Capitolo 2

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Noah Price.

Ore: 05:30 p.m.

Sono sdraiato sul mio letto, pensando alla giornata di oggi. Chi l'avrebbe mai detto che sarei capitato in classe con lei? Greta... Al solo pensiero rido, perché potrebbe essere un anno molto interessante. La cosa non mi dispiace, perchè avrò modo di divertirmi: la stuzzicherò e le rinfaccerò quanto lei sia bassa! Quando oggi l'ho rivista mi sono chiesto se fosse realmente lei, perché è diventata dannatamente sexy. Anche le sue forme sono migliorate e la cosa non mi dispiace, anzi potrei farci un pensierino.

Faccio un sorriso malizioso tra me e me.

Il bussare alla porta mi fa tornare al mondo reale, distraendomi dai miei pensieri perversi su Greta.

«Avanti» dico.
«Ciao Noah, m-ma che ci fai ancora a letto!? Preparati che dobbiamo andare alla festa di Emily. Te ne sei dimenticato?» urla il mio migliore amico.
«Martin, che vuoi? L'ho dimenticato, ma tranquillo, verrò. Anche perché ho voglia di divertirmi e spassarmela con qualcuna»  rispondo abbozzando un sorriso.
Mi guarda, ma non dice nient'altro ed io mi dirigo in bagno per fare una doccia veloce.

«Ti vuoi sbrigare!? Cazzo Noah, sono già trenta minuti che sei in bagno!» lo sento lamentarsi da dietro la porta.
«Ma sei venuto a rompere le palle a me? Sto finendo. Dammi il tempo di vestirmi» dico e lo sento imprecare. Non capisco come possiamo essere migliori amici se litighiamo sempre.
Decido di indossare una camicia a mezze maniche bianca, un paio di pantaloni neri strappati e le mie adorate Nike bianche.
«Sono pronto!» urlo uscendo dal bagno.
«Finalmente! Sei peggio di una ragazza» incalza.
Gli scocco un'occhiataccia, ma decido di non ribattere.

Si sono già fatte le 08:50 p.m. e siamo ancora in macchina; purtroppo la mia bambina si è guastata e allora siamo andati con quella di Martin: un catorcio.
Prima di andare alla festa passiamo a prendere due sue amiche e, da come ne ha parlato, sono delle tipe facili e molto belle, quindi stasera ho fatto bene a portare le precauzioni. Mi batto il cinque mentalmente.

•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•
Greta.

Auto di Julia.

«Oh avanti, ci divertiremo!» mi supplica la mia migliore amica con un broncio da bambina. Sbuffo.
«Va bene, ma non più di tre ore: domani voglio svegliarmi presto. Sai, arrivare tardi il secondo giorno di scuola non è normale» dico e lei annuisce, ma so che arriverò in ritardo lo stesso.
Dopo aver indossato un vestitino bordeaux con il corpetto a cuore che arriva fin sopra le ginocchia, dei semplici tacchi non troppo alti, un giubbottino in pelle e aver sciolto i capelli sono pronta per uscire.
Julia mette un disco con delle canzoni antiche e d'istinto mi tappo le orecchie. È così assordante!
«Toglilo subito!» urlo e subito spegne lo stereo.
«Nemmeno so chi cavolo abbia messo un CD del genere nella mia auto!» urla e mi fa ridere l'espressione che assume il suo viso.
«Allora Gretuccia, che ne pensi di Noah?» domanda meritandosi uno sguardo di fuoco.
«Che mi da il volta stomaco. Non hai visto come si divorava una povera cagnetta all'uscita da scuola? Disgustoso!» sputo tutto d'un fiato con tutta la rabbia che ho dentro.

Stiamo quasi per arrivare e noto che un bel po' di macchine sono già nel parcheggio.
Non conosco bene questa Emily, ma da quanto vedo vive nel lusso: vive in una villa... E che villa!
Scendiamo dall'auto ed entriamo. Tutti ci fissano, anzi mi fissano. Forse il vestito che ho messo mette troppo in risalto le mie forme...
Do un'occhiata a chi è presente e... Dannazione! Noah è seduto sul divano che sta in mezzo alla sala e vedo che non è solo: c'è il gruppetto dei suoi amici, che a scuola si considerano i più importanti, e sulle sue gambe è seduta una bionda; una delle tante che è disposta a farlo accomodare nelle proprie mutandine.
«Aspetta, devo andare al bagno, non resisto più» urla Julia per sovrastare la musica. Annuisco.
Rivolgo lo sguardo verso la direzione di Noah e non riesco a non arrabbiarmi. Finalmente la biondina si dilegua e lui si alza dal divano andando verso il bancone che è esattamente accanto a me. Automaticamente mi giro nel tentativo di non farmi notare, ma senza successo.
«Ciao nana» attira la mia attenzione.
«Che vuoi?» chiedo subito dopo.
«Andiamo... È una festa, non fare "l'acida"» mima con le virgolette l'ultima parola.
«Ah ah ah» faccio una finta risata.
«Non eri con quella bionda del cazzo? Perché non sparisci?» aggiungo.
«Gelosa Jeson?» domanda riducendo gli occhi a due fessure e ammiccando un sorriso da coglione. Gli si addice.
«Come stai?» chiede.
Da quando in qua gli frega di come sto?
«Se tu sparissi dalla mia vista magari starei bene» sputo più stronza che mai.
«Ho capito, ci vediamo» e se ne va.
Stringo con forza il cellulare tra le mani. Che rabbia! Mi sono stancata di aspettare: vado a cercare la mia migliore amica.

Julia è sparita nel vero senso della parola, non la trovo. Continuo a cercarla, ma niente. Cammino, cammino e cammino. Finisco in un giardino abbastanza enorme, sembra un labirinto, anzi lo è! Mi addentro nel labirinto finché non vedo la mia migliore amica con... Noah!? Si stanno baciando? Cosa? Continuano a baciarsi e non credo si vogliano staccare. Dovrei intervenire? Ma prenderanno minuti di respiro?
Ti preoccupi di questo? Ferma quell'incosciente della tua amica.
Sbuffo, ma do ragione alla mia coscienza.

Noto che Noah esce dalla tasca una bustina piccola e quadrata: "preservativo?", che imbarazzo!
«Julia! Dobbiamo andarcene» urlo il più forte possibile perché non voglio che vadano a letto insieme.
«Dobbiamo andare per forza... FORZA?» mi domanda impacciata.
«Sì!» rispondo secca.
«Va bene... Uffa però» ride, sarà sicuramente ubriaca.
Da un bacio a quel coglione e viene verso di me. Prima ho sentito un nervosismo ed una rabbia... Mi ha infastidito tutta quella situazione. Mi pongo delle domande in mente: da quanto? Quando? Perché? La prendo per un braccio e la trascino fuori dalla festa.

«Ma da quando tu e lui...?» tuono.
«Ehm...» riesce solo a dire.

I hate you, i love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora