Ci sono fiabe che si presentano così esattamente come sono, non c'è un vero e proprio significato dietro, sono soltanto storie che vogliono essere narrate, per far divertire oppure per illudere i bambini nel classico lieto fine del "vissero felici e contenti". Ci sono, poi, altre fiabe quelle che non vengono capite subito, quelle che hanno bisogno di essere rilette più volte, quelle che non hanno un vero lieto fine ma ci si avvicinano. Ecco quelle non sono fiabe perfette, non saprai mai se alla fine tutto andrà bene, ma a loro modo sono uniche.
I miei nonni erano così, discutevano spesso, anche riguardo a piccole cose, ma si amavano, Dio quanto si amavano. Ogni volta che mia nonna guardava mio nonno le se illuminavano gli occhi e un sorriso sincero le compariva sulle labbra, mio nonno invece parlava sempre di lei come il suo angelo, senza il quale non poteva vivere. Mi ricordo ancora quando lui le mattine d'estate entrava in cucina e mia nonna stava tutta concentrata sui fornelli, lui andava là da lei, le cingeva la vita e le sussurrava le parole più dolci del mondo.
-" Angela tu sei il mio angelo, mi hai illuminato la vita" lei sorrideva e si girava a guardarlo, dritto negli occhi, gli accarezzava delicatamente il viso, non si dicevano niente ma dai loro sguardi traspariva tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra.
Il rapporto che avevano i miei nonni mi aveva sempre colpito molto, tanto che mi ero ripromessa che un giorno avrei trovato un uomo che mi guardasse come mio nonno guardava mia nonna, un uomo che mi facesse vivere la mia fiaba imperfetta, una fiaba reale fatta di amore ma anche discussioni. Sì era quella la storia che mi ero prefissata di avere nel mio futuro, una storia piena di colori, con Luca, invece, era stata completamente l'opposto, a vederci da fuori sembravamo una di quelle classiche coppie felici che non litigavano mai, tutti quelli che ci conoscevano dicevano che eravamo perfetti insieme ed era proprio quello il problema. Stavamo bene insieme perché io facevo tutto quello che Luca voleva, durante gli anni della nostra relazione ero sempre stata io a fare passi verso di lui, ero sempre andata a vedere le sue partite nonostante il calcio non mi piacesse, ero sempre uscita con i suoi amici, andavamo nei posti in cui voleva lui, insomma avevo dovuto rinunciare a molte cose per la sua felicità e questo pian piano negli anni mi aveva portato a essere succube ed infelice a causa sua.
Quando avevo scoperto il tradimento di Luca il mondo mi era crollato addosso, mi sembrava che niente avesse più senso, avevo passato notti intere a piangere per lui e, invece, le notti in cui riuscivo a chiudere occhio sognavo incubi, quegli incubi che mi tormentavano tutt' ora, con Luca avevo perso una parte di me, una parte che nessuno sarebbe mai riuscito ad aggiustare o almeno io ero convinta di questo.Arrivai davanti al Griffi il solito bar dove io e Luca ci incontravano un tempo, quello era il nostro rifugio, il nostro posto di riconoscimento, non avevo mai portato nessuno la proprio perché non volevo condividere quel posto con altre persone. Quando vidi quell'insegna rossa luminosa che metteva a risalto il nome di quel locale il mio stomaco cominciò a stringersi e fui invasa da una valanga di dubbi ai quali non ci avevo pensato quando avevo accettato l'invito; infatti non avevo pensato che andando la sarei un po' caduta nella tana del lupo, in quel momento avevo solo pensato di fare un dispetto a Cristian che, tra parentesi, era all'ignaro di tutto ciò.
Presa dall'ansia e dalla paura di finire faccia a faccia con il ragazzo che mi aveva ferita, umiliata e tradita, decisi di andarmene. Mi diressi verso alla fermata del bus e il mio telefono prese a vibrare, sullo schermo compariva il nome di sconosciuto perciò decisi di rispondere.
-" Pronto"
-" Bea?"
-" Sì, chi parla?"
-" Sono Cristian, ti prego non riattaccare" quando sentii il suo nome il mio corpo fu travolto da un lungo brivido ma allo stesso tempo la rabbia cominciò ad aumentare.
-" Non mi interessa cosa hai da dire"
-" Perché devi sempre fare così?"
-" Perché sei uno stronzo"
-" Bea!"
-" Scusa Cri ma adesso sono impegnata, sono con Luca. Ciao." Detto questo attaccai immediatamente il telefono e corsi in bar, non volevo e non potevo pensare a quel pallone gonfiato che si credeva chissà chi, avevo bisogno di non pensare a lui.
Mi feci coraggio ed entrai nel bar rimanendo completamente a bocca aperta, era tutto identico all'ultima volta che ci avevo messo piede. C'era ancora il solito tavolino, all'angolo, dove una compagnia di quattro vecchietti si divertiva a passare i proprio pomeriggi giocando a briscola, al balcone c'era sempre Paola, una dolce signora che ci regalava sempre sia a me che a Luca due biscotti, le decorazioni del locale erano sempre le stesse e l'aria era quella di casa, non c'erano dubbi ero al Griffi, ero nel posto mio e di Luca.
