GIONA

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Giaccio nelle tenebre più fitte

Carcerato in cella di costole

Condannato all'esilio per indole

Le sue pareti fredde come grotte

Del leviatano sento il respiro

Aria diaccia mi attraversa

Uccidere il leviatano per via traversa

Fargli come fiele in corpo miro

Nel ventre che ha partorito il mondo sono sprofondato

Dalla terra che mi concepì ormai rigettato

Nello stomaco del mostro marino adesso confinato

Qui morirà il servitore di Dio?

Qui perirò mesto e pio?

Qui il luogo che più mi si addice padre mio

Reietto

La carcassa del mostro per me sudario perfetto

Canto funebre il suo verso

Eco fa nel cobalto manto alla vita salubre


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