Secondo Capitolo

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Il giorno seguente riprese la mia solita routine​, scuola e poi lavoro. Di lunedì il bar era sempre più affollato, essendo l'inizio della settimana molti andavano a lavorare, e il pomeriggio passavano in molti per la pausa pranzo.
Cesare sembrava una macchina, in cinque minuti servì dieci clienti tutti asieme senza il più minimo sforzo, alcune volte pensavo che non fosse nemmeno umano, ma in fin dei conti era solo bravo nel suo lavoro. Io del resto non ero cosi brava come lui, si, me la cavavo però già verso le quattro le gambe non me le sentivo più, e notando il mio malessere Cesare venne da me preoccupato dicendomi:

-"Vai a riposare, ti vedo distrutta!"

Non feci in tempo a rispondere che una voce a me famigliare attirò la mia attenzione:

-"Mi scusi bellezza, vorrei un caffè è il suo numero di telefono splendore!"

Mi girai di scatto e come immaginavo era Lorenzo, perché doveva fare sempre il credito? Per fortuna riuscì a non arrossire, ormai ero maestra nel nascondere i miei sentimenti, cosi gli risposi scherzosamente:

-"Non fare il cretino, c'è l'hai già il mio numero"

Cesare sembrava parecchio infastidito, infatti gli sbattè con forza la tazzina sul bancone, tanto da farmi trasalire e con sguardo truce disse a Lorenzo:

-"Ecco a lei signore!"

Anche Lorenzo gli rivolse un occhiataccia, sembrava una lotta fra galli. Quei due facevano sempre così, mi chiedevo ha volte, perché non riuscivano ad andare proprio d'accordo! Ma non ci perdevo troppo tempo a pensarci su, anche perché era impossibile entrare nel cervello dei maschi.
Scansai Cesare e dissi cercando di trattenere l'entusiasmo :

-"Perché sei qui?"  in verità mi rendeva felicissima vederlo, però non potevo farglielo capire. Lui sempre con tono scherzoso mi rispose:

-"Cavolo che accoglienza! Mister simpatia qui mi a praticamente lanciato la tazzina, e tu mi chiedi perché sono qui? E per vederti ovvio!" poi intimidito aggiunse :-"Ero preoccupato per te, ti sottoponi a troppo stress!"

Cercai di fermare il batticuore che mi procurò, quando faceva così mi scioglievo come un ghiacciolo al sole. Mi scossi per riprendermi e dissi un po' troppo teneramente:

-"E sempre bello vederti!"

Lorenzo si schiarì la gola rispondendo imbarazzato:

-"Ora vado, ti aspetto a fine turno che il tuo titolare mi sta già rompendo le scatole. A furia di fissarmi in quel modo finirà per consumarmi!"

Ed usci salutandomi con un gesto della mano. Mi girai verso Cesare, che effettivamente incuteva parecchio timore, ogni volta che passava bisticciano sempre, dentro di me speravo che Lorenzo fosse geloso, ma non ci contavo troppo, sapevo che mi vedeva solo come una cara amica è niente più, oramai mi ero rassegnata.

Finito di lavorare saluti il titolare, stavo per andarmene quando mi fermò sull'uscio della porta scorrevole, e mi disse con i suoi modi fascinosi:

-"Allora, sta sera me la concedi questa uscita?"

Con me questi trucchetti non funzionavano, lo guardai in malo modo, rispondendogli:

La violinista FantasmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora