5-Giornata stancante

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Tutti i sei amici si presentarono a colazione con delle occhiaie enormi e, dirvi che Alexa quel giorno era scontrosa con tutti, era un eufemismo.

Piper le si avvicinò a pranzo per dirle che aveva l'allenamento con lei e Annabeth, ma la risposta la lasciò scioccata.

-Cosa vuoi?!- rispose la ragazza con i capelli che brillavano di un rosso scarlatto e poi aggiunse -Non ti conviene parlarmi o, allenarti insieme a me oggi, se non vuoi fare la stessa fine del mostro, intesi?!- sbraitò ancora più arrabbiata di prima e se ne andò via, lasciando la povera Piper interdetta, allora con astuzia disse.
-Beh, scusa, ma Leo ha detto che sei una femminuccia e con i tuoi stupidi colori non riusciresti mai a batterlo- le dispiacque per il povero Leo, ma doveva assicurarsi di sapere fino a quanto erano potenti i suoi poteri.

Alexa era circondata da un aura di un rosso fiammante, Piper la guardò stupita, senza dare il tempo di dire altro all'amica corse infuriata più che mai a cercare Valdez, non l'avrebbe passata liscia per una cosa che non aveva neppure detto.

Dopo averlo cercato per tutto il campo Alexa lo vide che giocava con una fiammella nella sua mano e, essendo figlio di Efesto riusciva a non bruciarsi con il fuoco, vicino a lui c'erano Percy, Nico e Annabeth che si allenavano.

Alexa si avvicinò a Leo e, quando lui la notò, si spaventò -Ma cos... Alexa, ma che ti è successo? Fai davvero paura!- esclamò lui e a quel punto gli altri tre si girarono verso di lei e ebbero la stessa reazione del figlio di Efesto, ma li ignorò e prese Leo per il colletto e lo alzò.

-Valdez considerati morto- lo disse con una calma che stonava con il suo aspetto terrificante.

-Ma perché? Non ho fatto niente!- piagnucolò lui.

La figlia di Iride lo guardò, i suoi occhi verdi che brillavano di rabbia e divennero fatti di fuoco dalla loro intensità.

-Non prendermi in giro!- esclamò furiosa, dopo quelle parole la terra cominciò a tremare e nella zona in cui i piedi toccavano l'erba questa divenne rossa.

-Alexa calmati, Leo non ha fatto niente- disse Percy per cercare di salvare l'amico da una imminente morte, lei lo guardò e lasciò cadere per terra Leo.

-So cosa hai detto a Piper- e proprio in quel momento comparve quest'ultima.

Leo la guardò male.

-Ti posso spiegare!- ma Alexa furiosa fece partire un fulmine rosso che per pochi centimetri non lo carbonizzò, lui la guardo sbalordita.

-Aspetta, ti prego, fammi almeno spiegare!-

Alexa lo guardò annoiata, ma con un gesto della mano gli diede il consenso di parlare.

-Ok, lo ammetto quando ti ho visto la prima volta ho avuta una piccola cotta per te e tuttora non mi stai indifferente, ecco l'ho detto- e Leo chiuse gli occhi aspettando la sua imminente morte, ma la ragazza sconvolta da quella dichiarazione si calmò e i capelli da rossi diventarono di un forte arancione per l'imbarazzo, i suoi occhi tornarono verdi e l'aura che aveva intorno rossa scomparve.
L'unica cosa che si sentì fu solo un flebile sussurro -Io ti piaccio?-

Leo aprì prima un occhio e poi l'altro e poi rispose -Beh, si?-

Alexa strabuzzò gli occhi.
-Cosa? Ti volevo uccidere solo perché Piper ha detto che pensavi che io sia una bambina e che i colori non servano a niente...- bisbigliò insicura, rendendosi solo allora conto di quello che aveva fatto, si era arrabbiata così tanto per una cosa tanto banale!

-Mi dispiace, non dovevo reagire in quel modo così affrettato-

I tre ragazzi che non centravano niente li guardarono tutti un po' straniti, soprattutto per la confessione di Leo...

-Ehm, Alexa?-

-Si?-

-Quindi non mi uccidi?- chiese Leo insicuro e sussurrando l'ultima parte.

-No, tranquillo- mormorò lei ancora più imbarazzata di prima, allora lui sospirò.

