Trentacinquesimo

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Nota autore :

Per il prossimo capitolo sono un po' bloccata.... Ovvero so quello che devo scrivere e ho riscritto il capitolo già tre volte ma non è come dico io. Quindi non penso che domani riesco ad aggiornare...

Un bacione =*

* *** 

Stavo camminando per il corridoio della azienda di Vincent in preda alle lacrime. Per Lorenzo venire qui era stata una perdita di tempo? Io ero per lui uno spreco del suo prezioso tempo. Contraevo la mascella sia per il nervoso che per trattenere i singhiozzi. Appena voltai l'angolo per raggiungere la sala relax, sbattei contro qualcuno, ed alzando lo sguardo, vidi che era Alfredo, ed al suo fianco c'era Maria che mi guardava con gli occhi spalancati. Ovviamente Maria vedendo le lacrime che mi solcavano le guance, mi strinse in un abbraccio caldo e pieno d'amore. Dio se mi erano mancati i suoi abbracci, così mi feci trasportare da quel gesto da affetto, liberando finalmente i singhiozzi che stavo trattenendo con enorme fatica.

Anche Alfredo, mi guardava preoccupato, ma rimase in disparte, sicuramente per non interrompere quel momento. Aveva capito che avevo bisogno di lei. Il mio Angelo. E dopo alcuni minuti, passati a piangere come una bambina, mi staccai da lei, asciugandomi le guance ormai completamente umide. Bonfonchiai un grazie, facendo per andarmene, quando Alfredo mi fermò chiedendomi con tono preoccupato :

-"Non puoi scoppiare in lacrime e poi andartene così come se nulla fosse. Spiegaci cos'è successo!"

Non avevo altra scelta, anche perché  non mi avrebbero fatto andare via se non gli avessi raccontato tutto. Così sbuffando rumorosamente, non per il fastidio di raccontare a loro cosa fosse successo, ma per dover ricordare il momento, gli raccontai a loro cosa fosse successo in infermieria con Lorenzo. Non tralasciando nessun dettaglio. E quando fini il racconto egli si guardarono divertiti. Bene. Molto bene. Io soffro e loro si divertono. Ma che ci sarà mai di così divertente poi?!?! Maria soffocando una risata, mi rispose :

-"Oh gioia... La tontita di mio figlio ti ha contagiato. Non ci sono altre spiegazioni." e tornando seria prosegui dicendo :

-"Vedi, lui non intendeva dire che era una perdita di tempo venire qui da te.... Se non lhai capito figlia mia, lui era geloso."

Geloso?!?? Sarà mai possibile? Ringraziai i due, per correre subito infermieria con la speranza che Lorenzo fosse ancora lì. Volevo la verità detta direttamente da lui.

***** 

*Dal punto di vista di Maria*

Isabella ci ringrazio frettolosamente per poi scomparire come un fulmine. Io invece mi chiedevo perché dovevo avere un figlio tanto stupido. Avrebbe potuto trovare un altra soluzione, io e suo padre non avremmo posto resisternza, se si sarebbe trasferito a Londra per seguire Isabella. Certo l'avrei potuto dirlo due anni, che non serviva lasciarsi e potevano convivere insieme. Ma era una conclusione che dovevano arrivarci da soli. Altrimenti come avrebbero affrontato le avversità della vita, se non riuscivano a superare nemmeno questo ostacolo... No questa volta non potevo interferire, anche se la cosa mi spezzava il cuore. Dovevano crescere. Però ripeto... mio figlio e troppo cretino per arrivare al mio stesso ragionamento. Ah?!?? Se solo non avesse ripreso dal padre….

*** **

-"Lori!" dissi titubante, sulla soglia della porta.

Egli appena senti la mia voce alzo lo sguardo, e vidi che.... Stava piangendo... Mi si spezzo il cuore nel vederlo ridotto  in quello stato, capì che stava soffrendo tanto quanto me. Allora perché mi aveva lasciato per un altra?!?? Nonostante questo pensiero fisso in mente, non resistevo a vederlo così triste, era come se una parte di me moriva ad ogni lacrima che versava. Fu spontaneo buttarmi fra le sue braccia. Lorenzo in principio fu rigido come un pezzo di legno, anche perché un secondo prima ero furiosa con lui. Però dopo alcuni minuti, contraccambio il mia abbraccio, stringendomi sempre di più a se. Rimanemmo così l'uno tra le braccia dell'altro, senza parlare. Anche perché non servivano le parole in quel momento. Mi scostai leggermente, per poterlo guardare meglio in volto, ed asciugando una sua lacrima gli sussurrai dolcemente :

-" Mi sei mancato.... Tanto. Non ti ho mai dimenticato"

Lui mi guardò stupito, mi guardava con due occhi sgranati come se stesse assistendo alla apparizione dell'Arcangelo Gabriele. Che tenero. Sicuramente non si aspettava una tale confessione o almeno non ora.

