Justin's POV
Ero sconvolto. Non ho mosso un muscolo per aiutare Ariana e mi sentivo un coglione in quel momento. Come ho potuto? Insomma,le avevo promesso che l'avrei aiutata in tutto.Non le ho procurato la carta d'identità falsa perché quando è scappata ero sicuro di non seguirla,quindi non l'avrei più rivista.
Cazzo,chissà che cosa le faranno...dovevo trovare una soluzione.
«E così Ariana è un'ebrea?» Mi sussurrò Cameron con una punta di disprezzo nella voce e io annuì,alzando gli occhi al cielo. Prima le faceva il filo non sapendo le sue origini e ora era schifato di lei?
«Qualche problema?» Gli risposi con lo stesso tono che aveva usato lui precedentemente. Lui scosse solamente la testa e non mi degnò più di uno sguardo.
«Sono solo sconvolto» Mi rispose e io sospirai,non sapendo cosa dire. Ora la mia mente doveva concentrarsi a creare un piano geniale per poter recuperare Ariana e arrivare velocemente a Madrid.
«Farai meglio a tenere la bocca chiusa» Lo minacciai e lui annuì subito. Il pullman si fermò ancora una volta e scesi,senza aspettare Cameron.
Non mi avrebbe comunque seguito dopo quello che è successo. Meglio così,mi stava sulle palle e per di più flirtava con Ariana,cosa che a me non sta bene.
Ma perché sto pensando a questo quando la dovevo ritrovare? Sbuffai e cercai di ricordarmi il percorso effettuato dal furgoncino nero,dove le SS avevano buttato Ariana. Ecco,ci siamo.
Ripercorsi l'intero viaggio dell'autobus all'indietro,fino ad arrivare al punto in cui le guardie ci avevano fermato. C'era una strada secondaria che conduceva ad una recinzione.
Era impossibile che il furgoncino fosse passato proprio di lì. Eppure,se la mente non mi inganna,le SS e Ariana si sono addentrate per quella strada.
Decisi di dare ascolto al mio istinto e imboccai quella strada con il cuore in gola e il respiro rotto. Dio,se la uccideranno sarà tutta colpa mia.
All'improvviso sentì un urlo agghiacciante e riconobbi subito la voce di Ariana. Mi misi a correre all'impazzata per raggiungere la recinzione e una volta che fui di fronte ad essa,la scossi per vedere se si poteva rompere in qualche modo.
Le tirai un calcio e dopo urlai per la frustrazione. La staranno torturando con vari strumenti mentre io ero davanti ad una fottuta barriera e non ero con lei.
Aguzzai la vista,vedendo varie persone con degli indumenti a righe e un cappello che le proteggeva dal sole cocente. Storsi il naso quando mi accorsi che erano completamente rasati a zero ed erano malnutriti.
Che posto era quello? Non era per caso uno dei campi di concentramento di cui mia mamma aveva parlato qualche giorno prima che io scappassi?
Ariana's POV
Urlai di nuovo quando mi immobilizzarono il braccio sinistro per la millesima volta. Mi avevano vestita con una specie di pigiama a righe bianche e azzurrine e volevano anche tagliarmi i capelli,ma grazie ad una guardia non lo fecero.
«Sono troppo belli per essere tagliati» Così aveva detto e per la prima volta fui grata a quella guardia,la stessa guardia che mi aveva dato un pugno sul labbro sull'autobus.
«Stai ferma,Cristo!» Mi urlò contro un'altra SS,tirandomi uno schiaffo fortissimo. Piansi ancora di più quando ne vidi un'altra ancora che stava riscaldando un'asta di ferro con uno stampo alla base sul fuoco.
Cosa volevano farmi?
La SS con l'asta,si avvicinò a me e mentre un'altra mi teneva per il braccio ignorando le mie urla e i miei pianti mi appoggiò lo stampo sull'avambraccio.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola per il dolore mentre la mia pelle sfrigolava sotto lo stampo. Si alzò un forte odore di carne bruciata,morta e io tossì più volte per il fumo e per la gola troppo secca.
Quando tolsero lo stampo dalla mia pelle,vidi una serie numerica tatuata con i bordi ancora arrossati.
279561
Ero diventata solo un prodotto di quei bastardi da meritarmi anche quei numeri tatuati sul braccio?
All'improvviso,entrò un'altra guardia e alzai gli occhi al cielo per l'esasperazione. Cosa volevano farmi adesso?
