20. Dobbiamo parlare

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Il mattino dopo Louis era felice e raggiante, ben contento di lasciare l'ospedale.

Finì di preparare la sua borsa e infilò al suo interno la cartella clinica che il medico gli aveva dato.

Lasciò la stanza, ringraziò le infermiere per la loro gentilezza e uscì in giardino.

Stava per telefonare al servizio taxi, quando si vide venire incontro, di corsa, un ragazzo riccioluto.

" Dovresti essere a scuola !" brontolò serio e quasi arrabbiato.

" Non ho fatto tante assenze...volevo venire a prenderti " si giustificò Harry imbronciando le labbra.

Louis non riuscì a stare arrabbiato con lui, così gli sorrise e gli si avvicinò.

Harry gli prese la borsa dalle mani e lo guidò alla sua macchina.

Arrivarono a casa del professore in un piacevole silenzio e, quando Louis ne varcò la soglia, trattenne a fatica le lacrime.

Harry aveva appeso, al centro della parete del soggiorno, uno striscione con scritto " Bentornato Louis " e un mazzo di rose rosse era stato messo in bella vista sul tavolo di legno.

" Grazie, piccolo " disse Louis " ma adesso voglio vederti, entro dieci secondi, fare gli esercizi di matematica per la verifica di domani "

Harry sbuffò un po', ma obbedì e Louis andò in camera a svuotare la borsa dell'ospedale.

Si spogliò e si fece una lunga doccia, poi indossò una comoda tuta e si recò in cucina.

Sul tavolo trovò un contenitore per le pastiglie ancora confezionato, si girò per chiedere spiegazioni a Harry, ma se lo trovò davanti con tanto di fossette sul viso.

" Hai diverse pastiglie da prendere. Questo ha tanti scomparti per inserirle e anche un timer per ricordarti l'ora giusta per prenderle "

" Avrò bisogno delle pastiglie, ma se tu non torni di là a studiare, stasera vai a letto senza cena "

" Sembri un padre burbero " brontolò Harry.

" Vista la differenza d'età potrei essere tuo padre "

" Allora ti chiamerò daddy !"

Harry si accorse troppo tardi dell'allusione sessuale che quel nome implicava, così chinò gli occhi e non trovò più il coraggio di parlare.

Louis gli si avvicinò e gli sollevò il mento con una mano.

" Tarnquillo, non è successo niente. Io e te dobbiamo parlare, piccolo e lo faremo stasera, con calma. Ora vai a studiare "

Harry lo guardò timoroso e sussurrò:

" Scusami se sono così stupido o...."

Louis gli mise due dita sulle labbra.

" Non sei stupido, sei solo giovane e anche a me piacerebbe poter tornare indietro nel tempo per..."

" Per riavere Phil?"

" Harry, per favore, basta adesso, ne parleremo dopo "

Harry annuì e tornò ai suoi esercizi di matematica, con il cuore, però, pieno di paura.

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