-" Eccoti pensavo che mi avresti dato buca." Mi bastò sentire il suono di quella voce per bloccarmi e riportarmi con la mente indietro nel tempo, quando non c'erano problemi, quando io e Luca eravamo felici o almeno così credevo. Mi girai a guardarlo ed era bello quasi da togliere il fiato, quegli occhi color cioccolato erano magnetici come mi ricordavo, aveva ancora i capelli scompigliati e la barba di qualche giorno che gli incorniciava il volto.
-" Si ci avevo pensato ma oggi è il tuo giorno fortunato" gli feci un sorriso sforzato e con tutte le forze mi costrinsi a non guardarlo, lui, invece sembrò accorgersene del mio imbarazzo e sul suo viso comparve un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-" Ti va se ci sediamo?" Ci pensai un attimo ma alla fine ero lì per parlare con lui quindi lo seguii e ci sedemmo nel nostro solito posto.
-" Allora come sta Chiara e Andrea e Caterina e.."
-" Stanno tutti bene, Bea tu non hai idea di quanto manchi alla mia famiglia" mi disse con un tono serio.
-" Ah.. bhe non sono stata io a rovinare tutto quindi non parlarmi con quel tono" abbassai lo sguardo e cominciai a giocare con il braccialetto che mi aveva regalato mia nonna.
-" Io non intendevo quello, lo so che è stata colpa mia e mi dispiace Bea, tu non hai idea di quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo."
-"Sì ma non puoi" e io non volevo tornare a quei tempi dove ero soltanto il manichino di qualcuno, non volevo tornare ad essere l'ombra di qualcuno, io ero Beatrice Salviati, ero forte e indipendente, non mi sarei lasciata incantare più da nessuno, eccetto da Cristian ma lui era una cosa diversa, lui non era nessuno e non doveva diventarlo però mi faceva sentire speciale ma allo stesso tempo sapeva trovare le giuste parole per lasciarmi senza parole.
Beatrice come era la storia " niente più Cristian"? Sì giusto, niente più Cristian, neanche lo conoscevo.
-" Questo lo so ma.."
-" Ma cosa Luca? Pensi che possa tornare tutto come un tempo? Io non sono più quella di prima!"
Luca mi guardò sconvolto, era chiaro che non si aspettasse una reazione del genere, molto probabilmente lui pensava che mi sarei gettata ai suoi piedi dopo le sue scuse, ma si sbagliava.
-" È per Cristian?" Mi chiese abbassando la testa ma sempre tenendo i suoi occhi a contatto con i miei, io da canto mio appena sentii quel nome il mio corpo si irrigidì.
-" Come scusa?"
Luca si fece più serio e alzò un po' il tono della voce come per attirare meglio la mia attenzione.
-"Rispondimi Bea, è per Cristian?" Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa rispondere di certo non volevo parlare con lui di Cristian nè tanto meno dirgli se provavo qualcosa, tanto per chiarezza la risposta era no.
-" No Luca, è per come ti sei comportato, non riuscirei mai a tornare come un tempo, non mi fido più". Gli dissi guardandolo fissa negli occhi, volevo che lui capisse che non erano gli altri a tenermi lontana da lui ma era stato proprio il suo atteggiamento ad allontanarmi.
-" Bea ti prego dammi un'altra possibilità, ricominciamo da capo". Luca mi stava pregando implorando e io non sapevo se sarei riuscita a resistergli ancora per tanto, insomma lui era Luca con lui avevo passato i momenti più belli della mia vita ma , allo stesso tempo i più brutti. Avevo sofferto a causa sua, non potevo perdonarlo così su due piedi.
-" Luca senti io al momento non me la sento, mi dispiace".
-" Al momento? Quindi forse un giorno riuscirai?" Mi chiese con speranza.
-" Forse... un giorno, non so ma per ora no."
-" Ok ma sappi che io non mi arrenderò, lotterò per te" mi prese la mano e mi sorrise, in quel momento avrei voluto abbracciarlo e dirgli che mi mancava tantissimo ed era stato uno stronzo ma che comunque lo perdonavo.
Ma cosa stai dicendo Beatrice?!
Rimossi la mano dalla sua presa e mi alzai.
-" È stato bello rivederti Luca, ora devo andare Ludo mi aspetta."
-" Già??"
-" Si Luca" mi avvicinai a lui e lo abbracciai, lui mi sorrise ma si vedeva che era contrario alla mia decisione.
-" Ciao" gli dissi girandomi, lui mi prese la mano e mi costrinse a guardarlo.
-" Non smetterò mai di lottare per noi" dette quelle parole corsi fuori dal bar, forse Luca non era completamente fuori dal mio cuore, forse un giorno sarei riuscita a dargli una seconda possibilità.

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Beneath your beautiful
JugendliteraturVi è mai capitato di incontrare una persona che vi abbia sconvolto la vita? Che vi facesse sentire amati? Che con uno solo sguardo capiva tutto, i tuoi pensieri, le tue paure, le tue debolezze? A Beatrice Salviati sì, proprio lei una ragazza deter...