Una leggera luce entrò dalla finestra costringendomi a voltarmi dall'altra parte del letto, come mi capitava spesso fare la mattina dato che la sera lasciavo sempre la tapparella leggermente rialzata siccome mi dava fastidio essere completamente circondata dal buoi. Mi girai lentamente ancora mezza addormentata, avevo gli occhi socchiusi, non vedevo bene quello che c'era intorno a me, l'unica cosa di cui ero certa era quella di essere finita su qualcosa che si muoveva su e giù e non era per niente soffice come il cuscino, aprii leggermente gli occhi ma non vidi niente, era tutto nero, ricchiusi gli occhi e cercai di capire che cosa ci fosse intorno a me, ma ad un certo punto qualcosa mi bloccò la mano e cominciò a parlare.
-"Pagliaccetta lo so che vuoi saltarmi addosso ma con calma, ti sei appena svegliata." Riconobbi subito quel nomignolo, c'era un' unica persona che mi chiamava così ed era l'ultima persona che mi aspettavo di trovare al mio fianco. Mi alzai di scatto, ma mi pentii subito di quell'azione perché non appena mi alzai un'enorme fitta mi si prese alla testa e questo mi costrinse a distendermi nuovamente.
-" Ei tutto bene?" Mi girai a guardare Cristian che era davanti a me, lui mi stava osservando con aria preoccupata e mi passò una mano sul volto per riportarmi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
Scossi la testa e mi rialzai, questa volta più lentamente, mi girai verso Cristian e per un paio di secondi rimasi incantata a guardare la perfezione che avevo davanti a me, infatti nonostante Cristian si fosse appena svegliato era impeccabile sembrava appena uscito da una rivista di moda, ovviamente io ero completamente il suo opposto, scommetto che in quel momento sembravo uno zombi.
-" Bea?" Mi chiese lui con tono divertito, la sua voce mi fece uscire da quella specie di sogno ad occhi aperti e mi guardai intorno, osservai il letto matrimoniale, la scrivania di fronte al letto e la porta davanti a me, di sicuro quella non poteva essere camera mia e io non avevo la minima idea di come fossi arrivata in quel posto ne tanto meno perché mi ero svegliata vicino a Cristian quella mattina, l'ultimo mio ricordo risaliva alla sera prima quando paglia a paiet era venuta a marcare il territorio portandomi via Cristian ed io ero andata al bar del locale per distrarmi da quella situazione che mi stava cominciando a dare fastidio, dopodiché il vuoto, niente non mi ricordavo nulla.
-" Dove sono? E che cosa ci faccio a letto con te?"
Cristian si passò una mano tra i capelli e rise, poi con tanta calma si mise a sedere vicino a me.
-" Davvero non ti ricordi nulla pagliaccia? Ieri sera hai fatto numeri..." a quelle parole il sangue mi si raggelò nelle vene, che cosa avevo fatto? E poi come avevo fatto a finire con lui? Non era con Ginevra?
Trattenni il respiro aspettando il seguito del suo discorso.
-" Mi hai pregato di venire a letto con te e bhe..." No. Non è possibile io non posso essere, non posso aver fatto una cosa del genere, non poteva essere vero eppure io ero con lui e da quel che potevo immaginare ero in camera sua, non c'erano altre alternative.
Mi alzai dal letto e cominciai a camminare avanti e indietro per la stanza, solo dopo un due minuti mi accorsi di aver indosso soltanto una maglietta grigia che mi copriva fino a quasi metà coscia. Sbarrai gli occhi e osservai Cristian che mi stava guardando tranquillo e beato disteso con aria divertita a letto. Pensava che tutto questo fosse divertente? Cominciai ad andare ancora più in panico quando pensai alle possibili cose che avevo potuto fare, mi passai le mani fra i capelli sforzandomi di ricordare qualcosa, ma niente la mia memoria non voleva collaborare.
-" Ei stai tranquilla" Cristian si alzò dal letto e mi prese il volto tra le sue mani, mi alzò il mento costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.
-" Cris io.. Non...cavolo"
-" Bea stai tranquilla stavo scherzando, non è successo assolutamente niente" quando realizzai ciò che aveva appena detto mi staccai velocemente da lui ed indietreggiai indietro.
-" Sei serio?"
-" Si, stavo scherzando"
-"Ma allora sei scemo" mi girai a guardarlo malissimo e solo in quel momento realizzai che Cristian mi stava guardando le gambe che erano scoperte, gli lanciai un occhiataccia e
cominciai a cercare di trovare i miei vestiti in giro per la stanza, sembravo una pazza, ma il fatto di non ricordare nulla mi metteva stra in ansia e quindi di conseguenza diventavo isterica. Era sempre stato così, specialmente nell'ultimo periodo di scuola dove dovevo fare mille verifiche una dietro l'altra e dunque finivo per andare a dormire alle due di mattina e di svegliarmi alle sei per ripetere.
-" Bea?" la voce di Cristian mi riportò al presente, ora lui si era messo a sedere vicino a me e mi stava osservando con una tale dolcezza, mi stava studiando tutta centimetro per centimetro, come se stesse cercando di memorizzarmi tutta quanta, nessun ragazzo mi aveva mia guardata così prima d'ora, neanche lo stesso Luca, Cristian mi leggeva dentro, mi faceva tremare tutta, nessuno mi aveva mai fatto sentire così, quegli occhi color nocciola erano come calamite, durante quei giorni mi ero persa spesso a guardagli gli occhi ma solo in quel momento mi accorsi che non erano semplicemente marroni, ma avevano delle sfumature verdi e tendevano al grigio, erano stupendi.
-" Ei Bea ci sei?" Distolsi lo sguardo dal suo volto e solo in quel momento mi accorsi che indossava solo un paio di boxer neri, diventai all'improvviso rossa in viso e Cristian se ne accorse, dato che si mise a ridere.
-" Ti piace quello che vedi?" Mi disse in un ghigno
-" Tu. Mi. Piaci. Solo. Quando. Stai. Zitto....Capito?" Gli risposi molto lentamente, ma evidentemente lui non aveva capito proprio niente di quello che gli avevo detto, dato che si avvicinò pericolosamente alle mie labbra.
-" Lo so che ti faccio impazzire me lo hai detto ieri sera" mi disse sussurando, restai ammutolita e gli fissai la bocca, il quel momento mi era sembrato di aver perso il controllo del mio corpo e mi avvicinai ancora di più, Cristian sgranò gli occhi ma fu solo per un breve secondo. Eravamo sempre più vicino potevo sentire il suo respiro sul mio volto, il mio corpo cominciò ad annimarsi e una serie di brividi mi partirono in ogni direzione quando lui mi sfiorò con la mano il viso.
Stavo per cedere, per l'ennesima volta stavo per cedere al fascino di questo splendido ragazzo che era davanti a me, lui era capace di farmi perdere il controllo ma allo stesso tempo mi rendevo perfettamente conto che emanava pericolo ovunque, fu proprio grazie a quel pensiero che ebbi la forza di reagire.
-"Guarda che ti sbagli, io ti faccio impazzire" detto questo lo spostai e recuperai i vestiti che erano messi sulla sedia e corsi in bagno.
Appena arrivai in bagno, che per fortuna era di fronte alla Camera di Cristian mi osservai allo specchio, ero tutta rossa in viso, avevo le occhiaie e i capelli erano tutti annodati tra di loro, se Cristian veramente mi voleva baciare pochi minuti prima significava o che era ancora brillo e mezzo addormentato oppure che gli piacevo davvero, ovviamente mi convinsi della prima. Feci dei respiri profondi per respingere l'idea di correre di là e finire quello che stava per succedere pochi istanti prima.
Mamma mia neanche mi riconoscevo, quella non ero io la Beatrice razionale e riflessiva, quella era un'altra persona completamente opposta a me. Fino a quel momento se qualcuno mi avesse detto che avrei pensato una cosa del genere lo avrei preso a calci ma dopo quello che era quasi successo non ne ero più certa. Cristian era diverso dagli altri, era misterioso ma allo stesso tempo diretto e sincero, con lui mi sentivo completamente un'altra persona, non avevo bisogno di fingere, ero semplicemente me stessa, con lui era tutto diverso, quando ci guardavamo sentivo un unione, una connessione che non avevo mai provato con nessuno ed era proprio questo a spaventarmi. Lo conoscevo appena eppure in quelle due settimane lui mi aveva fatto sentire, per la prima volta dopo tanto tempo, viva.
Bea sei ancora sotto effetto dell'alcol, scappa fino a che sei in tempo.
Il mio cervello mi riportò alla realtà, mi riportò alla Beatrice Salviati razionale, quella che per un paio d'ore era stata a riposo, quella che non si sarebbe spinta mai così avanti la sera precedente. Con tutte le forze che avevo aprii la porta e ritornai in camera ma con mia grande sorpresa Cristian non c'era, così ne approffittai per vestirmi e poi pian piano andai verso la cucina, dove mi ritrovai Cristian intento ai fornelli.
-" Ah eccotti pensavo fossi già scappata, crep?" Mi guardavo con un sorriso sincero mentre mescolava l'impasto e mi ritrovai per l'ennesima volta a pensare quanto fosse bello, poi però come al solito cacciai via quel pensiero dalla mia mente.
-" Veramente devo andare, è tardi" e infatti era proprio così, era mezzogiorno e io avrei già dovuto essere a casa.
-" Dai solo una crep non puoi andare via a stomaco vuoto" mi disse sorridendomi in modo dolce, ma in realtà era chiaro che stava facendo soltanto l'idiota, però mi ritrovai ad appoggiare la borsa e a sedermi in soggiorno mentre lui continuava a cucinare. Dopo un po'arrivò in tavola con almeno una decina di omlete che emanavano un odorino alquanto invitante. Allungai la mano per prenderne una e proprio in quel momento lui fece lo stesso e le nostre mani si finirono per sfiorare, lui la rimosse subito come un po' scosso, io invece rimasi la immobile e alcune immagini della sera prima mi ritirarono in mente. C'ero io al centro del locale che ballavo con un biondino, poi Cristian che arrivava e mi trascinava via ed infine sempre lui che fermava l'auto e mi baciava.
Mi girai lentamente a guardarlo, lui inizialmente non ci fece caso e continuava a mangiare tranquillo ma poi si accorse di me che lo stavo fissando e si girò.
-" Non mangi?" Mi chiese come se volesse cambiare discorso, scossi la testa e lo continuai a fissare.
-" Che cosa c'è?" Abbassai lo sguardo consapevole che se fossi restata ancora qualche secondo in contatto con quegli occhi ne sarei uscita scottata.
-" Sei sicuro che non sia successo niente tra di noi?" Cristian si girò a guardarmi con una faccia sconvolta, come di chi è stato colto alla sprovvista.
-" Ti ho già detto di no"
-" Sicuro?" Decisi di insistere, insomma non potevo essermi immaginata tutto, qualcosa era successo altrimenti in quel momento non mi sarei ritrovata a casa sua.
Cristian si alzò seccato e portò la sua tazza in cucina.
-" Ma quante volte te lo devo ripetere" sbottò e questo fece perdere il controllo pure a me.
-" Fino a quando non mi dirai la verità"
-" Ah e sentiamo dai, quale sarebbe pagliaccetta? "
-" Pensi che non mi ricordi niente ?" A quelle parole Cristian sbarrò gli occhi, e si avvicinò lentamente ma non mollò il colpo.
-" che cosa sai? A quel tono di sfida non potei far a meno di rispondere, ma chi pensava di essere, Dio sceso in terra? Se pensava che comportandosi così mi avrebbe fatto stare buona si sbagliava di grosso, io non ero come le ragazze che era abituato a frequentare e forse proprio per questo motivo si comportava così.
-" Mi hai baciata... in auto"
-" Ahahahah si certo come no" mi rispose tra una risata e l'altra. Vendendolo reagire così mi sentii umiliata al massimo, l'idea di baciarmi lo faceva così tanto ridere? Eppure fino a poco prima in camera sembrava completamente l'opposto. Pensavo che almeno un minimo gli piacessi, insomma per portarmi a casa sua, da ubriaca e non approfittarsi di me, doveva tenerci un pochino.
Mi ero illusa, ci ero rimasta male, ma non mi sarei lasciata far prendere ancora in giro in quel modo, mi alzai dalla sedia presi la mia borsa e feci per andarmene, ma prima andai da Cristian gli tirai una pacca amichevole sul petto, ma non avrei dovuto farlo.
-" Sei proprio un coglione" gli dissi senza far tralasciare le mie emozioni, non volevo fargli vedere che mi aveva ferita. Feci per girarmi e andarmene ma lui mi bloccò la mano.
-" E tu sei una stronza" mi disse guardandomi negli occhi, quegli occhi color nocciola che mi facevano sciogliere ogni volta, eravamo così vicini che cominciavo già a sentire il suo respiro sul mio volto.
-" Parla lui" gli risposi con tutte le forze che mi erano restate.
Cristian si avvicinò al mio viso e appoggiò una mano su di esso.
