Paura di rimanere soli

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Dalya's POV
Una giornata come le altre, solita routine, solite persone.
Andando verso scuola vedo Luke, ma probabilmente non vedendomi, non si avvicina.
Io:LUUUUKE!BIONDINOO!

Come mai non si gira?

Arrivata a scuola, trovo Calum seduto in una panchina da solo.
Io:Che fai, non entri?Vuoi saltare le lezioni?
Calum:No, sto solo pensando.
Io: A cosa?
Calum:Niente di importante. Entriamo, dai.

Era strano.
Il Calum che ho imparato a conoscere ha sempre un sorriso contagioso stampato sulla faccia; oggi invece sembra tutt'altra persona.
Aveva il volto cupo, nascondeva qualcosa.

Una volta finite le lezioni cercai ovunque Luke.
Improvvisamente mi si piazzò davanti Marcus.
Marcus:Ciao Dalya.
Io:Ciao.
Marcus:Cerchi qualcuno?
Io:In realtà sì..hai visto Luke in giro?
Marcus:Che coincidenza..l'ho visto da poco, ha qualcosa di importante da dirti.
Io:Davvero?Non ti ha detto nient'altro?
Marcus:No, ora devo andare, ci si vede in giro.

Cosa intendeva per ''qualcosa di importante''?

Luke's POV
Non mi resta altra scelta che dire la verità a Dalya.
Ma lei ne rimarrà distrutta.
Non so se riuscirò a dirglielo.

Sta arrivando.
Sta venendo proprio verso di me.

Dalya:Eccoti finalmente! Ti ho cercato dappertutto!
Io:Scusa, non so proprio dove ho la testa oggi!

Non ce la faccio a tirare fuori quell'argomento .
Cerco di sorriderle per non destare sospetti.

Dalya:Mi hanno detto che mi devi dire qualcosa di molto importante.Di che si tratta?

Cazzo. Devo seriamente dirle la verità?
Non c'è via di fuga ormai.
''Abbi le palle'', le parole di Calum rimbombano nella mia mente.

Io:Vieni, andiamo a sederci in quella panchina.
Dalya:Mi vuoi fare una sorpresa o cosa?

Lo disse ridendo; era veramente felice.
Ora invece le spezzerò il cuore.
Non mi riconosco più nemmeno io.

Io:Non è per niente una cosa positiva.
Prometti che mi ascolterai attentamente.
Dalya:C-certo..
Io:E che non salterai a conclusioni affrettate.
Dalya:Luke vai dritto al punto.

Si era fatta seria.
Prendo coraggio e inizio a raccontare della festa e del casino successo.

Io:Ultimamente cerco di scappare dalle mie responsabilità.
Mio padre è da poco andato via lasciando me e mia madre da soli contro le difficoltà della vita quotidiana.
Ho imparato a non dare più nulla per scontato, ma purtroppo allo stesso modo mi sono creato come una campana di vetro attorno a me stesso.
Quella campana di vetro rappresenta le mie paure; la paura di restare solo, di non essere abbastanza, di non comportarmi nella maniera adeguata, ma soprattutto la paura del mondo che mi circonda, un mondo crudele la cui società non guarda in faccia a nessuno, ognuno, chi più, chi meno, pensa a salvaguardare se stesso.
Io sono cambiato; non sono più la persona che ero molto tempo fa, e per sfuggire queste paure ho tagliato corto, scelto la via più facile, la strada della codardia.
Uso l'alcol come via di fuga; mi aiuta a non pensare alla vita reale, ai problemi, da quelli più stupidi a quelli più seri.
Talmente sono codardo ho cercato di ripetere a me stesso fino a poco fa che ho fatto quello che ho fatto alla festa solo perché l'alcol mi rende una persona diversa, ma adesso ho capito la verità; questa maschera dell'animale da festa me la sono creato io per nascondere a me stesso che c'è un fondo di oscurità anche nella mia anima.
Non sono perdonabile, non ci sono scuse per quello che ho fatto.
L'alcol mostra quello che siamo veramente; è vero, amplifica le sensazioni e gli impulsi, ma nulla viene dal nulla.
Arrivando al punto, alla festa, dopo essermi ubriacato, il vero me ha preso il sopravvento.
Una ragazza mi si è avvicinata e non ho rifiutato le sue lusinghe.
Ci siamo baciati, goduti la serata, e senza pensarci più di tanto...l'ho portata a letto.
Solamente dopo la sbronza ho capito il casino che avevo combinato.
Ripeto: non ci sono scuse per quello che ho fatto.
Io non ti chiedo di perdonarmi, anche perché sarebbe da pazzi, ma solo di ascoltare le mie parole: io ti amo, nonostante il mio comportamento da pezzo di merda, continuo ad amarti.
Ho capito solo adesso chi sono veramente, solo adesso che la mia vita va in frantumi.
È proprio vero che solo quando la tua vita è uno schifo riesci a capire cosa è importante e ciò che invece è futile.
Ho imparato che la cosa più importante tra tutte è non lasciare mai da solo nessuno.
Tradendoti con quella ragazza ho creato un muro tra noi due, lasciando me da solo, ma anche te.
Ho fatto la cosa peggiore: lasciare qualcuno da solo, e oltretutto farlo sentire tale.
Ora tu ti sentirai sola, tradita e vorrai allontanarti da tutto e da tutti, ma ti prego, non farlo.
Tu non sei sola, hai me.
Ora però non mi ascolterai e prenderai le distanze; cosa giusta in un primo momento, ma ricorda questo: ''people need people'', ''le persone hanno bisogno delle persone''.
Perciò quando ti sentirai pronta, torna da me, o se non vorrai, trova qualcuno che sappia prendersi cura di te come si deve, perché tu, Dalya, meriti ciò che desideri e di più.

Non mi guardò negli occhi neanche un secondo durante il mio discorso, teneva lo sguardo fisso sulle sue scarpe, ma probabilmente era perso nel vuoto.
Non riuscivo a vedere se stesse piangendo o meno perché teneva entrambe le mani sulla faccia.
Senza proferire parola, si alzò dalla panchina e se ne andò via.

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