-"Isa.... Devo confessarti una cosa!"

Ahi.... L'ultima volta che ha detto così, mi aveva lasciato per un altra. Mi allontanai bruscamente. Avevo paura di quello che stava per dirmi. Perché?  Perché anche se rimane il Lorenzo timido e un po' tonto, però è comunque un uomo. Ti pare che lui mi ha aspettato per due anni interi. No.... Non volevo sentire la verità, preferivo rimanere nella mia beata ignoranza, più tosto che sentirmi dire che era stato con un altra donna. Ma lui mi fermò, afferrandomi per un braccio, prima che potessi scappare di nuovo. E trascinandomi a se, mi riportò fra le sue braccia. Mi strinse delicatamente in torno alla vita, portando i nostri corpi ancora più vicini di quanto non già fossero. Il mio cuore galoppava per l'emozione. Si avvicinò sempre di più alle mie labbra, causandomi una tempesta di emozioni che mi travolse come un tornado. Ci eravamo quasi.... Dopo due anni stavamo per baciarci di nuovo. Ogni volta che si avvicina avampavo sempre più, e quando le nostre labbra furono ad un centimetro di distanza....

Entrò Alfredo spalancando bruscamente la porta. Iniziando a ticchettare sul suo orologio. Mi voltai a vedere l'ora ed effettivamente ero in un immenso ritardo, però e che cazzo?!?! Poteva aspettare qualche secondo in più. Giuro che avrei voluto strozzarlo con le mie stesse mani. Lorenzo il solito timidone appena vide Alfredo, si allontano talmente veloce che nemmeno il tempo di voltarmi, già si trovava dall'altro capo della stanza, in fondo il Lorenzo timido ed impacciato non era sparito del tutto, nell'arco di questi due anni. Scoppiai a ridere come una bambina nel vedere il suo rossore, smisi subito di ridere notando le occhiataccie di Lorenzo. Eh eh... Il solito. Ma lo adoravo lo stesso. Ormai impaziente, Alfredo mi disse infastidito:

-"Più tardi farete i piccini. Adesso devi prepararti per il concerto della prossima settimana. Quindi... Vai subito a lavorare sai benissimo che odio i ritardi."

Ah giusto.... Alfri e il suo solito puntualissimo. Stavo per andarmene, anche perché se non mi sbrigavo penso che quel precisino mi avrebbe alzato di peso e portato lui stesso alla sala prove se non mi muovevo. Però mi fermai sulla soglia, ricordando che Lorenzo doveva dirmi qualcosa. Una cosa su cui mi aveva mentito. E se inizialmente avevo paura della risposta, ora però dopo l'ultimo avvenimento, ammetto che ero molto curiosa. Così prima di andare a lavorare chiesi a Lorenzo :

-"Lori cosa mi dovevi dire?"

Lui mi guardò, e stava anche per rispondermi ma vedendo le occhiataccie di Alfredo, mi fece un sorriso e disse :

-"Ne parliamo un altra volta. Va prima che fai tardi!"

Cavoli però.... Stanne certo Alfri questa la sconterai... Oh se la pagheri?!?! Ma dico, aspettare due minuti no?!?! Che rabbia. Però, devo ammettere che ora mi sentivo più confusa che mai. Lui non mi a mai amato. .. Giusto? Allora perché a provato a baciarmi? Forse per compassione visto che stavo sempre depressa o forse perché... Aaah?!?! Cercare di capire quel ragazzo era sempre più complicato. Mi scossi cercando di riprendermi, ora  come ora, dovevo rimanere lucida. Dovevo fare un concerto d'apertura per una famosa band. Perciò essere perfetta era l'unica opzione, ma di certo ne avrei approfondito di più sullo strano comportamento di Lorenzo.

La violinista FantasmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora