Capitolo 17

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Justin's POV

5 mesi dopo

Ormai mi ero rassegnato all'idea di rivedere di nuovo Ariana. Ogni giorno andavo davanti alla recizione,le tiravo qualche calcio per cercare di romperla ma niente andava per il verso giusto.

Non sapevo che cosa stava facendo nel campo,non sapevo come la stavano trattando e tutto questo mi trasmetteva un'angoscia incredibile.

I miei genitori erano ritornati dal loro viaggio. Scoprì che erano andati in Svizzera per sbrigare alcune faccende ma non mi dissero niente di più.

«Ma Ariana non la vedo da un bel po'...che fine ha fatto?» Mi domandò mia mamma con tono acido. Alzai gli occhi al cielo.

«Come faccio a saperlo se mi hai proibito di frequentarla?» Risposi con lo stesso tono e lei smise per un attimo di girare il sugo nella pentola per guardarmi attentamente.

«Hai ragione» Sospirò mentre io scossi la testa. Dovevo andarmene da quella casa,il più presto possibile. Non sopportavo l'idea di non rivedere più la mia migliore amica.

«Comunque io e tuo padre per due giorni non ci saremo,quindi rimarrai da solo» Alzai gli occhi al cielo al suono di quelle parole senza farmi vedere e annuì leggermente.

«Partiamo fra mezz'ora,siediti a tavola perché dobbiamo mangiare in fretta» Disse sbrigativa,con un tono che non ammetteva repliche. Annuì di nuovo e subito vidi mio papà,elegante come sempre.

I miei genitori si sedettero a tavola e cominciarono a discutere a bassa voce delle loro faccende,per non farmi sentire la loro conversazione. Il bello è che ero completamente disinteressato a sapere cos'avevano da progettare,quei due.

Partirono trenta minuti dopo,lasciandomi da solo. Preparai in fretta e furia un borsone che conteneva alcuni miei vestiti,un po' di cibo,delle medicine e una coperta.

Uscì di casa dopo essermi assicurato di non vedere i miei genitori e in poco tempo mi ritrovai davanti alla solita recinzione.

La guardai e poi le diedi uno dei soliti calci,non smuovendola di un centimetro. Sospirai e mi passai una mano tra i capelli per la frustrazione.

Il mio occhio cadde sull'angolo destro della recinzione,che non avevo notato prima perché era ricoperto dalle foglie degli alberi.

Era completamente aperto,forse i miei calci avevano realmente funzionato. Potevo far passare Ariana di lì e poi saremmo scappati da quel posto.

Ma non sarebbe stato facile. Non sapevo in che condizioni era. Avevo scoperto già tutto per quanto riguarda i campi di concentramento e sapevo anche che i più deboli venivano velocemente scartati e uccisi nelle camere a gas.

Forse Ariana era già morta. In fondo non la vedevo da ben cinque mesi. Andai nel panico dopo che feci quel ragionamento e il mio respiro era diventato irregolare.

No,Ariana non è morta. Lei è forte e determinata,ho fiducia in lei. All'improvviso sentì il suono di una campanella trillare e una massa di persone uscire frettolosamente da una stanza.

Significava che la siesta pomeridiana era appena terminata. Aguzzai la vista per vedere se c'era Ariana ma vidi solo una persona bassa,sporca sia di terra sia di sangue e zoppicante avvicinarsi alla recinzione.

Inarcai un sopracciglio mentre mi resi conto che era una ragazza dai capelli cortissimi che aveva cominciato a spostare massi pesantissimi.

Le uscì un gemito di dolore che la fece accasciare a terra. Scoppiò in singhiozzi e si passò una mano sulle guance per asciugarsi le lacrime.

Jariana~DANGEROUS LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora