Primo Capitolo

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Sono Isabella ed ho sedici anni. Capelli castani. Non troppo magra nè troppo grassa, sono nella media posso dire. Ero una ragazza normale, a parte che il mio unico amico era un ragazzo di nome Lorenzo, cui riempiva tutte le mie giornate, illuminandole con il suo sorriso. Non facevo niente di male, si può dire che sono la classica ragazza modello. Eppure mi ritrovai immischiata in qualcosa più grande di me a causa di mia madre.

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Ero a lezione come sempre, mi piaceva la scuola, era uno sfogo per i miei problemi. Starete pensando, quali problemi potrebbe mai avere una ragazza di sedici anni? Eppure c'è li avevo. Mia mamma era un'alcolizzata senza aspirazioni nella vita, in più, qualche mese fa, perse il lavoro a causa del suo vizio e toccò a me mantenere le spese di casa. E con lo studio non era una cosa semplice, anche i miei voti iniziavano a risentirne. Mio padre purtroppo mori in un incidente d'auto quando avevo quattro anni, e fu proprio quella la causa scatenante della dipendenza di mia madre. Se non fosse stato per Lorenzo, il mio migliore amico di infanzia, mi sarei suicidata di certo tempo fa.

Lorenzo lo conoscevo da sempre. Da piccoli giochevamo sempre insieme, e man mano che cresciamo il nostro legame si rafforzava sempre più. Per me era una persona insostituibile, quando persi papà mi stette accanto, sorreggendomi in quel momento difficile.
Quando ero a lavoro mi veniva sempre a trovare, e al fine del turno mi veniva sempre a prendere per riaccompagnarmi a casa visto che eravamo vicini di casa. E per completare il tutto eravamo anche vicini di banco!

Molti scherzando ci dicevano che sembravamo una coppia. E non era da biasimarli, visto che eravamo sempre insieme. Lorenzo è anche di bello aspetto, ma del resto lo è sempre stato. Capelli neri, occhi verdi, spalle possenti e moderatamente muscoloso.

Per chi non lo conosceva poteva sembrare il classico, cattivo ragazzo, ma io conoscendolo bene, sapevo benissimo sapevo che era un pezzo di pane.

Finita la prima ora, misi a posto i libro di scienze per rimpiazzarlo con quello di matematica. Purtroppo a questa materia facevo più tosto schifo, nonostante i miei sforzi al riguardo. Lorenzo mi distraette chiedendomi:

-"Isa ho scordato il libro a casa, dividiamocelo!"

-"dire per favore non ti uccide sai?" sbuffai contrariata.

-"dai su che il prof sta arrivando!" mi rispose infastidito.
Mister gentilezza è tornato. Misi il libro al centro del banco ormai sconfitta, ignorando il suo ghigno vittorioso.

La scuola volò in un lampo ed io dovevo sbrigarmi ad uscire altrimenti avrei fatto tardi a lavoro. Salutai Lorenzo con un bacio sulla guancia e uscì come una saetta.

Arrivai al bar con cinque minuti di anticipo, saluti il titolare ed andai a mettermi il grembiule. Può sembrare stressante la vita che faccio, ma a me piaceva per il semplice fatto che così facendo trascorrevo il minor tempo possibile a casa. Mamma quando era ubriaca era molto violenta e siccome lo era sempre, tornare da lei era terrificante.

A volte pensavo che non tutte le madri erano fatte per avere figli. Perché se ci pensate, tutte le donne sono in grado di concepire un figlio, ma in poche sono in grado di crescerli e dargli il buono esempio. Solo Lorenzo capiva e tollerava il mio modo di pensare, gli altri non capivano. Se ne uscivano con la solita frase « la mamma e sempre la mamma» ma sparatevi tutti quanti.
Cesare, il mio titolare, attirò la mia attenzione chiedendomi :

La violinista FantasmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora