente, il fato volle che nell'andare verso i bagni mi imbattei in Cristian che come poche ore prima stava parlando con miss cattiveria. Appena mi vide si bloccò, interruppe il suo discorso con quella vipera e corse verso di me, ma io non lo volevo lì, non lo volevo neppure vedere.
-" Beatrice" mi cercò di bloccare ma io continua a camminare verso la scritta dei bagni, ma lui non si diede per vinto e mi raggiunse mi prese la mano e mi costrinse a girarmi verso di lui.
-" Ei " Mi disse accarezzandomi la guancia " Perché stai piangendo?" Alzai lo sguardo verso i suoi occhi e notai che era seriamente preoccupato per me, mi guardava dritta in faccia, studiandomi centimetro per centimetro come se volesse capire il motivo per il quale stavo cosí male, possibile che non capisse? Mi girai verso Ginevra che ci stava guardando malissimo da lontano e quindi decisi di staccarmi da Cristian e mi allontanai da lui, non volevo avere altri problemi.
-" Io devo andare" gli dissi quasi in un sussurro.
-" No Bea, parlami" insistette lui.
-" Ti prego lasciami stare" gli chiesi implorante, lui sembrò non volermi ascoltare ma alla fine si arrese ed io corsi in bagno.
Mi appoggiai per terra sconfortata, non capivo perché fossi così triste, non ne avevo alcun motivo, io e Cristian non eravamo stati insieme, non c'era mai stato niente di serio tra noi eppure vedere lui abbracciare quella strega mi aveva fatto rivivere momenti che sinceramente ero convinta di aver superato da molto tempo, e invece no, mi trovavo lì, chiusa in un bagno come un tempo, mi sembrava di essere ritornata quella ragazzina insignificante e invisibile, mi sembrava di essere tornata alle medie.
Il campanello suonò e fui costretta a lasciare quel luogo che ancora dopo anni riusciva a proteggermi dalle cattiverie. Feci un respiro profondo e mi incamminai versi la classe, anche se non fu un'impresa per niente facile dato che c'erano molti studenti che stavano facendo simile cosa. Dopo una serie continua di piccoli spintonamenti e gare a chi fosse il più veloce, arrivai in classe, ma prima di entrarci una mano gelida mi afferrò per il braccio e mi spintonò in un angolo. Non capivo cosa stesse succedendo fino a quando non vidi la persona che avevo di fronte.
Ginevra Valli, o meglio la strega, se ne stava in piedi davanti a me, teneva le mani incrociate e batteva ripetutamente il piede destro per terra, mi squadra a di continuo dalla testa ai piedi e mi guardava come se volesse farmi evaporare all'istante, cosa che in quel momento desideravo pure io.
-" Cosa vuoi Ginevra, è suonata la campanella, dobbiamo andare in classe." Feci per andarmene ma lei mi bloccò posandomi la mano sulla spalla, la fissa i cercando di capire cosa volesse quella vipera da me, ma lei non si mosse continuava a fissarmi in maniera canina, mancava solo che il fumo le uscisse dalle orecchio. Cercai di fare un secondo tentativo ma anche quello fallì, così esausta di stare al suo gioco decisi di farmi sentire.
-" Senti non facciamola lunga, che cavolo vuoi? Questa volta sul suo volto si accese un sorriso, un sorriso che purtroppo conoscevo fin troppo bene.
-" Sai questa scena mi sembra già di averla vissuta, a te non pare?" Mi chiese lei quasi sghignazzando, sapevo benissimo a quale episodio si riferiva, ma di certo non volevo dargliela vinta.
-" Il gatto perde il pelo ma non il vizio, No?" Le chiesi in tono di sfida.
-" Forse il vizio di essere sempre in mezzo, cara Beatrice, ti consiglierei vivamente di levarlo."
-" Ma veramente cara stavo parlando di te, a quanto pare ti piace minacciarmi in corridoio" lei mi guardò come se non capisse ma alla fine quel malvagio sorriso ritornò a regnare sul suo volto.
-" A quanto pare molti fatti ultimamente ci stanno riportando alle medie, che pensi?"
-" Penso che sia ora che tu mi lasci stare" la spinsi via da davanti a me e cercai di entrare in classe ma lei per l'ennesima volta mi bloccò.
-" Beatrice, Beatrice a quanto pare tu hai il vizio di metterti sempre in mezzo tra me e i ragazzi che mi piacciono, anzi no i miei ragazzi." Mi disse lei, questa volta quasi urlandomi contro e facendomi congelare tutto il sangue in corpo.
-" A me sembra che sia sempre stato il contrario, guarda Marco ad esempio, sapevi benissimo quanto fossi innamorata di lui" mi tremava la voce ma non mi importava quella specie di mostro meritava una risposta. Era giunta l'ora di far vedere a Miss perfezione che Beatrice Salviati non era più le debole ragazza di un tempo, non avrei più  permesso che mi minacciasse come in passato.
-" Oh Beatrice ma a Marco di te non gli importava per niente come del resto a Cristian. Sei il nuovo giocattolo Bea, si vuole solo divertire" Ginevra strise gli occhi accettando la sfida farendomi completamente con le sue parole, le quali erano peggio degli schiaffi.
-" Tu non sai proprio niente di Cristian"
-" Ah perché tu Si? Neppure lo conosci Beatrice, non sai di cosa sia capace."
-" Tu non sai proprio niente"
-" Povera ingenua Beatrice pensi sul serio di avere qualche possibilità con lui"
-" Se sono tanto povera e ingenua allora dimmi, come mai mi temi tanto?" Questa volta Miss Valli si fece trovare impreparata di fronte alla mia determinazione e infatti indietreggiò di qualche centimetro.
-" Stai lontana da Cristian, altrimenti..."
-" Altrimenti?" Le chiesi io sfidandola
-" Altrimenti tutti vedranno la ragazzina patetica delle medie, la tua umiliazione sarà trasmessa sui telefoni di tutti i ragazzi della scuola" sentendo quelle parole i vecchi ricordi riafiorarono e il passato tornò a galla nella mia mente.
-" Non oseresti" le dissi con le lacrime agli occhi
-" Ti ho reso la vita un inferno già una volta, non ho problemi a rifarlo una seconda volta. Ultimo avviso Beatrice, stai lontana da Cristian, capito?" Ginevra mi aveva praticamente schiacciata al muro e ormai mi sentivo di nuovo una formica insignificante.
Il viso mi si riempì di lacrime e cominciai a tremare, mi limitai ad annuire perché le parole non riuscivano ad uscire più, non dopo aver sentito ciò che voleva farmi.
La porta della classe si aprì e Manuel uscì dall'aula, probabilmente per venirci a cercare, però quando si trovò di fronte a quella scena rimase completamente a bocca aperta, Ginevra invece sembrava completamente normale gli sorrise come se non fosse successo niente e se andò in aula.
Manuel corse immediatamente da me e mi abbracciò.
-" Bea cosa è successo"
-" Lei...lei...mi...ha...minaccia..ta" Non riuscivo a parlare, avrei tanto voluto dirgli di più ma non ci riuscivo, ormai il terrore aveva preso il dominio sul mio corpo.
-" Bea stai tranquilla, adesso andiamo a dire alla prof che non ti senti bene e le chiedi se puoi stare un po' in bagno così ti calmi, Ok?" Annuì
-" Dai andiamo" detto questo Manuel mi accompagnò in classe ma io in realtà volevo andare il più lontano possibile da quel luogo, il più lontano possibile da maglia a paiet.

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