CHAPTER TWENTY-EIGHT

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Siamo tornate da quella splendida vacanza da poco più di dieci giorni e tutte le mattine, quando mi sveglio, ho paura di aprire gli occhi e scoprire che è stato solo tutto uno stupendo sogno. Ma poi sento il calore del tuo corpo attaccato al mio, il profumo della tua pelle che mi invade le narici, le tue forti braccia che mi stringono, e solo dopo aver controllato di avere la fede al dito mi convinco che è stato tutto reale e che tu sei proprio qui... di nuovo con me.

Anche se non hai detto nulla in questi giorni, so benissimo che periodo dell'anno è questo, e soprattutto che giorno è oggi. Resto immobile nel letto ad osservarti mentre dormi ancora profondamente, mi sembri così tranquilla e rilassata. I tuoi capelli ricadono morbidi sparpagliandosi sul cuscino, il tuo braccio tonico, dai muscoli ben delineati, mi circonda protettivo sopra le coperte, mentre respiri lentamente, profondamente immersa nel mondo dei sogni, con le labbra leggermente dischiuse che di tanto in tanto tremano leggermente, attirandomi come un orso al miele. Voglio godermi questo momento il più a lungo possibile e lasciarti riposare ancora un po', prima di riportarti alla realtà e farti fare i conti con la vita reale... e con il passato che, puntuale come un'orologio svizzero, si ripresenta anno dopo anno. Intanto mi beo di questa fantastica visione, consapevole del fatto che nessuno al mondo, al proprio risveglio, potrebbe mai avere uno spettacolo bello quanto il mio in questo preciso istante.

Dopo esserci alzate e vestite con calma e tranquillità, saliamo in auto silenziose, facciamo una veloce sosta dal fiorista, parcheggiamo in quel grande spiazzo accanto a quell'imponente cancello di ferro battuto, e poi scendi dall'auto sospirando. L'aria fresca di ottobre inizia a farsi sentire, ed un brivido mi percorre la schiena quando mi apri la portiera, mi porgi la mano e ti passo i fiori che hai appena comprato, ma tu li sposti svelta nell'altra riporgendomi quella libera per invitarmi a scendere. Ti guardo un po' dubbiosa, mi sembra di invadere i tuoi spazi, ma è anche vero che se non mi avessi voluto qui con te non mi avresti proprio portata. Intreccio le mie dita alle tue e, mano nella mano, entriamo in quel luogo funesto camminando lentamente su quel ghiaietto che, ad ogni passo, produce l'unico suono assordante che ci circonda. Un'occhiata di sole illumina finalmente l'ambiente, rendendo il prato verde al nostro fianco più acceso, mentre le frasche del grande salice ci si specchiano brillando intensamente. Ci fermiamo davanti a quella lapide alla quale non facevi visita da un po', le dai una leggera carezza e poi ti ci accucci davanti per posare il mazzo di anthurium.

<< Ciao, Cos. >> Anche se è poco più di un sussurro la tua voce squarcia il silenzio come se fosse un grido. << Scusa se non sono venuta a trovarti negli ultimi anni, non mi sono dimenticata di te, ma ero via. >> A quella frase il mio senso di colpa per averti cacciata da casa mi invade prepotentemente e gli occhi mi diventano lucidi, ed allo stesso tempo provo un pizzico di gelosia nei confronti di questa ragazza che non c'è più. << Avevo bisogno di ritrovare me stessa. >> Prosegui parlando con lei. << È stato tutto più difficile dopo la tua morte. Ricominciare a vivere, ad amare, ma più che altro è stato difficile tornare a fidarmi e aprirmi con le persone importanti. >> Sospiri, e capisco che anche tu hai gli occhi lucidi e stai tentando di cacciare indietro le lacrime. << Ce l'ho fatta sai? >> Domandi retorica a quella pietra che non potrà mai risponderti. << Finalmente sono felice. >> Affermi posando la mano sopra la lapide per aiutarti a tirarti in piedi. Mi afferri la mano intrecciando nuovamente le nostre dita, ed io imbarazzata abbasso lo sguardo su di esse. << Lei è mia moglie Clarke. >> Affermi con orgoglio. << È un medico, ed anche una brava artista, credo proprio che ti sarebbe piaciuta... ma sai qual è la cosa più assurda, Cos? È che mi ha trovata a pezzi, persa, con il passato a tormentarmi e ad inseguirmi in ogni sventura, ma è stata lei a farmi tornare a vivere. Sai quanto so essere difficile, ma lei mi ama follemente, proprio allo stesso modo in cui la amo anche io. >>

You are my strengthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora