Trentunesimo Capitolo

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Erano passati due anni da quando vivevo qui. Oggi compievo vent'anni, Maria e Salvatore non potettero venire a  causa del lavoro. Con Lorenzo non ci parlai più, ma nonostante tutto questo tempo, lo amavo ancora. Inizialmente pensavo che la lontananza mi avrebbe aiutato a dimenticarlo però non fu così. Anzi successe il contrario, avevo sempre più voglia di rivederlo, nonostante mi avesse preso solo in giro, non potevo cancellare questi sentimenti dal mio cuore. Ormai era diventato indelebile, una presenza che non potrà mai essere sostituita.

Al lavoro andava tutto bene, pure troppo. Ormai c'erano manifesti sparpagliati ovunque con su la mia foto. Per strada mi fermavano in molti per chiedere il mio autografo. Persino Maria mi disse, che anche in Italia ormai mi si vedeva ovunque. Anzi aggiunse che usci anche sul giornale, c'era scritto in prima pagina « Violinista straordinaria sfonda in campo della musica.»

Ma nonostante fossi famosa ormai, non trapelai mai a nessuno del mio passato tormentato per via di mia madre. Anche perché non volevo che lo sapesse il mondo intero. Neanche Vincent e la sua  compagnia sapevano della mia storia, con tutti loro mi limitavo a parlare di lavoro. Appena raggiunsi gli studi, all'ingresso esterno c'era una folla di persone che acclamava il mio nome. Gli saluti teneramente per poi entrare.

Con Smeralda ed i gemelli mi tenevo ancora in contatto, parlavamo molto spesso a dire il vero. E stavano programmando di venirmi a trovare quest'estate. Speriamo bene, perché avevo proprio voglia di rivederli. A deconcentrarmi dai miei pensieri fu Vincent che venendomi in contro mi disse con tono caloroso:

-"Ecco la mia stella preferita! Oggi abbiamo molto lavoro da fare!"

Come sempre del resto. Ormai la mia agenda era fitta di impegni. Ma non protestai perché tutto questo lavoro mi deconcentrava dal mio chiodo fisso. Lorenzo.

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Dopo aver registrato con vari cantanti e composto melodie per alcuni di loro. Alfredo mi portò ad un altro lavoro, dovevo fare l'immaginazione di un nuovo centro commerciale. Non fu molto difficile, dovevo soltanto sorridere e tagliare uno stupido nascosto rosso. A fine serata, al posto di portarmi a casa cambio strada così gli chiesi confusa:

- " Alfredo, non mi dire che non abbiamo ancora finito?!?! Io non c'è la faccio più!"

_"Tranquilla signorina, l'ultimo impegno e con Deryl. Ti aspetta al nuovo ristorante che ha aperto da poco! " rispose con il suo solito tono formale. come sempre.

-" Ah si... quello che si chiama il fiore rosso giusto?"

Esso annuì, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada, e rispose :

-" Si proprio quello. Vi dovete mettere d'accordo per il tuo primo concerto!"

Erano le otto di sera ed ancora non potevo andarmene, mi accasciai sul sedile posteriore della limousine sconsolata. Che palle. Volevo chiamare Maria. Pazienza la contatterò domani.

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Arrivai al locale e devo ammettere che è molto carino, forse sembrava un po' troppo.... Romantico. Se mi vedeva qualche paparazzo li dentro si sarebbe fatti un idea sbagliata ed ultimamente mi stavano parecchio alle calcagne.
Deryl aveva prenotato un tavolo appartato dalla folla, forse per non suscitare troppo scalpore immagino.
Appena lo raggiunsi lo salutai un gesto della mano a mo di bambino, e dissi:

La violinista FantasmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora