Inizio subito col dirvi che sono profondamente delusa dal fatto che mi impegno moltissimo per questa storia anche se ho poco tempo e mi ringraziate con pochissime stelle e pochissimi commenti. Ci metto anima e corpo a scrivere dei capitoli decenti e che mi piacciono e voi non li apprezzate? Non voglio fare l'antipatica e quella che pensa solo alla popolarità perché non è assolutamente vero. Che nessuno venga a dirmi una cosa del genere perché mi arrabbio! Vi ho chiesto anche degli aiuti per questa storia e voi non mi avete cagato minimamente. Mille grazie! Chiedo solo rispetto. Io rispetto voi e voi rispettate me,semplice. Comunque,scusate per lo sfogo,vi auguro una buona lettura e scusate se vi sono sembrata scorbutica.
«Eccoci,siamo arrivati alla stazione! Andiamo in un bar a prendere qualcosa di caldo o preferite continuare a camminare?» Ci chiese Cameron. Io alzai le spalle con noncuranza,mentre Justin alzò gli occhi al cielo.
Mi stavo pentendo di avergli permesso di viaggiare assieme a noi. Ha continuato a parlare per due ore ricevendo più che altro delle occhiatacce da Justin e dei piccoli sorrisi da me,che cercavo di essere gentile.
«Aspettaci per dieci minuti,noi andiamo in bagno» Rispose a monocorde Justin. Senza farmi ribattere,mi prese il polso e mi trascinò nel bagno del bar più vicino.
«Si può sapere che ti prende?» Mi liberai dalla sua presa con uno strattone e lo guardai male,mentre lui faceva fatica a respirare per la rabbia.
«Vuoi sapere cosa mi prende? Perfetto. PERCHÉ CAZZO HAI PERMESSO A QUEL CRETINO DI SEGUIRCI?» Mi urlò in faccia e io sussultai sul posto.
«Justin,forse lui può aiutarci a scappare!» Urlai sussurrando e lui scosse la testa,sbuffando. Mi sbattè al muro e racchiuse il mio collo con una mano,mentre l'altra si appoggiava alla parete accanto alla mia testa.
«Non sa nemmeno che sei un'ebrea,Ariana. Può essere una delle SS e quando meno te l'aspetti,potrebbe ucciderti!» Mi rispose quasi spaventato e ansimai.
«L-lasciami» Lo implorai e lui subito tolse la mano dal mio collo. Non avevo pensato alla pericolosità di Cameron e non avevo pensato neanche a chi potesse essere veramente.
Solo ora mi rendo conto che Justin ha assolutamente ragione. Ma ora non potevo ritornare indietro,non potevo dire a Cameron che preferivamo continuare il viaggio senza la sua compagnia perché sarebbe irrispettoso.
Ma da un lato ero sicura che lui ci avrebbe aiutati. Dovevo mettere da parte la diffidenza e calmarmi. E soprattutto far ragionare Justin.
«I-io mi fido di lui» Dissi semplicemente,non sapendo come iniziare il discorso. Dovevamo andarcene da quel bar il prima possibile perché all'entrata ho visto un cartello dove c'era scritto che gli ebrei non erano i benvenuti.
«Non ti fidi però del tuo migliore amico. Mi conosci da dieci anni,Ariana...l-lui da un'ora.» Scosse la testa profondamente deluso e uscì dal bagno,lasciandomi sola con i miei pensieri. Gli angoli degli occhi mi pizzicavano,segno che stavo per mettermi a piangere,ma non l'avrei fatto in quel momento.
Mi allontanai dalla parete e raggiunsi Justin e Cameron,non guardando in faccia nessuno.
Vidi quest'ultimo guardare una cartina geografica e sembrava molto concentrato.«Da quello che ho capito,siamo ancora in Germania. Più precisamente ad Amburgo» Non conoscevo molto bene la geografia perché in fondo non mi piaceva e non la studiavo con la stessa passione con cui studiavo le altre materie.
«Siamo vicini alla Spagna?» Justin strabuzzò gli occhi a quella mia domanda e Cameron mi guardò alzando il sopracciglio destro. Alzai le mani in segno di resa e li guardai,come per dire che avevo fatto solo una domanda.
«Siamo a Nord di Berlino e non va affatto bene. Dovremmo prendere decine di autobus per arrivare almeno a Monaco.» Mi rispose Justin monocorde. Mi morsi il labbro violentemente,sentendo la gola improvvisamente secca.
Verremo catturati,me lo sento. Non potevamo prendere moltissimi mezzi di trasporto se volevamo restare in incognito.
«Cosa facciamo,allora?» Chiesi ed ebbi l'impressione che Justin non avesse gradito la mia voce. Infatti,mi fece segno di stare zitta.
«Potremmo prendere un autobus che ci porti ad Hannover ma dopo dovremmo camminare a piedi» Mi rispose Cameron e io annuì,abbassando lo sguardo.
«Bene! Io ho abbastanza monete per permetterci due viaggi. Raggiungiamo quell'autobus!!» Indicò un autobus in lontananza e ci mettemmo a correre per raggiungerlo prima che partisse. Il ginocchio mi faceva ancora piuttosto male ma non lo diedi a vedere.
Una volta che ci siamo seduti ai nostri posti,appoggiai la testa al finestrino e guardai la città scorrere velocemente davanti ai miei occhi. Mi leccai le labbra secche quando l'autobus si fermò all'improvviso.
«Buongiorno,dovremmo controllare le carte d'identità dei passeggeri qui a bordo» Al suono di quelle parole,mi misi in posizione eretta e subito il mio cuore cominciò a battere velocemente dalla paura.
Guardai Justin prendere la sua carta mentre io non ne avevo una. Aveva detto che me l'avrebbe recuperata ma purtroppo non è così. Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance e singhiozzai alla vista delle SS controllare i vari passeggeri che sembravano tranquilli.
«Credevi di fare il furbo,eh?» Urlò una di loro ad un ragazzo che aveva più o meno la mia età. Ricevette un pugno sullo stomaco che lo fece piegare in due e subito dopo venne preso di forza da altre guardie,che lo fecero scendere in malomodo dall'autobus.
Tremai perché sapevo che quel trattamento l'avrei ricevuto pure io. Sentivo gli occhi di Justin sulla mia pelle e mi girai a guardarlo.
«J-Justin...» Lo chiamai e lui mi guardò dispiaciuto. Si vedeva che non sapeva cosa fare ma sono arrabbiata comunque con lui,perché non mi aveva procurato un documento falso.
«Avevi d-detto che me l'avresti p-presa» Gli ricordai,sempre più spaventata perché le SS si avvicinavano a noi.
«Sei fuggita,non mi sembrava il caso di prendertene una!» Si giustificò lui prontamente e io per la disperazione mi misi le mani nei capelli e me li tirai.
«Documenti,per favore» Sentì la voce della stessa SS che aveva dato un pugno sullo stomaco a quel povero ragazzo vicina a me. Justin le mostrò la sua carta d'identità e dopo una breve ispezione,la guardia gliela ridiede.
«Ragazzina?» Si rivolse a me dopo aver controllato anche Cameron e io abbassai lo sguardo al pavimento,non sapendo cosa dire. Mi sentì prendere per i capelli.
«Abbiamo un'altra furbetta! Vi divertite a prendere per il culo la gente,vero?» Rise di nuovo e mi diede un pugno sul labbro che presto cominciò a sanguinare. Piansi come non ebbi mai fatto e cercai invano le mani di Justin che nel frattempo mi stava guardando deglutendo.
«L-la p-prego,mi l-lasci andare» Continuai a piangere mentre nell'autobus era calato un silenzio di tomba.
«Te la vedrai con noi,troietta.» Mi insultò la guardia per poi trascinarmi sempre per i capelli verso l'uscita dell'autobus. Justin non aveva provato ad inventarsi una scusa,non aveva provato a salvarmi da questi esseri malefici.
Venni buttata letteralmente all'interno di un furgone nero,facendomi gridare dal dolore. Sentì poi un pizzicorio crescente sul mio braccio e capì che mi avevano iniettato qualcosa,perché subito la mia testa cominciò a girare vorticosamente fino a quando persi del tutto i sensi.
CONTINUO A 12 VOTI,17 COMMENTI E 2.5K VISUALIZZAZIONI. COMMENTATE,PER LA MISERIA.
STAI LEGGENDO
Jariana~DANGEROUS LOVE
Fanfiction*Siamo negli anni della Seconda Guerra Mondiale* Ariana e Justin sono migliori amici da molti anni ma c'è un'unica differenza: Ariana è ebrea,mentre Justin è tedesco. Prima dell'ascesa al potere di Hitler,non ci sono stati particolari problemi per...