-" Quando fai così ti strozzerei" mi disse con voce rocca.
-" Ah beh non sai quante volte lo farei io"
-" Certo che hai sempre una risposta pronta per tutto eh, non ti sopporto"
-" Bene siamo d'accordo su qualco..." non riuscii a finire la frase che Cristian si era avventato già sulle mie labbra, il bacio non risultò alquanto lento e romantico ma possessivo, feroce, non era per niente uno di quei baci che si vedono nei film dove lui le dichiara il suo amore. Cristian mi afferrò saldamente per la vita e mi portò ancora più vicino al suo petto come se non volesse far passare neppure un filo d'aria tra di noi, gli portai le braccia dietro la testa e gli infilai le mani nei capelli tirandogli, come avevo sempre desiderato fare tutte le volte che ci eravamo baciati, lui gemette e mi trascinò verso il divano. Mi staccai un attimo da lui e lo guardai.
-" Sei proprio uno stronzo" gli sussurrai, lui mi sorrise e riprese a baciarmi intensamente come pochi minuti prima, eravamo quasi arrivati al divano e Cristian aveva infilano una sua mano sotto la mia maglietta e aveva preso a carezzarmi la schiena, era così bello che quando la porta si aprì neanche la sentii, invece Cristian di perché si era già allontanato da me.
Nella stanza entrò un uomo, che non si era minimamente accorto della nostra presenza, solo dopo aver appoggiato il giornale su un mobiletto in corridoio si accorse che c'eravamo pure noi.
-" Cristian ciao non sapevo che fossi a cas.." si girò verso di me e mi guardò sorpreso " Ah...ciao" Mi salutò sorridendomi, si vedeva che era alquanto imbarazzato " Piacere Vincenzo, il padre di Cristian" l'uomo mi strinse la mano ed io ricambiai la stretta e il sorriso di cortesia. Vincenzo lanciò un' occhiata a Cristian ma lui abbassò lo sguardo, osservai velocemente quell'atteggiamento, era un Cristian diverso, a differenza del solito non era sicuro di sé e ne tanto meno aveva la risposta pronta, sembrava come se avesse paura dell'opinione del padre.
-" Non sapevo avessi una ragazza figliolo, perché non me l'hai detto?" Cristian si avvicinò al tavolo sempre senza degnarmi di uno solo sguardo.
-" È un'amica e se ne stava andando" Prese la mia borsa da per terra e me la consegnò, rimasi confusa da quel suo cambio improvviso d'umore ma alla fine Cristian era così, lunatico. Annuii poco convinta, salutai Vincenzo che era ancora confuso e mi diressi verso la porta, prima di andarmene però mi girai a guardare Cris che continuava ad osservarmi con uno sguardo freddo.
-" Ciao" mi disse
-" Sei uno stronzo" gli risposi solamente questo, non lo salutai nemmeno, non so a cosa fosse dovuto quell'atteggiamento, ma ormai poco importava, stare con me per lui era solo un divertimento un'avventura, gli dava fastidio il fatto che io non fossi come le altre, che non gli cadessi ai suoi piedi e proprio per questo motivo si era comportato così con me, ma da quel momento in poi non mi sarei più fatta incantare da lui, gli sarei stata sul serio lontana.Il cellulare mi squillò e mi arrivò in messaggio di Luca.Ti va di vederci alle quattro, al solito bar?
Era quello il messaggio che stavo aspettando, non ero il cagnolino di nessuno, non potevo sempre cedere a Cristian, per lui era un gioco, l'aveva dimostrato poco prima. Lui voleva solo divertirsi, prendermi in giro, ma io ero stufa di giocare a quel gioco, d'ora in poi le cose sarebbero cambiate sul serio, da quel giorno Cristian non sarebbe più esistito.
Avevo evitato Luca per troppo tempo, forse era veramente cambiato e io dovevo dargli una possibilità. Rilessi il messaggio per l'ennesima volta, quella risposta sarebbe stata definitiva nel nostro rapporto e anche per il mio cuore.Sì, vediamoci gli risposi, avevo bisogno di risposte, avevo bisogno di Luca.
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Beneath your beautiful
Novela JuvenilVi è mai capitato di incontrare una persona che vi abbia sconvolto la vita? Che vi facesse sentire amati? Che con uno solo sguardo capiva tutto, i tuoi pensieri, le tue paure, le tue debolezze? A Beatrice Salviati sì, proprio lei una ragazza deter...