«Perché questa ragazzina ha ancora i capelli?» Domandò severamente con uno strano accento straniero. I suoi occhi mi scrutavano attentamente. Abbassai lo sguardo,guardando i miei piedi ormai sporchi per il fango e la terra.
«Führer,stavamo cominciando a rasarla.» Rispose prontamente la guardia che mi diede un pugno sul labbro,mettendosi sull'attenti. Mi si gelò il sangue nelle vene al suono di quelle parole. Avevo davanti a me Adolf Hitler?
L'uomo che ha dato avvio a tutto questo? L'uomo che ha minacciato l'intera Europa dicendo che avrebbe scatenato una guerra che avrebbe fatto morire milioni di persone?
«Perfetto,muovetevi.» Rispose gelido e dopo non lo vidi più. Per il resto della giornata vedevo volti sconosciuti,volti scarni per la malnutrizione.
Volti sporchi,pieni di lividi. Mi morsi il labbro mentre prendevo tra le mani una pietra abbastanza pesante e cercavo di metterla su un furgoncino.
Mi avevano impartito l'ordine di ripulire lo spazio della recinzione che dava verso la città. Perché dovevo farlo? Insomma,a questo punto preferirei morire invece di ricevere frustrate in continuazione e di patire la fame.
«Aspetta,ti aiuto io» Una voce maschile abbastanza roca attirò la mia attenzione. Un ragazzo mi aiutò a caricare il masso sul furgoncino e poi mi sorrise lievemente.
«G-Grazie» Balbettai,tentando di sorridere. Era un ragazzo carino: gli occhi erano marroni,era rasato proprio come me ed era molto ma molto magro. Indossava come tutti d'altronde quello stupido pigiama a righe e sul braccio aveva tatuato una serie numerica. 362919.
«Di niente,ragazzina» Sorrisi lievemente,sentendo poi le lacrime prendere il sopravvento. Volevo ritornare alla mia misera vita,rivolevo la mia mamma,Justin,le mie amiche. Rivolevo tutto indietro.
Rivolevo i miei lunghi capelli castani che Justin adorava tanto. Rivolevo i suoi abbracci e i suoi baci sulle guance e sulla fronte.
«Sei nuova?» Chiese il ragazzo di cui non sapevo neanche il nome. Aveva capito che ero appena arrivata in quel luogo paragonabile all'inferno. Annuì leggermente e mi asciugai le lacrime agli occhi.
«Non voglio restare qui» Dissi con voce flebile più a me stessa che a lui. Lo sentì sospirare.
«Nemmeno io ma a quanto pare per noi due il destino ha deciso così. Usciremo da qui solo per il Camino» Rispose e io non capì il senso dell'ultima frase. Il Camino? Cos'era?
«Scusami ma cos'è il-» Il suono di una campanella fece sussultare il ragazzo che mi guardò un'ultima volta prima di cominciare a correre all'impazzata lontano da me.
All'improvviso sentì un forte dolore alla schiena che mi fece urlare e cadere sulle ginocchia per terra.
«Ragazzina,raggiungi i tuoi compagni. È ora di dormire» Mi ordinò una SS che mi percosse un'altra volta con il suo fucile. Gemetti ancora di dolore e mi affrettai ad alzarmi in piedi per non ricevere altre bastonate.
Deglutì e cominciai a barcollare verso una stanza abbastanza piccola dove c'erano delle cuccette che arrivavano fino al soffitto.
Vedevo la gente entrare nelle cuccette come se niente fosse anche se erano molto strette. Come facevano a dormire in quel poco spazio.
A malapena riuscì ad entrare in una di esse che era ancora libera e dopo un lunghissimo pianto liberatorio riuscì ad addormentarmi.
So che il tatuaggio si faceva con un punteruolo,non aggreditemi lol. Per rendere la scena più triste ho inventato alcuni particolari,niente di che.
CONTINUO A 3k VISUALIZZAZIONI,20 VOTI E 20 COMMENTI.
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Jariana~DANGEROUS LOVE
Fanfic*Siamo negli anni della Seconda Guerra Mondiale* Ariana e Justin sono migliori amici da molti anni ma c'è un'unica differenza: Ariana è ebrea,mentre Justin è tedesco. Prima dell'ascesa al potere di Hitler,non ci sono stati particolari problemi per...