CHAPTER THIRTY-FIVE

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Questa mattina il cielo è ricoperto di nuvoloni pesanti, ma fortunatamente almeno non accenna ancora di iniziare a piovere. Prima di uscire di casa ho controllato lo stato di avanzamento delle ammaccature, come le chiami tu, dell'incontro di ieri sera. Alla fine è andata meglio del previsto, il ginocchio è un po' livido per il trauma, ma fortunatamente non si è gonfiato in modo preoccupante, il taglio sul labbro non è così brutto, lo zigomo ha solo un'ombreggiatura più scura e grazie al ghiaccio si è sgonfiato, i lividi più brutti sono quelli sul costato che non avevo notato fino a ieri sera quando siamo andate a dormire, ma dici che non ti fanno poi così male, ed anche se sono convinta tu lo faccia per non darmi preoccupazioni, non posso far altro che crederti.

Entro nel box, apro la portiera del passeggero e ti faccio segno di entrare, all'inizio mi guardi un po' stranita, poi con un piccolo sorriso mi dai un bacio sulla guancia e sali senza protestare. Sei sempre tu ad aprire le porte a me e, per una volta tanto, sono riuscita a farlo io. Mi metto alla guida e ci dirigiamo al colloquio fissato con l'assistente sociale.

All'istituto veniamo accolte ed indirizzate subito all'ufficio di Miss Pramheda, che puntuale ci fa accomodare al suo interno.

<< Dottoressa Griffin, Mrs. Woods. >> Saluta cordiale.

<< La prego possiamo abbandonare queste formalità? Solo Clarke e Lexa sarebbe perfetto. >> Dico mentre ci sistemiamo sulle due sedie davanti alla sua scrivania. La donna ci pensa un attimo e poi annuisce.

<< Se la mettete così, io sono Becca. >> Risponde cordiale. << Ma passare a toni più amichevoli non pensate voglia dire che renderà più facile o veloce la cosa. >> Aggiunge restando distaccata per sottolineare la sua professionalità.

<< Non ci aspettiamo alcun trattamento di favore. >> Le rispondi tu con calma e sicurezza.

<< Bene, perché proprio non posso farne. >> Dice con serietà osservandoci. << Come da prassi ho fatto delle ricerche su di voi, quindi siate oneste e non tentate di nascondermi qualcosa nelle domande che vi farò. >> Prosegue in modo sostenuto andando dritta al punto. << Perché avete deciso di adottare un bambino? E perché proprio Kyle? >> Domanda in modo distaccato e professionale.

<< Ci piacerebbe avere dei figli e lui ha bisogno di una famiglia. >> Rispondo banalmente con ovvietà.

<< Non parlate per entrambe. Lexa tu cosa ne pensi? >> Mi ammonisce subito Becca, domandando il tuo parere in proposito.

<< Ho sempre avuto buoni rapporti con i bambini, spesso ci lavoro in palestra. L'idea di allargare la nostra famiglia la avevamo da un po' anche se non ne avevamo mai parlato prima in maniera seria. Credo che vedere quanto Clarke fosse rimasta colpita dalla situazione di Kyle mi abbia aiutato a decidere di fare questo passo. >> Le spieghi cordialmente, lasciandomi sorpresa per la tua calma e la tua disponibilità a parlare.

<< Quindi lo vuoi fare per lei? >> Domanda in modo diretto e piuttosto fastidioso Becca.

<< Non è quello che ho detto. >> Ribatti con freddezza.

<< Se non fosse arrivato Kyle, avresti presentato domanda per l'adozione ora, Clarke? >> Chiede lei rivolgendosi a me ed ignorando completamente la tua risposta.

<< Come ha detto Lexa, ampliare la famiglia è una cosa che volevamo entrambe anche se non avevamo ancora deciso né come, né quando. >> Rispondo cercando di essere il più calma e diplomatica possibile.

<< Perciò, se non fosse stato per lui, non lo avresti fatto? >> Rimarca il concetto con insistenza.

<< Forse non ora, ma prima o poi lo avremmo fatto. >> Rispondo onestamente, anche se le sue domande iniziano ad innervosirmi un pochino.

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