Alexa lo abbracciò e gli sussurrò.
-Scusa Leo -

Lui le sorrise, poi si sentì uno schiarimento di una voce.

-Scusa, Alexa non puoi andarlo a friend-zonare da un'altra parte?- chiese Nico annoiato.

-Scusa tanto, non volevo disturbare, tornate a fare pure quello che state facendo, io vado- e se ne andò a fare
un giro nel campo da sola con la testa china, delusa dalle parole del figlio di Ade.

Dopo un po' che vagabondava in giro decise di andare nel bosco e, arrivata lì, usò i colori per quella foresta troppo verde, infatti con un gesto della mano l'albero diventò azzurro, il cespuglio rosso e ovunque si girava c'era un colore diverso, in quel momento sentì una voce.

-Non credi sia troppo colorato?- chiese questa disgusta.

Alexa si girò e trovò Nico Di Angelo in tutto il suo splendore o meglio oscurità.
Lei gli fece un sorriso -Beh, a me piace- e con un gesto della mano fece colorare di nero l'albero su cui era appoggiata.

Nico notando quel colore le fece un piccolo cenno di ringraziamento e si sedette vicino a lei.

-Sai, tu sei strano- disse Alexa di punto in bianco.

Nico la guardo confusa -In che senso?-

-Beh, prima di tutti odi tutti i colori che non sia il nero, poi odi stare in compagnia e, per ultima cosa, c'è qualcosa che tu nascondi e che non vuoi dire-

Il figlio di Ade non la guardava più in faccia, ma incominciò a osservare il paesaggio -Sono figlio di Ade è normale che mi piaccia solo il nero, non mi piace stare troppo in compagnia perchè certe volte preferisco stare da solo a pensare...-

Lei lo interruppe -Però sei venuto qui con me, perché?-

Nico alzò le spalle -Sei una ragazza molto allegra e iperattiva, però sai ascoltare le persone, comprenderle e soprattutto tu non le giudichi, per questo sto in tua compagnia, perché tu non giudichi nessuno tutto qui, diciamo che mi sento a mio agio- rispose con la gote arrossata e prontamente Alexa per rovinare il momento si mise a ridere per l'imbarazzo del ragazzo e Nico sentendo il suono strano della sua risata ridacchiò anche lui.

Dopo che rimasero quasi due ore a parlare del più e del meno Alexa lo abbracciò, così senza pensarci, sapeva che il ragazzo odiava il contatto fisico, ma lei voleva fargli capire che ci sarebbe sempre stata per lui.

Nico d'altro canto era scioccato, quella ragazza così strana che però gli faceva sempre spuntare un sorriso, anche quando era triste.

Così contraccambiò l'abbraccio e giurò di aver sentito la ragazza sorridere contro il suo petto.

Quando si staccarono i capelli di Alexa erano arcobaleno -Nico sappi che qualsiasi cosa accada io ci sono e non ti giudicherò mai, ok?-

-Ok- confermò lui e poi aggiunse -La stessa cosa vale per te-

Lei annuì.

-Comunque se uccidevi Valdez facevi un favore a tutti-

Alexa lo guardò male e gli diede un pugno amichevole sulla spalla -Non sei divertente Di Angelo!- rispose lei stizzita, ma quando lui le rivolse un sorriso genuino non poté far altro che guardarlo con una faccia da ebete.

Poi Nico si alzò -Tu dovresti allenarti adesso, non credi?-

La ragazza annuì e andarono verso l'arena dove a spiegare c'erano Piper e Annabeth su come usare i pugnali.
E così, quel giorno, Alexa capì che era un vero e proprio disastro con i pugnali.

Presa da un moto di rabbia per il fallimento i capelli le divennero rossi e dal nulla comparvero dieci pugnali rossi che colpirono il povero manichino senza mancarlo di un colpo, in quel momento i suoi capelli si colorarono di biondo per la sorpresa, e tutta contenta si avvicinò a Annabeth, ma la ragazza scosse la testa -Non puoi usare i tuoi poteri in tutto, devi imparare a combattere da sola- le fece la predica, ma Alexa troppo contenta non l'ascoltò e il pomeriggio finì.

Era già ora di andare a dormire, così Alexa salutò tutti con un abbraccio persino Nico che ricambiò, cosa che fece strabuzzare gli occhi a tutti e andò a dormire nella sua coloratissima cabina.

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